Florence Portelli, Maël de Calan e Laurent Waquiez. Questi i tre candidati che si sono contesi domenica 10 dicembre la presidenza dei Républicains. In realtà l’elezione è stata a senso unico ed ha visto Laurent Waquiez riportare una vittoria schiacciante andando a riscuotere il 74,64% dei consensi espressi diventando così Il nuovo “Champion de la droite“.
Dal 2016 nella qualità di Presidente della regione Auvergne-Rhône-Alpes, Waquiez si è distinto per una riduzione delle spesa di quasi 6 punti percentuali. Ora, la stessa missione va traslata su scala nazionale e Waquiez certo non si tira indietro “In un paese in cui la spesa pesa per il 55% del PIL, non ci può essere nessun miglioramento durevole, nessun abbassamento sostenibile delle tasse, nessun miglioramento della competitività senza una riduzione della spesa pubblica“.
Le critiche a Macron reo di procedere ad una riduzione troppo timida a discapito delle tante promesse non si sono fatte attendere a maggior ragione dopo i continui problemi di bilancio che hanno visto il nuovo governo proteso nella difficile missione di rientrare – dopo ben 10 anni! – al di sotto del 3%.
Infatti, recentemente una decisione del Conseil Constiutionnel ha decretato incostituzionale una legge del 2102 – promulgata sotto la Presidenza Hollande – che tassava al 3% i dividendi che le grandi imprese distribuivano ai propri azionisti. Per effetto di questa decisione il governo attuale si è trovato a dover risanare una voragine di 10Mld compensandola con l’introduzione di una “tassa eccezionale sulle grandi imprese” recante un aumento dell’IS – imposta sul reddito delle società – da 33 fino ad un massimo di 43,3 punti percentuali per l’anno 2017. Certo Macron paga l’eredità pesante lasciata da Hollande ma non è certo un buon inizio rispetto all’obiettivo di portare l’IS alla media europea del 28%.
Oltre all’abbassamento della spesa l’altra “regola d’oro” della nuova destra è “nessun aumento delle tasse“. Meno spesa e meno tasse dunque due concetti fondamentali e ridondanti nell’agenda politica di Laurent Waquiez. Eppure, le critiche intorno alla nuova figura cardine dei Républicains non si fanno attendere, andandolo a qualificare in alcuni frangenti persino di estremista accusandolo di condividere la linea politica del Front National. Le smentite da parte del diretto interessato non si sono fatte attendere, negando ogni possibile collaborazione con la destra lepenista.
Se da una parte è vero che il nuovo Presidente dei Républicains aveva ed ha tuttora spesso una posizione abbastanza discutibile e molto protettrice nei confronti della mondializzazione tanto da opporre un “liberalismo alla francese“, il suo, a quello invece “aperto ai quattro venti“, di Macron – qualificato come “Presidente della tecnocrazia parigina, cosmopolita, individualista, incolta, consumista, mondialista, sradicata, antistorica“, e nulla di più!. Dall’altra, va sottolineato come la pretesa alleanza con l’estrema destra sia in realtà un gioco della stessa estrema destra che non perde occasione tramite i suoi esponenti di spicco vedi Marine Le Pen, Philippot, Dupont-Aignan per salutare positivamente i propositi del nuovo leader dei Républicains. Addirittura, all’inaugurazione del movimento “Les Jeunes avec Waquiez” alcuni membri della sezione giovanile parigina del FN si sono infiltrati nel bar al fine di nutrire le voci di alleanza.
Laurent Waquiez vuole ricostruire la nuova destra e per farlo fa sue camaleonticamente le varie sensibilità della destra francese, quella gaullista quindi più sovranista, quella conservatrice e udite udite la novità consiste nell’apertura alla destra liberale. Ed è qui che entra in gioco la figura della nuova vice-presidente Virginie Calmels!
