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Super League vs Uefa e Fifa: quali risvolti concorrenziali

La nascita della Super League

Con questo comunicato è stata annunciata la nascita della Super League, una competizione distaccata e concorrente dell’attuale Champions League. Il mondo del calcio è in subbuglio: svolta epocale per alcuni, tradimento dei valori dello sport per altri.

Del format, del gossip, delle dichiarazioni roboanti sono già pieni tutti i giornali e i social. Noi qui vogliamo provare a ragionare in maniera diversa presentendovi il possibile scenario giuridico di una guerra già annunciata tra FIFA e UEFA da una parte e la nuova Super League dall’altra.

Prima di addentrarci però sulla questione giuridica, analizzando il precedente dell’Eurolega nel Basket, cerchiamo di capire perché questa scissione ha scombossulato così tanto l’opinione pubblica.

Le squadre fondatrici della Super League sono Arsenal, Milan, Atletico Madrid, Barcellona, Real Madrid, Inter, Juventus, Chelsea, Liverpool, Manchest City, Manchester United, Tottenham. Inutile dire che, al netto del Bayern che per ora non è presente nella lista, queste sono di gran lunga le più titolate e potenti. Complessivamente dovrebbero avere infatti un fatturato di circa 6 miliardi di euro pari ad un quinto dei ricavi dell’intero calcio europeo.

Insomma più che “la guerra dei ricchi” come titola l’Équipe, dovremmo chiamarla “la scissione dei ricchi”. Il movente però non è tanto di natura politica quanto di natura economica. La nuova competizione porterebbe infatti ad introiti per ogni club decisamente superiori a quelli spettanti con la partecipazione all’attuale o alla nuova Champions Leaugue.

I ricavi di Champions ed Europa Leaugue ammontano ad oggi a circa 3,2 miliardi. La nuova SuperLeaugue mira già quasi al doppio dei ricavi nella fase iniziale per poi raggiungere i 10 miliardi nel medio termine. Ci saranno inoltre 3 miliardi di anticipo su ricavi per i fondatori già annunciati da JPMorgan. Considerando poi che la torta è solo per pochi si capisce bene di quali cifre astronomiche per club stiamo parlando.

Certo la Champions difficilmente potrebbe reggere all’addio dei suoi club più importanti o comunque questo porterebbe ad una riduzione drastica dei ricavi per le partecipanti per mere ragioni di diritti sportivi. Si va dunque verso uno scenario sempre più d’élite che consolida ed aumenta il potere economico delle grandi a discapito delle altre.

Si comprende bene perché FIFA ed UEFA, supportate dalle singole federazioni nazionali come la nostra FIGC, abbiano brandito l’ascia di guerra minacciando l’esclusione dai campionati delle squadre che partecipano alla Super Leaugue così come l’esclusione dalle nazionali dei giocatori delle stesse squadre.

Ora, in questo scenario così complesso proviamo ad analizzare i ruoli e le azioni delle due compagini. Saranno forse le prime ad abusare del loro potere o le seconde ? E comunque in che termini ? In quest’ottica c’è un precedente sportivo che può fare al caso nostro. Si tratta del caso dell’Eurolega di Basket.

Il precedente dell’Eurolega

Storicamente, le competizioni europee per club di basket erano organizzate dalla FIBA Europe un po’ l’equivalente della Uefa nel calcio. Dagli anni 2000 alcuni club e federazioni decisero di lanciare una nuova competizione, l’Eurolega appunto. Dal 2006, la competizione è organizzata da ECA, una società partecipata dalle squadre fondatrici. Si è trovato un equilibrio – precario – in virtù del quale ECA si occupava della gestione delle competizioni per club e FIBA di quelle per le nazionali.

Nel 2016 però FIBA decide di lanciare una competizione concorrente la Basketball Champions League. Da lì invita le federazioni nazionali ad escludere dai campionati i club che continuino a partecipare alle competizioni ECA. Non riuscendo nell’obiettivo, FIBA inizia a minacciare le federazioni inadempienti di una loro esclusione dalle competizioni per nazionali. Dall’altro lato ECA non modifica il proprio calendario impedendo così ai giocatori di poter partecipare alle partite con le nazionali. È da qui che inizia la saga concorrenziale dinanzi alle istituzioni europee.

Parte dunque in primis la controffensiva dell’ECA che si rivolge alla Commissione europea citando FIBA per abuso di posizione dominante. Dopo poco quest’ultima si rivolge a sua volta alla Commissione con lo stesso capo di accusa.

