Politica interna

Perché sarebbe il caso di pensare a un governo Draghi

governo Draghi

Nella classifica della Johns Hopkins University, siamo il Paese con la più alta mortalità per Covid-19 ogni 100 mila abitanti.

Dopo il lockdown della primavera, nella scorsa estate abbiamo assistito a un fenomeno di rimozione collettiva del problema da parte di chi, a più livelli, è responsabile delle decisioni.

Abbiamo assistito a iniziative sgangherate come i banchi con le rotelle, il bonus monopattino e il cashback di Stato. Nessun investimento serio per l’assistenza medica territoriale, il tracciamento, il trasporto pubblico o altre misure utili a contenere i contagi.

Nel linguaggio pubblico, la malattia è stata trasformata in morte e la paura utilizzata per legittimare provvedimenti e ottenere consensi. Nessun discorso di verità, chiaro, trasparente.

Siamo il Paese con il più alto debito pubblico d’Europa e tra quelli in cui il Pil è calato di più. Non è un risultato solo della pandemia. Eravamo già il grande malato del mondo sviluppato. Ora rischiamo di uscirne.

Si tirerà a campare fino al 6 gennaio. Nuovi aiuti per le attività economiche (sacrosanti) a debito (ovviamente), mentre di prendere i 36 miliardi a tasso zero del MES per rifarci tutti gli ospedali neanche a parlarne.

Cosa succederà dopo? C’è una campagna vaccinale alle porte. Ci sono i 209 miliardi del Recovery Fund che il Governo – che avrebbe dovuto occuparsene da sei mesi a questa parte – non sa come e per cosa spenderli. E nel prossimo anno ci spetterà la presidenza di turno del G20, di fatto uno dei ruoli di maggior prestigio internazionale per un Paese.

Mi chiedo, come andrà a finire senza un cambiamento radicale della gestione finora attuata? Che fine farà la marea di risorse che arriverà da Bruxelles? Con che credibilità il Governo più inadeguato d’Europa si proporrà alla guida del mondo sviluppato?

Abbiamo l’uomo qualunque al comando e tanti bravi in panchina. Mario Draghi, il migliore di tutti, ci perdonerà se lo tiriamo sempre in ballo, ma non ci rassegniamo alla trasformazione della speranza in utopia. Nei momenti storici più significativi del nostro Paese si sono formati governi di unità nazionale. Sarebbe forse il caso di pensarci. 

1 comment

Ferrando Mauro 06/01/2021 at 18:31

Nessun dato sul numero di morti (in cui entra la causalità temporale dell’avvio della pandemia, il quadro demografico e sociale, la struttura sanitaria costruita nei decenni cone le varie competenze regionali…) potrà mai dare risposte su eventuali meriti o colpe del governo (lockdown fu strumento mai attuato in occidente). Oggi siamo il 2° Paese in Europa per numero di vaccini, ma su tutti i giornali e tv si leggono solo critiche. Banchi a rotelle sono frutto di ricerche per le nuove didattiche collaborative ed era logico, dovendo investire , farlo pensando anche al futuro. Chi chiede Draghi come PdC vuole solo il male suo e dell’Italia: è ovvio che la giusta battaglia sarebbe per avere Conte a gestire le beghe politiche quotidiane (il migliore possibile) e Draghi a occuparsi esclusivamente del N.G.EU in qualità di commissario straordinario; ogni altra idea nasconde deleteri rancori e rivincite politiche. Si vuole uccidere nella culla un Movimento 5 stelle che sta mirabilmente maturando e perdendo i suoi aspetti più negativi, finendo per riattivare una Lega e una a Meloni che sappiamo benissimo quanto siano inadeguati a governare e a rapportarsi nel miglior modo possibile con l’Europa (cosa nei prossimi anni FONDAMENTALE). Inoltre, chiunque si legga articoli dell’epoca di economisti ortodossi come Boldrin e Seminerio, (non Borghi o Bagnai) sa che Renzi fu un assoluto disastro in economia: re dei bonus e sprechi di soldi pubblici senza nessun costrutto. E ora si vorrebbe dar credito alle solite parole a vuoto di Renzi? In conclusione, in presenza di realtà, intrecci e analisi complicatissime, ecco un articolo di grande superficialità politica, che non tiene conto dei numeri del Parlamento e dell’eventuale Parlamento alternativo che si potrebbe creare con nuove elezioni ma di semplicistiche fantasie personali. Mi scuso per la franchezza.

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