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Elezioni Spagna: vincono i Socialisti, molto bene i Liberali, disastro Popolari

Ieri si sono tenute le elezioni nazionali spagnole, convocate poco più di due mesi fa dopo la fallita approvazione della finanziaria.

Le urne hanno premiato il presidente uscente, il socialista Sanchez (PSOE), che ha ottenuto 123 seggi (prima 84). Al secondo posto il PP con 66 seggi, meno della metà dei 137 precedenti. Al terzo posto spicca Ciudadanos, che passa da 32 a 57, superando il PP in regioni dove fino a poco tempo fa sembrava impossibile, come Comunità di Madrid e Aragona. Quarto partito quello di Pablo Iglesias, Unidas Podemos, che passa da 71 a 42 seggi. Al quinto posto fa il suo ingresso il partito di estrema destra Vox, con 24 seggi. Dietro grande risultato di ERC, partito indipendentista catalano, con 15 seggi. A seguire gli altri.

Il PSOE è stato il grande vincitore. Il risultato era nell’aria, la campagna elettorale impostata sulla paura verso l’estrema destra ha dato i suoi frutti, per di più in un paese che solo 40 anni fa celebrò le prime elezioni libere dopo la dittatura fascista. Lo spauracchio Vox è stato l’argomento principale di Sanchez, unito alle misure sociali varate nei mesi passati: il leader socialista è riuscito ad attrarre migliaia di voti da Podemos e molti provenienti dai moderati di centro.

Ciudadanos è stata la seconda grande sorpresa della giornata: dato da molti come addirittura quinta forza dietro a Vox e Podemos, non solo è riuscito a non perdere voti, ma ha addirittura aumentato i seggi dell’80%, piazzandosi a soli 9 seggi dal PP e diventando de facto il partito leader dell’opposizione.

Grande delusione per Podemos, che come detto paga la concentrazione di voto sul PSOE.

Mezza delusione invece per Vox, che sebbene sia entrato con 24 deputati e 2.5 milioni di voti (3 anni fa ne aveva 40.000), non sfonda come credeva e come molti sondaggi davano per sicuro.

Buonissimi risultati per il partito indipendentista catalano ERC e per quelli baschi del PNV (moderato e mai sopra le righe) e Bildu (partito erede della banda terrorista ETA).

Quali possibili alleanze?

Ad oggi la più probabile sembra quella tra PSOE, Podemos e partitini vari, con l’astensione degli indipendentisti: né Sanchez li vuole nella maggioranza di governo, né loro hanno intenzione di farcisi tirare dentro per poter continuare a tenere i piedi in due scarpe, facendo gli indipendentisti feroci a Barcellona e quelli moderati a Madrid.

Più difficile, anche se auspicabile per il bene del paese, l’alleanza tra PSOE e C’s: il primo è un partito moderatamente socialista, il secondo è un partito chiaramente liberale sia sui diritti che in economia, sebbene per strategia elettorale negli ultimi mesi abbia guardato più a destra che a sinistra. Ciudadanos ha avuto ragione visti i risultati, ma è anche vero che ha spaventato molti moderati che hanno preferito votare il PSOE per la non chiusura a possibili patti puntuali con Vox (praticamente la riedizione del governo di Andalusia, dove il partito arancione governa con i popolari e Vox ha votato l’investitura pur non facendo parte dell’esecutivo).

Il patto sarà comunque molto difficile, perché non conviene né all’uno né all’altro partito: come detto il PSOE ha sottratto molti voti a Podemos, che tornerebbero li in caso di accordo, mentre Ciudadanos perderebbe i tanti provenienti dal PP. A Sanchez in ogni caso non converrà fare molte concessioni agli indipendentisti, spaventerebbe i tanti moderati del PSOE e darebbe ala all’opposizione.

Vox non ha sfondato, ma non va sottovalutato

Se è vero che Vox non ha ottenuto 50 seggi, come alcuni sondaggi prevedevano, è innegabile che sia entrato con forza nel Congresso e difficilmente, con un PP in grande difficoltà, perderà forza, ma più probabilmente ne guadagnerà. Oltretutto la strategia del terrore non funzionerà ancora, perché il partito di destra ha diversi argomenti che fanno breccia nell’elettorato: meno poteri alle comunità autonome (le nostre regioni) che sono dei buchi neri, ricentralizzazione di tante competenze che oggi sono di fatto duplicate, lotta serrata agli indipendentismi.

La cosa positiva è che le forze estremiste, di destra (Vox, parte degli indipendentisti catalani) e sinistra (Bildu) xenofobe non hanno sfondato. La governabilità è saldamente in mano a partiti moderni ed europeisti.

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