In questi giorni interminabili in cui il popolo ucraino viene aggredito dall’esercito russo, il Presidente Zelenskyy guida una fiera, quanto fino a poche settimane fa inaspettata, resistenza. La nota disputa per territori contesi e rivendicati aperta dal 2014, di fronte all’invasione su ampia scala è diventata una guerra per la sopravvivenza, non soltanto di una nazione, ma di un ideale.
In queste ore in Ucraina si stanno scontrando due visioni opposte e inconciliabili del mondo: quella di chi crede la libertà un valore assoluto, un fine e non un mezzo, una conquista da difendere finanche con l’estremo sacrificio e quella di chi semplicemente non ci crede.
Non è un caso che tra le colonne di soldati russi s’incontrino schiere di disertori, che non sanno nemmeno per cosa combattere, mentre nelle città ucraine, per le strade e nelle case, donne e uomini che hanno già fatto la rivoluzione nel 2014 non intendano arretrare di un centimetro.
Zelesnkyy non si scompone di fronte al Parlamento Europeo, tiene aperta la strada dei negoziati, difende il suo popolo, rivendica una fratellanza con l’atlantico, ma non si appella mai alla pace. Non può permetterselo, pace significa resa.
Sa che l’invasione russa rappresenta una ferita aperta nel cuore del nostro mondo e non ha alcuna intenzione di ricucirla sbrigativamente per compiacere la parte petulante dell’opinione pubblica occidentale che, nata e cresciuta nella solida pace di un sistema certamente perfettibile, ha finito con l’ignorarne i valori e respingerne il significato ultimo. Di 200 paesi circa 40 possono definirsi democrazie e ancor meno democrazie compiute, numeri in discesa continua, come confermato dai rapporti annuali dell’Economist, che consegnano più di un terzo della popolazione mondiale ai regimi dittatoriali e larga parte di ciò che resta ad ibride democrature come la Russia. Numeri nei quali Zelenskyy non vuol far sprofondare la propria nazione, che dopo anni di sudditanza finalmente si affranca decisa dai suoi tiranni, non tanto Putin e Yanukovych, ma il disfattismo e l’appeasement.
Per anni abbiamo chiuso fuori dalla porta questo mondo fatto di oppressi e oppressori, abbiamo rivolto lo sguardo altrove così a lungo da dimenticarne la stessa esistenza, convinti che negare un futuro democratico ad alcuni popoli servisse a placare la fame dei regimi che ci minacciavano. Mentre questi invece divenivano ogni anno più forti, nutrendosi delle nostre debolezze in politica estera, della nostra fede vacillante nell’autodeterminazione dei popoli e della nostra intorpidita attitudine a distinguere il giusto dallo sbagliato, implorando solo la convenienza personale, senza prospettiva per giunta.
Ma oggi “l’illusione della pace” come status elementare delle cose, il silenzio colpevole e indolente in cui ci eravamo asserragliati, è stato infranto da uno strepito che non possiamo più ignorare. Un latrato che non vuole essere messo a tacere con una corona di fiori ma vuole essere un grido di guerra, contro il pacifismo indolente e la miseria umana di chi la pace la invoca con un cenno sbrigativo della mano, pronto a sacrificare qualcun altro: una chiamata alle armi.
Che cosa risponderemo?
Di fronte ai bombardamenti delle città, ai carri armati per le strade di Kyiv, alle intimidazioni verso paesi membri dell’Unione Europea come Finlandia e Svezia, ci gireremo ancora dall’altra parte, rifugiandoci in quella pace che davanti alle aperte minacce russe di guerra nucleare è solo un’allucinazione per schizofrenici e un’arma mediatica per filo-russi; o ci convinceremo che qui si fa l’Europa?
A Kyiv come a Odessa, a Kharkiv e a Mariupol, non difendiamo l’Ucraina, difendiamo noi stessi. Negare il diritto alla guerra a chi combatte per la propria libertà è un gesto imperdonabile. C’è chi lo rivendica a gran voce non solo opportunisticamente per gli altri, ma pure sinceramente per sé, nella misera speranza di poter barattare il domani altrui per il proprio di fronte all’invasore, ignaro che “nessuno può darti la libertà”.
6 comments
L’articolo evidenzia l’ostilità verso i diritti umani dell’autore,che in tutti i suoi articoli cerca di svilirne l’importanza sostituendoli con deliri mitologici privi di significato.
