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Speaker's Corner

Sotto scroscianti applausi muore la democrazia

muore la democrazia

É sotto scroscianti applausi che muore la democrazia, vittima del suo immobilismo culturale e della pochezza di ogni schieramento politico.

muore la democrazia

Queste le facili conclusioni che si deducono dai vari interventi alla camera e al senato di questi giorni, che consacrano il Conte BIS a proseguire il suo cammino imperterrito verso la via del declino.

Non sono bastati i dati relativi all’excess mortality , non sono bastati i dati divisi per range d’età, non sono bastati i dati preoccupanti delle RSA, non è bastata nemmeno l’astensione di Italia Viva a fermare questo esecutivo.

Basterà forse il fallimento che si sta preannunciando con i vaccini? Nel frattempo, Domenico Arcuri ha già provveduto ad accusare qualcun altro. Il gioco dello scarica barile è sempre il nostro preferito. Ed è un gioco che piace ad ogni fazione politica.

Piace a Cioffi (M5S), che con un’arguta e stucchevole poesia ci ricorda che è colpa della mano invisibile (nel paese che fino agli anni Novanta aveva il ministero della programmazione economica fa un po’ ridere).

Piace alla Bernini (FI), che ci rivela che la Germania può fare più debito rispetto a noi, come se il suo partito non avesse responsabilità della gestione della cosa pubblica degli ultimi vent’anni.

Piace a Bagnai (Lega), che prima attacca Monti, designandolo come responsabile numero uno, poi, fra un latinorum e un non detto, decide di avanzare invettive contro il troppo debito e l’ideologismo.

Piace alla De Pretis (LeU), neo-paladina delle nuove generazioni e antinuclearista. Gli ossimori sono sempre i più graditi.

Piace a La Russa (FdI), che per qualche istante si dimentica di essere laureato in giurisprudenza, e confonde il sistema elettorale italiano con quello che vorrebbe ogni grillino che si rispetti. Salvo poi ricordare a tutti che è un avvocato al pari di Conte.

Non piace a Lichetti (M5S), che tutto contento vuole ribadire i grandi successi di Arcuri con i banchi a rotelle. Mario Giordano ringrazia, gli alunni un po’ meno.

Sembrerebbe una sceneggiatura da teatro dell’assurdo, tutta da ridere, se non fosse che da quelle stesse aule dovrebbe uscire il Recovery Plan e il debito che molti di noi, i più coraggiosi (o i più fessi) non ancora con residenza all’estero saranno condannati a ripagare.

Grazie per il declino.

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