Economia & Finanza

Reddito di Cittadinanza alla Frutta: la sinistra tace e acconsente

Nei giorni scorsi l’Inps ha comunicato i dati del monitoraggio sullo stato di avanzamento del programma di attuazione del reddito di cittadinanza.

Circa un milione e mezzo di domande pervenute, tra le quali 982mila accolte e 415mila respinte per assenza dei requisiti richiesti (il 36% su quelle esaminate). Con un importo medio erogato per nucleo familiare di 482 euro.

Il numero delle domande respinte, e in aumento tra quelle esaminate, è francamente abnorme.

Soprattutto se si tiene conto che l’esame dei requisiti di accesso viene operato dall’Inps sulle dichiarazioni autocertificate dei richiedenti.

Infatti nessuna delle banche dati, incrociate tra le diverse amministrazioni competenti, previste per verificare preventivamente i requisiti di reddito e patrimoniali è operativa.

Il che fa pensare che, ragionevolmente, il numero dei non aventi diritto possa essere superiore, e anche di molto.

Come del resto già evidente nel campione dei percettori già ispezionati dalla Guardia di finanza (il 70% dei 4000 circa esaminati è risultato privo dei requisiti richiesti). Tutto questo a prescindere dalla diffusa condizione di redditi non dichiarati, e non dichiarabili, perché percepiti in nero.

Le iniziative di politica attiva del lavoro, come era ragionevole prevedere, stentano a partire. Il coordinamento delle regioni lamenta che circa il 40% dei primi 200mila disoccupati convocati presso i servizi per l’impiego per la presa in carico, non si sia presentato.

Complici alcune disfunzioni amministrative affermano.

Anche se così fosse sarebbe preoccupante l’evidenza di una tale sciatteria amministrativa.

Resta il fatto che le offerte di lavoro congrue ipotizzate nella legge istitutiva, a tempo indeterminato e di almeno 858 euro mensili, sono inesistenti nel mercato del lavoro per i disoccupati di lunga durata e con bassa qualificazione.

In queste condizioni anche le politiche attive diventano uno spreco.

Tutti i nodi evidenziati a suo tempo dagli esperti, e non solo da questi, stanno venendo al pettine.

Ma sul reddito di cittadinanza è sceso un silenzio peloso da parte dei governanti giallorossi.

Il RdC è il Sacro Graal del Movimento 5 stelle. La fretta di erogare frettolosamente sussidi, con modalità che nessun paese europeo adotta per il fine di contrastare la povertà, è stata scientifica.

L’obiettivo era chiaro, precostituire e foraggiare un bacino elettorale.

E tale rimane, anche se a denti stretti alcuni esponenti del Pd ammettono che sì, alcune correzioni andrebbero apportate.

Tutto questo mette in luce la falsa narrazione dei governanti in carica, alla ricerca di introiti con la promessa di ridurre le tasse ai cittadini onesti.

Ma che nella concreta realtà sono  destinati a sovvenzionare  le derive assistenzialiste della spesa pubblica.

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