Qui si fa riferimento(ma ci sono altri esempi ,visto ,che da bravo neocon non crede a ciò che dice,ma si sente intelligente a manipolare gli altri,dotati di una sana visione morale ed etica che gli manca e che non capisce e disprezza,)alla visione etnonazionalista e pseudo razzista del modo ,secondo cui la libertà degli individui non conta nulla e ciò che è importante e lo sviluppo delle “,essenze” delle civiltà” e dei “popoli”.,mescolata con quella secondo cui la priorità non c’è l’ha il benessere degli individui concreti ma un ideologia/ordinamento.
Questa visione comunitarista essenzialista è tipicamente la base dei peggiori massacri,e il caso citato,il rapporto ucraina/russia non è da meno.
L’articolo risulta pero azzoppato,nella sua seconda base agomentativa,quella “liberal-democratica”( uso questo ossimoro perché di facile comprensione) da quel fattore scomodo che si chiama evidenza fattuale:.
Se infatti è vero che Russia e Ucraina presentano,nonostante la lunghissima vicinanza e storia comune,alcune differenze etno-culturali,è del tutto assurdo presentare questo scontro militare come
“In queste ore in Ucraina si stanno scontrando due visioni opposte e inconciliabili del mondo: quella di chi crede la libertà un valore assoluto, un fine e non un mezzo, una conquista da difendere finanche con l’estremo sacrificio e quella di chi semplicemente non ci crede.”
Valutiamo alcuni aspetti:
1) Da un punto di vista legale e giuridico la Russia ha unordinamento del tutto simile a quello europeo continentale,con i vari pesi e contrappesi tipici di una democrazia,e su vari temi ,come la penso di morte per reati comuni , è solo “poco peggio “degli stati ué.(ha una moratoria ma non ha abolito le leggi che la prevedono) e molto meglio,per esempio,degli Usa.
2)Analizziamo ora la realtà concreta dei fatti (lo so che non ti piace ma purtroppo dovrò farlo):
-Questa è una risposta alle continue provocaazioni ed al rifiuto del dialogo da parte degli Usa e degli ostaggi/zerbini europei
-Lo scopo di questa conflitto è aumentare il controllo Usa( e Regno Unito) sui vassalli,
Sono trent’anni che gli Usa vogliono ridurre la Russia ad una ” repubblica delle banane” sotto il loro controllo
-Gli Stati Uniti sono guidata da un’oligarchia espansionista che mira a dominare il globo e a saccheggiarlo con la minaccia militare
-I paesi Nato sono dei docili cagnolini sottomessi,che al massimo si mordono e litigano tra loro per essere i preferiti del padrone(vedasi brexit e rinascita dello sciovinismo inglese)
-La Nato,in quanto proiezione militare del “complesso militare industriale” Usa sul continente europeo,è andata allargandosi a est con lo scopo d acquisire vantaggio militare in una progettata aggressione alla Russia
-La Russia ha cercato un accordo pacifico per anni fino a gennaio scorso,non ottenendo che prese in giro e mi acce.
-Il golpe del 2014 e stato sostenuto dall strutture “stay-behind”,che come sempre si appoggiano all’estrema destra nazionalista e neofascista,
– Con quel golpe,che ha sostituito il corrotto moderatamente filorusso janukovich col corrotto fanatico nazionalista Poroshenko (divenuto anti-russo per l’occasione)sono iniziate persecuzioni etniche contro la minoranza russofona,ed aumentata la repressione delle opposizioni( es massacro alla casa dei sindacati di Odessa).
-Stanca della corruzione e della povertà diffusa,la popolazione ,con un tipico esempio di voto di protesta,ha votato un comico populista con un programma vago,Volodymyr Zelensky,che data la scarsa esperienza ed attitudine( di Maio docet),si è trovato a non sapere gestire una situazione internazionale resa deliberatamente tesa da Usa e Nato,con la Russia costretta ad intervenire nel paese, facendo diversi errori tattici.
Questa guerra e quindi uno scontro tra una potenza militare espansionista e guerrafondaia(L’impero euro americano,più americano che euro) ed una potenza che tenta di opporre resistenza.
Purtroppo a farne le spese,sono i cittadini ucraini e tutti i popoli del mondo ,come sempre in questi casi.
Il resto e propaganda patriottarda stile prima guerra mondiale che si sperava ( purtroppo vanamente) sepolta dalla rivoluzione d’ottobre.
Ci sarebbe molto da rispondere, ma mi limito ad una constatazione sui diritti umani: il diritto positivo finisce esso stesso facilmente per essere una sorta di diritto assoluto, metafisico, una “chimera etica”, ed effettivamente la scienza giuridica tra Otto e Novecento, in pieno illuminismo, ha coltivato l’idea di una scienza dura e pura del diritto positivo.
