Per i giovani avere avuto la fortuna di essere nati e cresciuti nel luogo giusto della penisola italiana può ancora fare una pesante differenza nel 2022 tra opportunità e aspettative di vita?
Tralasciando le evidenze empiriche e osservando l’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM) elaborato dall’Istituto Nazionale di Statistica nel 2015 in combinazione al livello di spopolamento e il livello di reddito locale, la risposta alla domanda sopra purtroppo è sì. È quindi necessario approfondire i motivi per cui bisogna occuparsene il prima possibile, e ragionare sulle possibili soluzioni pensando alle generazioni future.
(elaborazione mappa Filippo Celata su dati Agenzia Coesione)
Non solo nord-sud, ma poli Urbani-Periferici condizionati dalla morfologia
Questa iniquità, che per molti decenni è stata osservata solamente attraverso la dicotomia nord-sud, è acuita altresì dalla morfologia che caratterizza il variegato territorio italiano tra zone costiere, entroterra, fondovalli e pendii montuosi dove comunque vive una considerevole quantità di cittadini italiani, ovvero il 51% dell’intera popolazione.
Le disuguaglianze derivanti dalle differenze territoriali sono, evidentemente, da affrontare alla pari di tutte le altre gravi forme di disuguaglianze, al fine di adempiere all’importante principio democratico che stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”.
Come enunciato all’articolo 3 della Costituzione Italiana, è quindi “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
La SNAI è la soluzione “sperimentale” decennale della politica
Nell’ultimo decennio la consapevolezza della classe politica a dover intervenire su questo tema, dopo un lungo periodo di sperequazioni che hanno allargato il divario sociale ed economico, ha portato alla formulazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), una politica di sviluppo della coesione territoriale e sociale in zone sperimentali, oggi 72, identificate come “marginali” rispetto ai poli urbani centrali, per contrastarne le tendenze allo spopolamento in atto dagli anni sessanta, finanziando opere e servizi utili alle comunità locali per migliorarne la qualità della vita.
Per invertire la tendenza economica e sociale svantaggiosa che colpisce queste aree sono essenziali investimenti in servizi e infrastrutture, ma da sole non bastano: i paesi maggiormente esposti rappresentano identità uniche, tradizioni peculiari, saperi tramandati di generazione in generazione e sono abitati da persone ingegnose, che creano pratiche virtuose in condizioni di difficoltà, da cui poter trarre esempio, va quindi incentivato lo sforzo di coinvolgere chi potrà portare avanti la vitalità di questi luoghi.
Il ruolo della ricerca #giovanidentro per scoprire nuove prospettive
A margine di queste considerazioni si inseriscono altrettante valutazioni oggettive di importante valore. Un’approfondita ricerca, sviluppata da Ottobre 2020 a Luglio 2021 dall’associazione “Riabitare l’Italia”, ha evidenziato che la percentuale di giovani tra i 18 ed i 39 anni propensi a rimanere, o ritornare, a vivere nei loro paesi d’origine facenti parte delle aree interne sperimentali sono il 67% degli intervistati, mentre a spingerli ad allontanarsi sono l’interesse ad ampliare le esperienze di vita e cogliere nuove opportunità formative.
È emersa così la necessità di modificare il paradigma con cui si guarda ai giovani ed al futuro dei territori in cui essi crescono, per invertire la tendenza delle politiche di sviluppo locali che faticano ad essere coinvolgenti nei loro confronti ed in grado di sfruttare le conoscenze ed abilità di cui sono portatori.
Il ruolo di Officina Giovani per costruire partecipazione tra le aree interne
Ad operare in questa direzione è nata Officina Giovani Aree Interne, un’iniziativa a supporto del Comitato Tecnico Aree Interne (CTAI), nell’ambito di Officine Coesione, progetto del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020. L’iniziativa ha tra i suoi obiettivi la creazione e legittimazione di una rete di giovani attivi nelle aree interne che possa divenire un interlocutore competente nella costruzione di policy per questi territori. In più, si persegue la messa a fuoco delle priorità per valorizzare le risorse territoriali e l’energia delle nuove generazioni, e una funzione di osservatorio civico giovanile sull’attuazione della Strategia per le aree interne.
La campagna di adesione e ascolto di Officina Giovani è partita attraverso una consultazione online e si è sviluppata con una lavoro condiviso di più di 400 realtà territoriali giovanili di tutta Italia, che ha permesso di individuare priorità, sogni e bisogni.
Questo processo partecipativo ha prodotto 15 proposte per il futuro delle Aree Interne, che mettono al centro il protagonismo giovanile.
Tale lavoro è nato nel periodo più acuto della pandemia, ed ha permesso ai partecipanti di ritrovarsi nell’energia di altri coetanei, sprigionando un entusiasmo che sta raggiungendo i territori.
Poche settimane fa la referente dell’Officina Giovani, dott.ssa Giulia Sonzogno, insieme ai responsabili dell’Officina Coesione sono stati accolti dalla sottosegretaria del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, Dalila Nesci, per presentare lo stato dell’avanzamento dei lavori svolti e le attività previste per il futuro con l’obiettivo di offrire un concreto contributo allo sviluppo di politiche più efficaci.
Oggi Officina Giovani sta tessendo una rete di relazioni con team regionali, coordinati a livello nazionale, in grado di costruire una strategia di policy, coinvolgendo la popolazione ed i decisori politici intorno alle 15 proposte elaborate.
La necessità di coinvolgere dentro e fuori le Aree Interne
Siamo davanti all’inizio di un percorso che ha già creato interconnessioni tra e nei territori, necessarie per far circolare buone pratiche, entusiasmo e determinazione, con le quali superare gli ostacoli e gli imprevisti di cui si è consapevoli, ma che non devono impedire di immaginare un futuro possibile per l’Italia dei paesi e dei giovani.
Parlarne è necessario non solo per sfizio di cronaca, è inoltre imprescindibile che si costruisca un rapporto di “Metromontagna”, ovvero un’alleanza tra chi sceglie di continuare a tenere vivi questi luoghi e chi sceglie le opportunità messe a disposizione dei poli urbani centrali. Solo attraverso questa sinergia sarà possibile garantire la continuità dei servizi ecosistemici che legano indissolubilmente entrambe le aree ed ambire al migliore sviluppo possibile per tutte le popolazioni coinvolte.
Alla scrittura di questo articolo ha collaborato Tommaso dell’Aquila, membro Officina Giovani Aree Interne della Regione Puglia.
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