Ex dirigente d’impresa, seconda di Juppé a Bordeaux, Virignie Calmels rappresenta per Waquiez il trait d’union con il mondo della società civile e dell’imprenditoria e per noi l’argine a possibili derive populiste del nuovo Champion della destra. Leader del movimento DroiteLIb, Calmels rappresenta anche una nuova speranza per una destra da anni ormai socialista e lontanissima dai problemi reali del paese.
In un’intervista a Contrepoints Virginie lancia il suo appello alla coesione dell’ecosistema liberale francese “La prima cosa che voglio dire ai liberali è quella di non perdere la speranza. So bene che non è facile difendere le idee liberali in un paese che ha sofferto per una politica socialista mediante la quale si è voluto far credere ai francesi che erano protetti per merito di un Etat nounou – Stato babysitter – onnipresente. Pertanto, il nostro paese è sur-amministrato, soffocato dalle tasse e con una spesa record. Ma ripeto, non bisogna perdere la speranza, perché confido nella nostra possibilità di creare un vero polo liberale a destra. Se è vero che Laurent Waquiez non è proprio liberale, sa che io invece lo sono ed ha fiducia in me, dimostrando che noi liberali abbiamo il posto che ci spetta in seno ai Républicains“.
All’evento “Les universités de la Liberté” organizzato da DroiteLib di concerto con il PLD-Parti Libéral Démocrate di Aurélien Véron – di cui vi avevamo già parlato – e Ecologie Bleue – un movimento ecologista di destra – con il supporto dei tanti giovani di DroiteLib e di noi Jeunes Libéraux, Calmels ha letteralmente sfidato Waquiez sul posto che i liberali avranno nella sua destra. La risposta è stata molto inclusiva “Tutto è da ricostruire, tutto è in rovina, i dinosauri se sono andati. Non voglio più una destra che continui a non fare ciò che dice di fare e che abdichi alla parola liberalismo. Abbiamo bisogno di una destra che faccia una vera politica di destra in materia economica”.
Se quindi in materia economica la sinergia è pressoché totale, sul piano civile la differenza tra Calmels e Waquiez è abbastanza marcata. Infatti, la stessa leader di DroiteLib non si esime dal rimarcare la divergenza sul piano dei diritti civili, con un Waquiez più conservatore. Stessi dicasi per l’Europa con Calmels che si professa convita europeista, anche se in contrasto con la politica interventista della Vestager, ed un Waquiez più sovranista.
Mi piacerebbe vedere quest’alleanza tra i due con gli stessi occhi del deputato liberale Guido Cortese a proposito del vantaggio e della visibilità che alleanze con un soggetto politico meno liberale possono portare al soggetto liberale. Infatti, la strategia di Calmels e di DroiteLib è tutta qui. Da prima vice-presidente Calmels potrà godere di una visibilità molto importante e di consegueza contribuire a portare avanti il lavoro già iniziato da Macron di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tematiche tabù in Francia tra le quali la liberalizzazione del mercato del lavoro, la semplificazione burocratica, la riduzione delle tasse sul lavoro.
Il rischio è ovviamente quello di vedere la personalità di Calmels fagocitata da quella del presidente Waquiez al punto da snaturare i suoi stessi ideali. Inversamente, Calmels, se coadiuvata e supportata da quello che potremmo definire il “Conseil de la Liberté” cioè i partecipanti alle Universités de la Liberté, potrebbe mitigare le tendenze conservatrici e sovraniste di Waquiez.
Intanto il guanto di sfida in materia di spesa pubblica e di diminuzione delle tasse è lanciato, Macron è avvisato. Il suo tentativo di distruggere la vecchia destra è riuscito, tuttavia Waquiez e Calmels rappresentano i nuovi volti dei Républicains e se per il momento non costituiscono ancora un pericolo rilevante per il presidente in francese, una nuova opposizione si cela comunque all’orizzonte.
Un nuovo dibattito politico meno populista e basato di più sui contenuti è quello che ci auspichiamo tutti, le premesse ci sono, staremo a vedere, ma nel frattempo Virginie Calmels merita tutto il sostengo necessario. Bon courage Virginie!