Quando sei un personaggio pubblico hai la responsabilità del ruolo che copri e dell’importanza che hai come «voce», che le persone, grazie al loro consenso ti permettono di avere. Questo è quello che Matteo Salvini ha capito molto bene, ma fa finta di non capire. Fedez non lo ha invece capito.
Oggi un rapper distrugge la serietà della causa che il DDL Zan sta portando avanti. Fedez non riesce (perché non è il suo lavoro) a fare nulla di più che un discorso seppur giusto nell’idea (scarso di contenuti e pessimo nella forma), di una banalità sconcertante. Trovate qui il video durante il concerto del Primo Maggio. Uno sviluppo del concetto che porta le degne fattezze dei peggiori post Facebook di arringatori seriali della domenica.
Ci ritroviamo un discorso che può essere quello di un sedicenne arrabbiato. Che non sa affrontare da persona matura un problema. Un ragazzino che si indigna (notare la parola “mi indigno” come ritorna nel contesto populista).
Pessimo oratore, fa la figura anche dell’incapace nel portare la bandiera di una battaglia che è qualcosa di più serio della sua indignazione – che per carità appartiene a molti ed è sempre legittimo provarla – ma manifestata con una superficialità degna di chi copia e incolla. Un tipo di indignazione così lontana dalle invettive delicate ma dure, spigliate e pungenti dei cantautori del passato che tra una canzone e l’altra lanciavano nei confronti della situazione sociale dell’Italia anni ’70.
Si può parlare di tutto quello che è sociale, e lo si può fare pubblicamente ma bisogna farlo rispettandolo e soprattutto con molta meno arroganza. Cosa che non vale per Fedez.
Ecco, questo modo “trambustoso” di fare, questo stile un po’ da Cinque stelle agli esordi – sì perché è questo che ricorda, con tanto di elenco puntato e di nomi e cognomi – crea un effetto boomerang che si ritorce contro la causa, perché oggi si legge sui giornali: «PD e M5S chiedono dimissioni dei vertici Rai. Letta: ‘La tv pubblica si scusi’ Di Maio: ‘nessuna censura in un paese democratico’». Trovate traccia del DDL in questione?
IL DDL Zan alla fine passa di nuovo in terzo piano, dietro la lotta per il controllo della RAI e dietro la lotta contro le uscite vergognose della Lega e di tutti i partiti dell’estrema destra italiana. E soprattutto dietro ai diritti dei lavoratori per cui il primo maggio si festeggia.
Questo dimostra che lanciarsi a capofitto senza pensare, agire di istinto, indignarsi pensando di star combattendo delle battaglie, magari di combatterle in modo giusto, a volte è più rovinoso per la causa per cui si lotta che stare zitti, senza apparire e dar sostegno a chi sul campo di battaglia ci passa la vita guadagnando millimetro per millimetro in trincea, ventre a terra e gomiti nel fango.
Quando smetteremo di dar tutta questa visibilità a chi indossa i panni di un mestiere che non gli appartiene? Prima imprenditori politici, poi Comici politici, tutti investiti dalle piazze, dai consensi, dagli applausi scroscianti per banalità dette e ovvie a tutti.
Inoltre, Fedez pubblica la telefonata avuta con la Rai (qui) aggiungendo legno al fuoco. Purtroppo non capisce che la rai è una televisione pubblica e che se le sue idee le avesse cantate e trasformate in arte musicale avrebbe potuto avvalersi della frase che usa “io sono un artista e dico quello che voglio”. Il suo discorso, con foglio alla mano diventa dibattito politico e pubblico. Ora ci ritroviamo l’ennesimo privato che chiama la televisione pubblica e “sclera” contro i malcapitati. Abbiamo passato anni a combattere contro l’uso privato del servizio pubblico, ma oggi per tutti Fedez è un santo.
Non abbiamo abbastanza forza per svegliarci noi la mattina e combattere per i diritti. Tutti impegnati a ricondividere il suo discorso, mai nessuno a scriver due righe per la legge ormai da mesi ferma al Senato. Ma noi taliani siamo brava gente e siamo troppo impegnati a ricondividere le foto delle uscite di casa col sole e dei bicchieri di vetro sudati pieni di spritz; Ma mai un post speso per la causa Zan.
Orfani di leader veri che portino avanti le battaglie progressiste in questo paese, non ci preoccupiamo di trovarne uno. Innalziamo a eroe il primo che incontriamo per strada, lo ricopriamo d’oro, per una parola detta su una battaglia che riguarda noi ma di cui non ci è mai fregato molto nella praticità.
Il 2 maggio era il 91esimo compleanno di Marco Pannella, uno che di cicatrici di battaglie fatte ne aveva tante. Pannella sapeva usare la lama affilata della lingua; Lui chiese a Vasco Rossi tante volte di candidarsi. Vasco Rossi gli disse «io sono una rock star, non un politico. A ognuno il suo lavoro».
Fedez, tutto quello che tocca lo trasforma in bambinata, in polemica (mai costruttiva o ragionata. Solo emozionale e di pancia) tirando fuori dei discorsi “basic” ovvi e facendolo per altro in modo populista e becero (per quanto possa essere condivisibile il messaggio). Fedez, sii quindi un po’ più Vasco Rossi: limitati al tuo lavoro oppure, se proprio non ci riesci, cerca di non far danni.
Beato il Paese che non ha bisogno – in tutti i sensi – di Fedez.
1 comment
te ben scritto e argomentato. Nonostante questo non mi convince. Certo l’effetto boomerang sulla legge Zan sarebbe disastroso e avvilente per chi piano piano e con enorme fatica porta avanti la causa. Ma:
dove si è Un moderati?
E perché viviamo in un paese in cui ancora bisogna aver timore che recriminare a gran voce possa sortire l’effetto contrario?
Vasco avrà fatto bene a suo tempo ma adesso siamo nel 2021 .
E poi ancora con questo moralismo di chi fa il cantante faccia il cantante, ci fa l’arrotino faccia l’arrotino? No non mi convince.
Negli USA è pieno di cantanti e altro che prendono posizione, anche goffamente, chi se ne frega.
Ma no no vogliamo i santi martiri allora?
Mi viene in mente Ilaria Cucchi, che praticamente sta spendendo tutta una vita per dare giustizia a suo fratello. Certo io la ammiro con tutta me stessa ma poi basta. Di martiri un numero limitato vorremmo averne bisogno