Lo stesso Stato di diritto viene spesso concepito -a torto- a partire dall’idea che possa esistere il puro diritto, che è, contraddittoriamente, un diritto-morale. L’idea che esistano in astratto nel “cielo dei concetti giuridici” (come scriveva Jhering) i “diritti dell’uomo”.
Ora, i diritti dell’uomo sono cosa serissima (e lungi da me volerli sminuire), ma sono essi stessi il risultato di una scelta politica, questo deve essere chiaro a tutti. Scelta che per altro all’atto della dichiarazione ONU del 1948 il blocco sovietico si rifiutó di sostenere e che fu invece fortemente portata avanti dal blocco occidentale.
I diritti umani non sono in cielo, non sono idee platoniche.
Il punto se vogliamo è ancora più a monte: il diritto positivo non è diritto naturale, e il diritto naturale non esiste.
Il diritto positivo incorpora di fatto una serie di idee di giustizia, di idee di morale, idee che sono storiche, come è storico lo stesso diritto positivo. Io non vedo stato di diritto se non nel quadro del diritto positivo. Non è dunque un diritto che rifletta il diritto di natura. E come il diritto positivo cambia, così cambia lo stato di diritto.
Veniamo quindi al dunque: ciò che sostiene la contrapposizione culturale di cui scrivo nell’articolo è l’imperfezione del diritto positivo, che proprio per questo non è nell’orizzonte del fanatismo.
Fissa una serie di regole che possono essere cambiate attraverso altre regole ecc. In questo riconosce la propria non assolutezza e la necessità di compromesso.
Il moralismo è però sempre frustrato dal compromesso politico che lo stato di diritto per sua natura è. Perché all’individuo moralista è inconcepibile che non siano realizzate la Morale, la Giustizia: il problema (come noto nel commento sopra) è che crede che la Morale e la Giustizia possano solo che coincidere con il suo, in realtà particolare e spesso molto debole, punto di vista.
Ed ecco allora che non si accetta nemmeno la possibilità di uno scontro, perché in buona sostanza “la giustizia è una ed è quella che dico io! Lo sanno tutti”! In questo senso la dignità del conflitto stesso viene esautorata in virtù di una visione moralmente considerata non superiore ma addirittura assoluta e (non si sa come) impermeabile ai tempi, ai luoghi, alla cultura e alla Storia, se ci pensiamo, perché troppo calata in esse per avere la prospettiva necessaria a circoscriversi, a definirsi qualcosa di più piccolo di un’idea divina. Ecco dove sta il fanatismo in a nutshell.
Vi sono diversi approcci: quello di chi cerca di introdurre riforme e cambiamenti a partire dalla consapevolezza della relatività degli interessi, e anche di valori non negoziabili, e quello di chi, invece, ha in mente un vero a proprio stato etico (anche se non lo sa, a volte) che metta ordine alla confusione delle idee, che permetta e vieti, che indirizzi l’economia dentro l’interesse generale della giustizia e della morale. Che casualmente non sono che la sua giustizia e la sua morale, nonché la giustizia e la morale a cui tutti i popoli giungono in qualsiasi punto dello spaziotempo.
Ps per tutto ciò che riguarda “l’espansione ad est della NATO”, i docili cagnolini europei a cui più volte è stato chiesto proprio dagli USA di rendersi autonomi, la rivoluzione di Euromaidan che derubrichi a “golpe”, gli errori tattici di Zelenskyy (che suppongo siano stati evitare la resa incondizionata alla sacralità del cielo morale delle idee), beh quanto a tutto questo potremmo discutere per ore, così come della visione tremendamente strutturalista di una Russia che “dal punto di vista legale e giuridico ha tutti i pesi e contrappesi di una democrazia” mentre Putin governa da 20 anni avvelenando gli avversari politici e arrestando la sua stessa gente. Potremmo, ma non mi va proprio
Questo è il tipico mix di idealismo e “realpolitik”che viene usato per giustificare i sistemi più oppressivi.
Se non mi sono spiegato bene (e rileggendo c’erano margini di fraintendimento) ciò che intendo e proprio criticare l’idealismo di chi antepone i valori assoluti ai bisogni concreti degli individui reali.
Occorre quindi ,a mio avviso ,avere una visione di tipo materialista e scientifico ai problemi umani.
Se assumiamo come obiettivo quello dell’ massimo benessere per ogni individuo ,e ovvio che il sistema giuridico debba fare delle scelte per adattarsi alle condizioni concrete ,ma tali scelte andrebbero appunto basate su valutazioni razionali e scientifiche della realta concreta,non su dogmi fumosi “non negoziabili”.
