Questa primavera, quando le forze russe hanno assediato Mariupol, i bambini ucraini sono stati costretti a scappare dalle case popolari e dai collegi che erano stati bombardati. Separati dalle loro famiglie, hanno seguito chi scappava verso ovest, alla ricerca della relativa sicurezza in cui si trova l’Ucraina centrale. Tuttavia le forze filo-russe li hanno intercettati, caricandoli su autobus diretti a sud-est, nel territorio controllato dai russi.
Il New York Times questa settimana ha riportato le testimonianze di vari bambini, tra cui Anya, una ragazzina di 14 anni che è stata portata con la forza fino a Mosca, dove ora vive con la sua nuova “famiglia” adottiva russa. Anya ha raccontato che non voleva andare in Russia, nessuno le ha chiesto il suo parere, ma i russi l’hanno portata via con la forza, costringendola a tagliare ogni legame con la sua famiglia.
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Mosca ha a più riprese annunciato con grande orgoglio il trasferimento di migliaia di bambini ucraini in Russia. Sulla televisione di stato si vedono i funzionari russi offrire orsacchiotti ai giovani nuovi arrivati, descritti come bambini abbandonati e salvati dalla guerra, bambini pronti ad essere adottati e a diventare nuovi cittadini della grande Federazione Russa. La propaganda del Cremlino trasforma quindi ciò che è a tutti gli effetti un crimine di guerra in un grande gesto umanitario.
Questo reinsediamento forzato di bambini ucraini fa parte di una più ampia strategia di Putin, una strategia atta a trattare l’Ucraina come parte integrante della Russia, rendendo così un’invasione illegale una nobile causa. Il governo russo utilizza bambini, malati, poveri e orfani come parte di una campagna di propaganda che presenta la Russia come portatrice di sicurezza e benessere.
Sempre al New York Times una ragazzina con la passione per il disegno ha raccontato che, nonostante la sua famiglia adottiva russa la trattasse bene, voleva tornare presto in Ucraina.
“Non voglio diventare una cittadina russa, i miei amici e la mia famiglia non sono qui, ma in Ucraina”.
I bambini hanno raccontato come le forze russe li hanno rapiti, utilizzando la forza e l’inganno per spedirli in Russia, lontano dalle loro famiglie. I loro racconti si aggiungono a un corpo sempre più crescente di prove pubblicate da associazioni e testate giornalistiche. Ad oggi l’esistenza di una politica di rimozione e adozione forzata di migliaia di bambini da parte della Russia è sempre più evidente.
Gli ucraini accusano la Russia di perpetuare un genocidio, perché ai sensi del diritto internazionale il trasferimento forzato di bambini, se inteso a distruggere un gruppo etnico/nazionale, è considerato un atto di genocidio. I funzionari russi hanno risposto chiarendo che il loro obiettivo è semplicemente sostituire qualsiasi attaccamento infantile alla casa con l’amore verso la Russia.
Il numero esatto di bambini portati in Russia non è chiaro. Le autorità russe infatti non hanno risposto alle domande del New York Times, mentre le autorità ucraine hanno affermato di non avere a disposizione un conteggio accurato. Secondo Kiev comunque si tratterebbe di una cifra sull’ordine delle migliaia. A confermare le stime ucraine sembrano essere gli stessi annunci russi, secondo cui ad aprile i bambini ucraini arrivati in Russia erano oltre 2000. A seguire, nei mesi successivi, i russi hanno annunciato l’arrivo di centinaia di nuovi bambini.
Il governo russo ha poi recentemente annunciato un piano per rendere più efficienti e frequenti i reinsediamenti di bambini ucraini. Le famiglie russe hanno accolto di buon grado l’adozione di bambini ucraini, sia per una questione di patriottismo, sia per un sincero desiderio di offrirgli una vita migliore. E mentre molti genitori ucraini cercano disperatamente di recuperare i propri figli, altri hanno deciso di rinunciare sia per ragioni economiche, sia perché le loro relazioni si erano già interrotte prima della guerra.
Il New York Times ha intervistato anche Olga Druzhinina, una donna russa di Salekhard (Siberia) che ha adottato ben quattro bambini ucraini provenienti da Donetsk. La donna ha detto di considerare questi bambini come completamente russi, aggiungendo come la Russia si stia soltanto limitando a riprendere ciò che è suo, le sue terre e i suoi cittadini.
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1 comment
cose belle dal mondo del 2022…