In una recente intervista, la dott.ssa Dietlinde ” Lilli ” Gruber ha affrontato un problema serio come la parità di genere nel peggiore dei modi. Senza il minimo ritegno, infatti, la dott.ssa Gruber ha sciorinato una serie di luoghi comuni degni della peggior Barbara D’Urso.
A scanso di equivoci, sono un fermo sostenitore delle parità di genere; fiore all’occhiello del nostro sistema democratico. La partecipazione femminile alla vita politica/economica di un paese è un imprescindibile valore aggiunto. Tanto premesso, vorrei analizzare alcuni sragionamenti della dott. ssa Gruber.
- ” I maschi al potere stanno lasciando un mondo a pezzi: debito pubblico, tasse, disoccupazione, fuga dei talenti, mancanza di servizi, disuguaglianze, scuole e ponti che crollano (…) siamo più brave e competenti e chiediamo il potere“.
I freddi dati distruggono i deliri della dott.ssa Gruber. Negli ultimi 15 anni, infatti, l’Unione Europea ha avuto una crescita economica simile a quella Usa. La ricchezza pro capite è aumentata in buona parte del mondo. Negli ultimi 30 anni la povertà è stata dimezzata. Ergo: dove sarebbe il mondo lasciato a pezzi dai maschi?
By the way, questa crescita economica è stata concausata anche da una grandissima statista come Angela Merkel; donna molto intelligente e capace. (Lei.. ) Ad ogni modo, anche la Spagna cresce da 3 anni. Gli Usa da 10. Entrambe le nazioni sono state governate da uomini. Non ve l’ha detto questo, la dott.ssa Gruber?
Parlando di debito pubblico e disuguaglianze : la dott.ssa Gruber, prima di salire sul pulpito per rifilarci l’immancabile predica, potrebbe indicare i danni causati in Argentina dal populismo di Lady Kirchner? Perché non mostra la dinamica del GDP per capita brasiliano durante la presidenza di Dilma Rousseff? Potrebbe ricordarne la messa in stato d’accusa? Come sarebbe la storia per cui le donne, in quanto tali, sono ” più brave e competenti? “.
A questo punto, immagino la probabile replica delle donne Gruber oriented: ” Insomma, bisogna valutare il contesto internazionale in cui una donna opera. Non si può essere così drastici !!! “. Affermazione condivisibile; purché lo stesso metro di giudizio sia applicato anche agli insuccessi politici degli uomini. Non sia mai, nel mondo della dott.ssa Gruber per gli uomini – come avrebbe detto Casaleggio senior – “non esistono scuse, ma solo fallimenti “. Un bel modo di argomentare, vero? Molto poco discriminante, non trovate?
Il succo del ragionamento non cambierebbe anche se il delirio della dott.ssa Gruber si riferisse alla sola Italia. Il paese è stato sì rovinato da presidenti del consiglio incapaci, i quali, tuttavia, hanno ricevuto il voto anche delle donne e sono stati appoggiati anche da deputate, senatrici e ministre. Il disastro boot shaped chiamato Italia è stato dunque causato da uomini e donne. Punto.
- ” Gli uomini devono essere rieducati (…) è ora che anche gli uomini (…) imparino a essere più femminili. (…) Se poi si pensa alle guerre, le donne sono le prime vittime ma anche le prime a trovare soluzioni per gestire le conseguenze dei conflitti, la mancanza di cibo, acqua, elettricità e le prime a ricostruire e rimettere insieme i cocci.”
Parliamo degli uomini da rieducare. Quando un essere ripugnante come Trump disse: ” When you’re a star. They let you do it. You can do anything. Grab ‘em by the pussy“, fu giustamente “linciato”. La frase era volgare, sessista e assoluta. Si riferiva, cioè, a tutte le donne. In realtà, alcune donne hanno accettato la “corte” di Testa arancione. Altre no. La frase corretta, quindi, avrebbe dovuto riferirsi alle sole donne disposte a concedersi a the Donald, senza generalizzazioni di nessun tipo. In other words: some women, not all. Allo stesso modo, non tutti gli uomini sono da rieducare. Solo alcuni. La dott.ssa Gruber critica la frase assoluta e sessista di Trump usando un’altra frase assoluta e sessista. Noto solo io la contraddizione?
Perché gli uomini dovrebbero essere più femminili? La finezza di pensiero, la gentilezza e la capacità di immedesimarsi nelle ambasce altrui sono un’esclusiva delle donne? La dott.ssa Gruber, per caso, sa come certe esponenti del gentil sesso festeggiano l”8 marzo o l’addio al nubilato? Conosce l’unico motivo per cui alcune signore volano a Cuba, in Giamaica o nella Repubblica Dominicana? Le sembrano garbate, composte e così diverse da taluni uomini? Se un “maschio“, per usare un termine caro alla dott.ssa Gruber, dovesse dire: ” Le donne devono diventare più forti, meno lacrime. Devono imparare ad essere più maschili“, quanto tempo passerebbe prima del suo linciaggio mediatico? Perché in questo caso si sono fatte spallucce?
Anche la guerra, nella squallida retorica femminista della dott.ssa Gruber, si trasforma in un peana intonato all’altra metà del cielo. Effettivamente, per gli uomini andare al fronte è una bazzecola, se non si considerano le condizioni igienico sanitarie delle trincee, le uccisioni, le mutilazioni e le torture subite dai soldati. Dettagli… La guerra, purtroppo, devasta uomini e donne. Non esiste un genere privilegiato.
La dott.ssa Gruber non vuole la parità di genere. Vuole la sottomissione maschile in nome di una non meglio identificata superiorità femminile, scolpita nella frase ” siamo più brave e competenti“.
Uno stato liberale non deve favorire un uomo o una donna in quanto tali. Deve perseguire la parità di genere, rimuovendo tutti gli ostacoli che impediscono ai suoi cittadini di realizzarsi. Fatto questo step, la persona più meritevole e/o più fortunata emergerà, a prescindere dal genere di appartenenza.
La visione della donna-angelo disponibile, per gentile concessione, ad abbassarsi all’infimo livello dell’uomo per poterlo elevare al suo, è una fola di dantesca memoria. Un mantra autoassolutorio pronunciato da donne livorose, inutilmente saccenti ed incapaci di accettare the awful truth: meritarsi l’uomo mediocre presente al loro fianco.
Detto in parole povere: ci si piglia perché ci si somiglia. Le poche donne valide saranno accompagnate dai pochi uomini validi (e viceversa).
Tutte le altre, invece, continueranno a blaterare sciocchezze sulla necessità di “rieducare” gli uomini.