Oggi il voto per le Elezioni Regionali in Umbria. Il senatore Salvini ha usato ancora l’immigrazione per la sua campagna elettorale.
Questa volta però non per dire di chiudere i porti e le Ong, ma accusando il ministro per le politiche agricole di volere più migranti a lavorare nei campi.
“Chi lavora nei campi non deve essere uno schiavo sottopagato”, ha detto nei giorni scorsi il senatore Salvini, “ma lavoratori e lavoratrici con gli stessi diritti e doveri degli altri”.
Non si capisce però cosa abbiano fatto gli ultimi Governi per combattere la piaga del caporalato, che nelle regioni del Centrosud ha effettivamente ritratti medievali.
Tanto più che la stampa straniera nei giorni scorsi ha avuto la pazienza di ricordarci che dietro il caporalato può esserci, tranquillamente, la mafia.
Perché il fatto non è tanto che i migranti sono pronti a fare i lavori che il popolo italiano non vuole più fare. Vengono pagati 2 o 3 euro l’ora, per 10 ore al giorno, domenica compresa. Embè?
Più che “prima gli Italiani”, ormai siamo ad “anche gli italiani”. Lo sfruttamento non è razzista.
No, il problema è che nelle campagne del Lazio, dove ‘lavorano’ migliaia di indiani Sikh, i migranti sarebbero gestiti con amorevole cura anche dall’antistato, come titola The Sunday Times.
Ma certamente la stampa straniera è al soldo di Soros, che manda i nuovi schiavi in Italia con le navi delle ONG e impedisce ai sovranisti di darci una Italia migliore.
Buon voto agli umbri.