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Speaker's Corner

L’ambientalismo non diventi anticapitalismo

Da anni sono sempre pronto a commentare ogni avvenimento politico. Non si può certo dire che io non abbia coscienza civile. Potrà quindi essere una sorpresa, ma non ho partecipato al movimento Fridays for Future.

Personalmente sono molto sensibile alle tematiche ambientali. Mi muovo quasi solo in bicicletta o coi mezzi pubblici, cerco di non sprecare acqua e energia, bevo solo acqua del rubinetto con la borraccia (che poi non riesco a chiudere, e poi mi trovo lo zaino allagato…), quando vado al supermercato cerco di portarmi la sportina da casa. Più volte mi sono espresso a favore di provvedimenti della pedonalizzazione dei centri storici e della mobilità sostenibile. A questa premessa aggiungo anche che Greta Thunberg è sicuramente una ragazza intelligente per la sua età e offenderla perchè è giovane o, peggio, perchè è Asperger, è aberrante.

Detto questo, Fridays for Future non mi ha mai convinto. Partiamo dall’ultimo discorso di Greta: “Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E voi non siete capaci di parlare d’altro che di soldi e di favoleggiare un’eterna crescita economica. Come osate!” . In apparenza sembra condivisibile, in realtà no.

Thunberg parla di “crescita infinita”. Ma che cos’è la crescita economica? Secondo i più basilari modelli economici, come il modello di Solow, la crescita è prodotta dall’accumulazione di capitale, ma anche, e soprattutto, dal progresso tecnologico. Crescere non vuol dire solo costruire capannoni e distruggere le foreste, ma soprattutto creare tecnologie che permettano di fare uno stesso lavoro in meno tempo, e quindi ottenere prodotti migliori. Il progresso tecnologico spesso può fare molto di più di qualunque legge[1]. Ad esempio, Indro Montanelli diceva che “la lavatrice ha contribuito all’emancipazione femminile più di secoli di lotte“: sicuramente è una forzatura, ma c’è un fondo di verità. Allo stesso modo nuove tecnologie più eco-friendly, nate dall’intuizione di imprenditori alla ricerca di nuove opportunità, aiuteranno l’ambiente molto di più di ogni tassa o regolamentazione. Le macchine di oggi inquinano meno di quelle degli anni ‘50. Le fabbriche del 2019, anche le più inquinanti, inquinano mille volte meno di quelle del 1800. E nel frattempo stiamo tutti molto meglio: in Italia l’aspettativa di vita alla nascita è passata da circa 30 anni nel 1861 a circa 80 anni oggi, e anche nei paesi del cosiddetto “Terzo Mondo” il numero di persone in povertà estrema è crollato rispetto ai primi anni 90

Ma bando all’idealismo: la chiave dello sviluppo tecnologico è la ricerca del profitto. Esattamente quel “capitalismo” che qualcuno vorrebbe superare. Demonizzare il capitalismo è molto pericoloso: è l’unico sistema che permette a chi ha un’idea di trovare i finanziamenti (attraverso la tanto odiata finanza) per metterla in atto e ottenere un guadagno, da cui possono nascere tecnologie che porteranno benefici a tutta l’umanità. Ad esempio, il giovanissimo Boyan Slat, di fronte al problema della plastica negli oceani, ha deciso di creare una macchina che raccoglie i rifiuti plastici sfruttando le correnti. Boyan potrà anche dire altro, ma certamente il suo primo obiettivo è fare profitti. Se questa invenzione avrà successo, altri potranno imitarla e magari creare macchine simili, che però costano la metà e sono più efficienti. Ecco che otterremo progresso tecnologico e crescita economica: l’effetto per l’ambiente sarà positivo. Tutto questo grazie al capitalismo!

Ecco, io penso che il capitalismo sia il miglior strumento per combattere i cambiamenti climatici. La mia sensazione è che l’anticapitalismo nasca dal pessimismo sulla natura dell’uomo. L’uomo è cattivo, quindi la sua libertà deve essere limitata dai governi. Che però sono fatti a loro volta di uomini… Quante volte abbiamo visto video su Facebook che dicono che “l’uomo è la malattia del pianeta” o “l’uomo merita l’estinzione”? Ecco, io dico invece che l’uomo non è né cattivo né buono, ma se riceve i giusti incentivi può fare grandi cose. Lasciare il più possibile libera la creatività umana può portarci a grandi progressi, anche per l’ambiente. Perciò, per finire la mia predica, ribalto la frase di Chico Mendes: per me “l’ambientalismo, SE DIVENTA lotta al capitalismo, è giardinaggio”.

[1] Leggi anche La crescita economica può essere infinita?

1 comment

Bernardo 19/02/2021 at 09:52

Lasciare libera la creatività non significa automaticamente il capitalismo. La creatività si può esprimere anche nel socialismo sai. E se pensi che nel socialismo non sia abbastanza incentivata, sei tu che non hai fiducia negli uomini, che pensi che siano come i cani che saltano l’ostacolo solo se dietro c’è l’osso da leccare.

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