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Speaker's Corner

Salvate il soldato Giannino

Stavolta pare non si tratti di un flatus vocis. A detta dello stesso giornalista, nonostante le sue trasmissioni radiofoniche, dopo la Zanzara – una serie di trivialità spacciate per satira – siano le più seguite del palinsesto di Radio 24, i vertici di Confindustria sarebbero intenzionati a non rinnovare il contratto di Giannino.

Le ragioni sono probabilmente da ricercarsi in primis nella sudditanza manifestata dalla Confindustria di Boccia nei confronti dell’attuale governo. Giannino paga dunque il fatto di essere uno strenuo oppositore del governo gialloverde (anche se tenderei a escludere pressioni politiche in tal senso) e anche di avere un carattere bizzoso e poco conciliante.

Si può dissentire, in maniera anche radicale, con le opinioni espresse nel corso delle sue dirette dal conduttore, che è un liberista spinto, dai suoi ospiti o colleghi (Seminerio, Maffé, Cifarelli); certi suoi atteggiamenti da istrione possono risultare eccessivi o sgradevoli (vedasi le sue celeberrime invettive contro “lo Stato ladro”); ma “I conti della Belva” o “la Versione di Oscar” rappresentano un esempio di ottima informazione, indipendente e critica (con qualsiasi governo) nel panorama asfittico e cloroformizzato del giornalismo italiano; un appuntamento imprescindibile per chi vuole orientarsi nel mondo dell’economia. In tempi di conformismo imperante, sono pochi i giornalisti che possono vantare il merito di non essere stati proni nei confronti dei potenti che si sono succeduti al governo: Giannino (assieme ai suoi sodali) è uno di questi. E gliene va dato atto.

Pur tra mille difetti ed errori che ha compiuto nel corso della sua vita professionale, anche il più accanito dei detrattori non può che riconoscergli, come giornalista economico, grande competenza (a prescindere dai titoli di studio conseguiti), passione e una certa dose di onestà intellettuale. Oltreché, aggiungo io, un’erudizione fuori dal comune.

Certo, la storiaccia della laurea e del master millantati rimane un’onta imbarazzante che lo accompagnerà per il resto dei sui giorni (e di cui comunque ha pagato ampiamente dazio).

Anche l’anno scorso si pose la questione del rinnovo contrattuale. Giannino denunciò la volontà dell’editore di estrometterlo, poi smentito dall’azienda; non si è mai capito chi tra le due parti asserisse il vero e chi no, ma alla fine la disputa si risolse con una conferma e gli venne demandata di nuovo la conduzione di tre programmi (in uno dei quali coadiuvato da Maria Latella che subentrava al posto di Telese, palesemente inadeguato, e nel frattempo convertitosi al verbo sovranista). Ci auguriamo che avvenga lo stesso anche questa volta.

Se le trasmissioni di Giannino dovessero chiudere i battenti, benché si tratti di una scelta pienamente legittima di un’emittente privata, sarebbe una perdita per il pluralismo e la libertà dell’informazione nel suo complesso. Verrebbe a mancare una voce scomoda – e in questi tempi lividi sappiamo quanto ce ne sia bisogno; senza dimenticare poi che nei media mainstream, a parte qualche rara eccezione (ad esempio Carlo Cottarelli), viene concesso poco spazio a chi professa idee liberali.

Giannino, Radio 24,Lauree, Confindustria, Boccia, Telese, Latella, versione di Oscar, i conti della Belva, Seminerio, Cifarelli, Maffé, liberismo

10 comments

Angelo 17/07/2019 at 18:24

ma una raccolta firme in fondo all’articolo?

