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ApprofondimentiEconomia & Finanza

Crisi Economica tra Chiusura della Borsa e Patrimoniale

imbattersi nella realta

La Borsa è il termometro delle aspettative della finanza sull’economia reale. L’eccesso di leva finanziaria sui mercati e l’eccesso di liquidità fornita dalle Banche Centrali hanno allontanato i fondamentali dell’economia reale sottostante dai valori degli asset quotati. Se nascondi il termometro la febbre non passa! Le politiche monetarie espansive hanno potuto solo comprare tempo, hanno fornito continuamente cibo all’elefante nella cristalleria, il crash era solo questione di quando e in quanto tempo. Chiudere la Borsa? Nessun uomo sensato che opera sui mercati o banchiere ha mai appoggiato questa idea scellerata. Quali funzioni verrebbero compromesse?

  1. La possibilità di raccogliere capitale di rischio (equity) e di debito (bond) alle imprese, differente dal credito bancario, riequilibrando in parte l’equilibrio patrimoniale. Il ricorso alla quotazione dovrebbe essere finalizzato ad una crescita non sostenibile con mezzi propri, anche se in Italia spesso le Ipo e gli aumenti di capitale hanno rappresentato l’ossigeno per realtà decotte (vedi banche, Alitalia & Co.)  
  2. L’investitore non potrà tornare della disponibilità della propria liquidità e al risparmiatore sarà impedito investire
  3. Non si contribuirebbe all’inversione di tendenza, impedendo l’acquisto dei titoli, come stanno iniziando a fare manager aziendali e Investitori istituzionali che iniziano ad accumulare posizioni in conto proprio mentre liquidano quelle dei retail, in preda al sell off da panico, dal risparmio gestito 
  4. Nascerebbero questioni legali, fiscali, di successione e probabilmente privacy difficili da sbrogliare

Se l’economia reale si fermasse due mesi molte piccole aziende non quotate che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana, senza interventi esterni, fallirebbero e la Borsa sta dicendo questo per le realtà quotate, non lo sta provocando. Valori bassi rispetto ai fondamentali sono sintomo o di default oppure di ghiotte occasioni di investimento perché l’asset è sottovalutato. Il Mercato non si può fermare perché prende altre forme, come successo con il divieto di short in Italia, messaggio di panico ed impotenza della Consob, che ha notevolmente intensificato le vendite sui future Btp sull’Eurex che ha fatto schizzare il rendimento del decennale italiano facendo intervenire d’urgenza la Bce. Ogni blocco delle vendite allo scoperto, in passato, non ha mai fermato la discesa. Sono gli attori del mercato e l’eccesso di liquidità/finanza il problema.

Chiudere la singola Borsa (vedi le Filippine che sono tornate subito indietro sulla decisione) sarebbe una soluzione simile a quella dell’Eurogruppo che ha delegato le “non scelte politiche” all’azione della Bce: un non agire che prima o poi si paga. Se di concerto Esma e Iosco decidessero per la chiusura dei mercati quotati allora, oltre al rischio di ritorno del comunismo con le nazionalizzazioni dei mercati, si potrebbero avere belligeranze tra popoli, istituzioni e intermediari su tutte le transazioni commerciali e finanziarie per motivi legali, fiscali e di pricing. Rompere il termometro non funziona. Quali suggerimenti?

  1. Le banche sono soggetti privati a funzione pubblica, con clientela statale e non. La Bce dovrebbe salvaguardare esclusivamente i privati, Pmi e partite Iva: dovrebbe farsi carico, eccezionalmente e per il tempo necessario, dei costi sociali privati fino a quando l’economia è ferma. Esempio: pagare direttamente stipendi, fornitori, affitti, costi fissi di un ristoratore chiuso per legge. Eliminare i costi nel libero mercato privato. Facendo così non ci sarebbe nuovo debito e la Bce si sostituirebbe ai prestiti delle banche ormai decotte
  2. Stato. Dovrebbe continuare a pagare gli stipendi pubblici ovviamente ma contemporaneamente sospendere i versamenti per quanto dovuto da autonomi/partite Iva per le scadenze fiscali per sospensione dell’attività e rateizzarle a partire da un mese dopo la ripresa ufficiale dell’attività; inoltre, per chi riuscisse a lavorare a distanza (professionisti quali avvocati, commercialisti, consulenti), non tassare gli introiti per quel periodo

Così facendo si smobilizzerebbero e utilizzerebbero, per chi non avesse introiti mensili, i risparmi privati per vivere 2 mesi senza costi e fisco, senza la necessità di una patrimoniale che pagherebbero in pochi e non i grandi capitali esenti perché hanno spesso sede fiscale all’estero. Sarebbe bello risanare le proprie aziende in perdita, nascondendo l’incapacità soggettiva incolpando il coronavirus, sfruttando quindi un evento pandemico richiamando la necessità di una patrimoniale: vergogna, ci vorrebbe la gogna! Lasciando poi le Borse aperte, una volta finito il sell off, le banche potranno applicare i tassi negativi sui conti correnti lievitati e quindi: 1) incassare qualcosa 2) invogliare i risparmiatori a tornare ad investire contribuendo alla ripresa dei corsi dei titoli

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