Se osserviamo la realtà concreta è facile capire come il diritto alla vita sia presupposto necessario alla libertà ed alla ricerca della felicità,che senza di questo sempicemente perdono di significato (non perché lo dice una teoria di “stato etico” ma perché ,prosaicamente,un cadavere non se ne fa granché della libertà di parola).Per tutelare il diritto alla vita è fondamentale impostare la società sulla priorità della sua difesa,sulla cui base si può anche scegliere di limitare gli altri due aspetti,per esempio la libertà di movimento(green pass),di parola( divulgazione di fake news) e soprattutto le c’è” libertà economiche “(la proprietà privata dei mezzi di produzione di farmaci,attrezzature sanitarie od ospedali).Ovviamente ciò va fatto in maniera proporzionata ed il più possibile giustificato,cosa che la democratura . draghiana non fa ,preferendo demonizzare i non vvaccinati e continuando con unw gestione dissennata,che non ha ampliato sostanzialmente gli strumenti di sanità pubblica(ma aspettarselo da chi ha sostenuto i “tagli lineari” e le privatizzazioni era forse un’po ingenuo)
Queste libertà concrete hanno sempre più spesso poco a che fare con le formalizzazione del diritto (mi pare che tu adotti un approccio simil -hegheliano,,pensando che sia i concetti a sostanziarsi nella la realta concreta,) che viene semplicemente by-passato all’occorrenza.
Come avrai capito,io seguo un approccio marxiano e penso che invece il rapporto dialettico concreto /astratto vada analizzato con un focus sugli aspetti materiali della realtà:per esempio la dittatura socialista cubana ,grazie ad un’istruzione efficiente è riuscita creare una propria industria biotecnologica pubblica e aprodurre vaccini più efficaci di quelli delle case farmaceutiche occidentali(a giudicare dai numeri su ricoveri e decessi),gestendo la pandemia ricorrendo a molte meno intrusioni nella libertà individuale (ne Green Pass nè lockdon totali alla cinese)nonostante la condizioni di enorme svantaggio.
Io credo che un sistema socialista possa garantire megliole libertà i diritti fondamentali ,e che le osservazioni e le analisi di Karl Marx sul modo per passare dal regno della necessità a quello delle libertà siano ancora valide.
Per quanto riguarda il conflitto ucraino ,credo che le distruzioni che porterebbe il protrarsi della guerra non abbiano senso per difendere una democratura cleptocratica da un’altra democratura cleptocratica(sinceramente non capisco dove vedi questa diffeeenza abissale tra il regime russo e quello euroatlantico e che inoltre un riequilibrio geopolitico ed uno stop all’espansionismo Statunitense non possano essere visti come element in sé pericolosi e/o destabilizzanti,ma anzi potenzialmente potrebbero mettere in guardia Usa e Nato da ulteriori avventure neocoloniali nei paesi del “terzo mondo”).
Jacopo credo che abbia risposto in modo serissimo a un commento che presente una visione che, se sincera, è inquietante perché è totalmente distorta. Ricordo il famoso paradosso della montagna di m. È facile metterlo insieme, difficilissimo da smontare pezzo per pezzo. L’unica cosa che posso dire è che l’opinione dell’interlocutore di nome Davide merita rispetto. È il suo puto di vista e va bene così. Sicuramente ci saranno tante altre cose sulle quali possiamo essere d’accordo. Quanto alla sua teoria dei diritti umani non capisco come pensa che possa essere difesi con le bombe a grappolo. La dichiarazione dei diritti dell’uomo fu un’azione politica che, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva il nobile scopo di impedire il ripetersi delle atrocità della guerra e dello sterminio di massa. Si sperava di tracciare così un confine netto che non potesse essere più superato. Il confino dei diritti umani è già stato superato con il superamento dei confini ucraini. Quando il diritto interazione non funziona, resta solo la guerra o la resa.
Ringrazio per comprensione e rispetto(che già quelli sono merce rara su forum e blog internet),ma mi sa che la distorsione( per lo meno quella più grossa ,perché sbagliare sbagliamo tutti)c ‘e l’abbiate voi e,che sia dovuta alla necessità psicologica di vedere un mondo (e soprattutto la propria fetta di mondo, acuì si è “affezionati”,e a cui poi ,non si vuol sentire la necessità di ribellarsi,forse perché inconsapevolmente si ha presente che il. ” trattamento ” che si subirebbe non sarebbe certo “umano)”.