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Giuseppe Sangiorgi 17/07/2019 at 22:00

DA LIBERISTA E LIBERALE CONDIVIDO IN PIENO IL COMMENTO SU OSCAR GIANNINO. CONFERMO CHE GLI ITALIANI HANNO BISOGNO CHE GENTE COME OSCAR CONTINUI A FARE INFORMAZIONE, QUANTO MENO PER SOTTRAENDOCI ALL’ONNIPRESENTE PENSIERO UNICO. RICORDIAMO CHE OSCAR HA IL GRANDE MERITO DI AVERE ANTICIPATO CHE L’ITALIA SI STAVA AVVIANDO A PERIODO BUI, DA TUTTI PUNTI DI VISTA, MA SOPRATUTTO DA UN PUNTO DI VISTA ECONOMICO E POLITICO/CULTURALE FONDANDO IL PARTITO “FERMARE IL DECLINO”.
AUGURI OSCAR

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Cristina Tincati 18/07/2019 at 12:04

l’estromissione di Giannino da Radio 24 mi sembra una purga piuttosto che un normale avvicendamento. Anche le voci scomode rendono interessante e pluralista una testata giornalistica. Se poi un conduttore è preparato, ha una solidissima cultura che spazia in vari campi, comunica con una proprietà di linguaggio ormai rara, gli si possono perdonare le veementi intemperanze, le alzate di scudi. Anche quando non concordo con certe affermazioni o interpretazioni di fatti, gli riconosco il merito di stimolare in me sempre e comunque una riflessione.

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Paolo Zuccaro 18/07/2019 at 14:22

10 anni fa Giannino mi sembrava un giornalista interessante e competente, me in questi ultimi anni la mia valutazione è cambiata perchè è diventato chiaro come Giannino sia organico al pensiero unico (neo) liberista, che professa e promuove in tutti i modi l’estromissione dello Stato dall’economia e la piena fiducia nelle forze del libero mercato, per me Giannino non è di certo garanzia di pluralismo e indipendenza d’informazione e pensiero, semmai è evidente il contrario

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Paolo Zuccaro 18/07/2019 at 16:42

Chiedo un cortese chiarimento all’autore dell’articolo Elia Dell’aglio: cosa intende per “liberalconservatore in politica, ma liberista di sinistra in economia e anticonformista”, grazie

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Elia Dall'Aglio 19/07/2019 at 16:40

Gentile Paolo,
mi rendo conto che può apparire come una contraddizione in termini. Significa, banalmente, che sono politicamente e culturalmente vicino a valori tipici di una destra conservatrice (legalità, senso dello stato, allergia al politicamente corretto) ma più vicino, in economia alle idee della sinistra liberista o riformista.
Sono un fautore dell’economia sociale di mercato, ordoliberista, favorevole cioè all’intervento – limitato – dello stato per mitigare gli effetti distorsivi del libero mercato, considero il welfare stare una delle piu grandi innovazioni del 900 prodotte dalle socialdemocrazie ecc ecc.
Naturalmente la mia destra nulla ha a che fare con le varie contraffazioni di partiti di destra, come direbbe Montanelli, che si sono succedute in Italia nel corso degli anni (da quella finto liberale berlusconiana a quella ben più statalista incarnata oggi da Salvini).
La ringrazio dell’attenzione.
Cordiali saluti,
Elia Dall’aglio

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Gilberto Vendramin 19/07/2019 at 00:27

Se sei un liberal lo sei fino in fondo. Quindi se l’imprenditore vuole farti fuori, va in cerca di qualcuno che ti stimi e lavora per lui. Sarà il Sole a perderci. Nessuna difesa per nessuno. Per citare educatamente un detto: ognuno è liberal con il contratto degli altri.

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Filippo Massari 19/07/2019 at 03:16

Nessuno vuole togliere la liberta` all’imprenditore di fare quanto ritiene piu` opportuno. Detto questo, accettare tale liberta` non significa dover per forza astenersi dal protestare. Non c’e` nulla di contraddittorio in questo.

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Meg 19/07/2019 at 16:14

Non sono una liberista, anzi.. ma lasciate ciGiannino in rsdio

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Daigus 23/07/2019 at 01:26

É il libero mercato baby…. Quello che piace tanto a Oscar….

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