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Neonazisti e putiniani

Neonazisti

L’argomento concreto a favore dell’invasione russa in Ucraina è che le popolazioni russofone del Donbass abbiano subito negli ultimi anni gli attacchi di neonazisti Ucraini, e che in genere l’Ucraina sia un paese dove il neonazismo fiorisce. Però, mentre è vero che ci sono stati anche dei neonazisti fra i paramilitari Ucraini combattenti in questi anni nel Donbass, e già fra le forze politiche che hanno rovesciato il presidente Janukovich nel 2014, l’immagine generale che il regime russo cerca di presentare, poco ha a che fare con la realtà.

D’una parte il famigerato «Battaglione di Azof» non ha mai avuto più di 2000 membri, e oggi circa la metà di loro si trovano in prigione, come afferma il prof. Manos Karagiannis che insegna al King’s College di Londra e ha fatto quattro viaggi di ricerca in Ucraina orientale negli ultimi anni. D’altra parte quello che chiunque potrebbe verificare è il risultato delle elezioni presidenziali ucraine del 2019, quando la coalizione di estrema destra (Settore Destro, Svoboda e altri partiti) ha ottenuto il mero 2.15% dei consensi, fallendo di eleggere rappresentanti nel parlamento. E ciò malgrado la tensione e gli scontri violenti che continuano dopo l’annessione unilaterale forzata della Crimea da parte di Putin nel 2014. In Grecia pochi anni fa era bastata invece una crisi economica affinché il partito apertamente filonazista Alba Dorata, i cui leader si trovano ora in carcere per un omicidio, raggiungesse circa il 7% in tre elezioni parlamentari consecutive.

Negli ultimi circa 15 anni tutto quello che spesso viene chiamato «estrema destra», da Marine Le Pen in Francia a Matteo Salvini in Italia, esprime grande simpatia per il dittatore Russo, omettendo di denunciare la natura del suo regime, come peraltro fanno anche molti esponenti e fazioni della sinistra. Non dico che i politici menzionati siano da considerare amichevoli o ricettivi verso il nazismo, o che avrebbero tradito i loro paesi a favore della Russia di Putin, e inoltre la posizione che hanno preso dopo l’invasione è stata subito di condanna e opposizione all’azione russa (a differenza di altri, di sinistra e destra); come naturalmente non accuso di putinismo chi avrebbe preferito i buoni rapporti o la collaborazione con la Russia come l’ex presidente USA Donald Trump. Ma una cosa è sostenere una tesi di realpolitik e un’altra trascurare o rinnegare la natura dittatoriale, antidemoratica e crudele di un regime, ed esprimere simpatie a livello ideologico verso di esso. 

Il fatto che il regime putiniano e i suoi lacchè in Europa accusano l’Ucraina di nazismo a volte è risibile, visto che spesso a farlo siano persone e gruppi notoriamente amichevoli verso Hitler e il nazionalsocialismo o il fascismo, o che comunque si identificano come “sovranisti”, “tradizionalisti”, “euroasiatisti” e sicuramente non liberali o socialdemocratici. Una delle organizzazioni poi che hanno anche applaudito l’invasione russa in Ucraina è la paranoica e complottista QAnnon statunitense, fra i protagonisti degli eventi di violenza al Congresso di Washington il 6 gennaio 2021.

Ma c’è sempre l’esempio risolutivo della Grecia del decennio precedente. Dove l’Alba Dorata, il più grande partito filonazista in Europa dopo il 1945, non solo esprimeva la sua simpatia e ammirazione per Putin, ma nel suo programma ufficiale proponeva l’uscita della Grecia dalla Nato e l’alleanza con la Russia. Nel 2012 un suo esponente di spicco, ora incarcerato, aveva proposto dentro il parlamento perfino lo stabilimento di truppe russe nel territorio greco.

Finiamola dunque con la farsa dell’Ucraina neonazista; l’Ucraina è una nazione che ha scelto la democrazia e sta combattendo per la sua indipendeza, mentre tutti i veri neonazisti del mondo si schierano da anni con la Russia, e l’unico regime oggi in Europa che potrebbe essere paragonato sotto certi aspetti a quello hitleriano è proprio il regime di Putin. Anche se il potenziale economico e culturale della Russia putiniana è un nano di fronte a quello della Germania di inizio Novecento, finita purtroppo sotto la dittatura criminale nazionalsocialista.

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