Si dà molto per scontato: la prosperità economica, l’Europa unita, la pace. Ma basta uno schiocco di dita, un mutamento della marea, una tragedia improvvisa, imprevista, imprevedibile, o anche solo la stanchezza di un Continente che non spera più nel futuro ma si accontenta di guardare con occhi nostalgici al proprio passato e alle proprie conquiste perché tutto cambi.
L’Europa non è più un fatto scontato, una realtà certa, un disegno granitico su cui costruire la più grande area di pace, prosperità, libertà e democrazia del mondo. L’Europa, ora, non è altro che un’idea stantia, per alcuni morente. Per altri, semplicemente, un fatto ineludibile, esistente di per sé, immutabile, ma esterno, un soggetto altro da sé, disprezzato o semplicemente “ignorato”. Va da sé dirsi che non esiste Europa senza Europei, non esiste Unione senza unità d’intenti, non esiste una nazione (o federazione) europea senza cittadini europei.
E va da sé dirsi che nel 2017 la Storia (con la “S” maiuscola) avanzerà a grandi passi verso la fragile Europa, e avrà il volto di Erdogan e Putin, Trump e Jinping, o, nella farsesca politica nazionale, di Le Pen e Grillo, Farage e Orbán. La Storia avrà il volto della spartizione del Siraq e della prosecuzione delle guerre per procura tra Persia e Arabia, avrà il volto dell’Africa in ascesa e del Sud America in subbuglio. E per noi, vasi di terracotta tra vasi d’acciaio, sarà l’anno in cui ci guarderemo allo specchio per riflettere su noi stessi ed elaborare il futuro che vogliamo da qui a dieci, venti, trent’anni.
Io voglio essere positivo, voglio guardare in avanti con speranza. I costi delle scelleratezze commesse da chi ci ha preceduto negli ultimi trent’anni ricadranno sulle nostre spalle per i prossimi quaranta, cioè per il resto della nostra vita. È giusto quindi che siamo noi a stabilire la direzione, a decidere il nuovo patto sociale che regoli le nostre vite e i nostri rapporti con gli Stati Europei e con l’Unione.
Invito quindi a guardare al 2017 come all’anno di svolta di un Mondo vecchio e morente e a unirsi per provare a rimetterlo in piedi. A tutti gli Europei che non si arrendono diciamo: abbandonate la comfort zone delle certezze e dei propri gruppi di riferimento e guardate fuori di voi: sono in molti a volere un’Europa unita e forte, basta saperli cercare, basta cercarsi.
- di Alessio Mazzucco