Vedo che la propaganda,che ho pargonato a quella della prima guerra mondiale,dove le ” democrazie dell’intesa”,Impero britannico francese,insieme a l’Italia delle decimazioni(comunque la meno peggio) e il democraticissimo impero zarista dovevano essere il baluardo contro il militarismo germanico,o ai turchi ottomani che opprimevano i poveri arabi( invece dopo…)che Lawrence non poté fare a meno d’aiutare.,ha fatto parecchia presa.
Io sostengo questa posizione perché tra le falsità di un regime e le opposte falsità dell’altro cerco di farmi un punto di vista il più vicino alla realtà dei fatti.(inoltre il fatto che ci sia un rifugio per gli snowden oltreché per i navalny ,lo reputo positivo per la libertà di stampa)
“Quanto alla sua teoria dei diritti umani non capisco come pensa che possa essere difesi con le bombe a grappolo”
Questo è la teoria a cui crede il ” bushfanclub ” a cui sono ridotti i nostri media e anche tanti “intellettuali” ,io credo l’esatto contrario,ovvero che le distruzioni di una guerra farebbero peggiorare le condizioni di vita dei cittadini inutilmente( al di là che parecchie di questi orrori che i media di regime raccontano sono inventati o ingigantiti).
Quindi ,visto che Putin non ha interesse ad una guerra infinita(quale invece hanno scientemente pianificato i vertici militari statunitensi per il medio Oriente allargato,col loro “caos creativo”)ma a stabilizzare l’ucraina sotto il proprio controllo,penso che far finire la guerra il prima possibile,(ovvero fare vincere i russi nel modo più indolore possibile ) e NON inviare supporto militare all ‘ucraina sia la scelta più sensata,se si hanno a cuore i cittadini ucraini,.
Se invece si ha a cuore,come i nostri media ,la demonizzazione della Russia, o l’impoverimento del popolo russo,allora spingere per una carneficina ,Armando l’estrema destra ucraina,imponendo sanzioni,che poi si ritorcerebbero sui cittadini europei,sull’ambiente(vedi riapertur a carbone)e che agli oligarchi miliardari russi ( e nemmeno a quelli occidentali) farebbero il solletico,diverrebbe la scelta idonea.
Bisogna decidere quali sono le priorità.
Ho fatto riferimento ai neocons (mi par di capire che tu non ti reputi tale, menomale),perché rispecchiano il sunto “”meta-politico”delle ideologie di destra( siano esse nazionaliste,conservatrici ,teocratiche, liberali, fasciste)che è l’idea che il male non si possa combattere razionalmente,che l’uomo sia” cattivo” ed egoista e “per natura”,e che quindi tanto vale ho o uomini lupus,il mors
tua vita mea,,che sia quello del” individualista” di libero mercato che “ognuno fa (o vuol fare)sempre il proprio interesse”, o del fascista che vede lo “scontro tra razze e nazioni” per il predominio.Queste teorie,più che rispecchiare “crudamente” ma ” realisticamente” l a realtà nel suo complesso( come vorrebbero dare a vedere ) rispecchiano la natura patologica delle menti che le hanno prodotte.
I neoconservatori ,a partire da Leo Strauss,capendo che banalmente non è così ,che e vero invece il grosso delle persone che scelgono di comportarsi male lo fanno per errore logico-razionale ( anche “l’intellettualismo etico socratico un suo fondamento ,pur parziale, c’è l’ha),fraintendimento emotivo,conformisnmo, oppure per vigliaccheria/spirito di sopravvivenza( quindi,garantendo la sopravvivenza a tutti,gran parte della violenza sociale potrebbe cessare,e le analisi sulla correlazione tra benessere economico di base equamente diffuso e diminuzione della violenza e del crimine ,corroborano questa tesi),credono che essendo l’unico vero bene l’utile del più forte( vedasi “interpretazione”della Repubblica di Platone)e non il benessere materiale del “popolino(e qui si vede l’influsso dell’elitismo anti-democraatico nietzschiano),sia legittimo che i più forti,i più scaltri ,raccontino la “nobile menzogna”(es guerre umanitarie )per convincere i deboli( tutte le persone normali che hanno un’etica ragionevole) a fare il male necessario in nome del bene,(in realtà del peggio)che guarda caso è sempre un valore astratto e fumoso( “la libertà” ” i valori europei””la nostra civiltà”) di forte impatto emotivo ma non verificabile nella realtà fattuale(che già è difficile vedere a causa della propaganda e della censura).
Queste idee,a mio avviso, sono,da un punto di vista “strutturale” strettamente legate all’incapacità di produrre progresso di un capitalismo che ha fatto il suo tempo,(da un pezzo ,almeno un secolo) e che sopravvive per inerzia ideologica( non solo sua ma anche dei suoi “avversari”.