La prima denuncia riguarda il comportamento di FIBA che inducendo le federazioni nazionali a non far partecipare i loro club alle competizioni ECA, pena l’esclusione delle federazioni dalle coppe per le nazionali, avrebbe abusato della sua posizione dominante. La seconda denucia riguarda il comportamento di ECA che avrebbe minacciato a sua volta le federazioni di escludere dall’Eurolega le squadre vincitrici dei rispettivi campionati nazionali ove le altre squadre qualificate per la seconda competizione EuroCup decidessero di non parteciparvi per via delle pressioni di FIBA.

Entrambi i comportamenti sembrano avere un carattere anticoncorrenziale abusando delle posizioni dominanti nei rispettivi mercati rilevanti. Tuttavia, ad oggi la questione resta irrisolta. Qualche elemento di diritto lo possiamo comunque riscontrare nella risposta scritta della commissaria alla concorrenza Vestager in merito ad un’interrogazione parlamantare sulla vicenda in cui si afferma che:

  • Le federazioni sportive se esercitano un’attività economica sono soggette al diritto Antitrust UE
  • Le restrizioni delle federazioni (anche in merito ai calendari) possono essere compatibili con il diritto Antitrust UE laddove queste perseguano un obiettivo legittimo e laddove siano proporzionate, basate su criteri chiari, obiettivi e non discriminatori
  • Le restrizioni non devono comunque essere utilizzate come strumento per escludere eventuali competitors dal mercato.

La risposta si chiude con un invito “alle parti interessate del settore dello sport ad agire all’altezza delle rispettive responsabilità e trovare soluzioni e meccanismi di risoluzione delle controversie in grado di conseguire i risultati che il pubblico e gli atleti si meritano“.

Proviamo ora a traslare tutto ciò al nostro caso. In primis va detto però che in assenza di una decisione vera e propria della Commissione risulta complicato provare a qualificare in modo esaustivo i rispettivi comportamenti. D’altronde, i due casi non sono neanche del tutto analoghi. Vediamo dunque, in via preliminare, quali sono le differenze e quali le somiglianze per poi fare un confronto del comportamento delle parti da un punto di vista concorrenziale.

SuperLeague – EuroLeague a confronto

Somiglianze:

  • Squadre permanenti –> Nella Super League abbiamo le 12 squadre fondatrici alle quali andranno ad aggiungersi altre 3 che comprenderanno il nucleo delle squadre permanenti. Nell’Eurolega ci sono undici squadre con licenza pluriennale che di fatto ricoprono lo stesso ruolo delle fondatrici permanenti. Pensate infatti che la società che gestisce l’Eurolega è di proprietà delle squadre con licenza pluriennale. Allo stesso modo è facile immaginare che la società che gestirà la Super League sarà di proprietà delle fondatrici.
  • Squadre non permanenti –> Entrambe le leghe hanno un limitato nucleo di squadre a rotazione a seconda dei risultati sportivi. Nell’Eurolega, oltre alle 11 permanenti, ci sono altre 7 squadre anche se ultimamente sono stati assegnati dei posti pluriennali ad alcune squadre limitando a 5 il numero delle partecipanti occasionali. Stesso dicasi per la Superlega che avrà 5 squadre ogni anno esterne al nucleo delle fondatrici.
  • Rapporto con le federazioni internazionali –> Entrambe le leghe, seppur a correnti alterne per l’Eurloega, sono in guerra aperta con le rispettive federazioni internazionali come FIBA e FIFA.

Differenze:

  • Rapporto con le federazioni nazionali –> L’Eurolega nasce da un accordo tra le Federazioni nazionali per poi solo nel 2006 finire sotto il controllo dell’ECA e quindi dei club principali. La Super Lega invece nasce direttamente dall’accordo tra club e con una guerra già in corso con le federazioni nazionali.

Analisi dei rispettivi comportamenti in chiave concorrenziale

Va subito chiarito che se per l’Eurolega i comportamenti sono chiari e definiti, nel caso della Superlega siamo all’inizio della scissione per cui possiamo solo parlare dei comportamenti annunciati. Resterà dunque da vedere in futuro concretamente come e se questi si attueranno.

  • Abuso di posizione dominante delle federazioni internazionali –> Come è probabile la qualificazione di abuso di posizione dominante ai sensi dell’Art. 102 del TFUE per la FIBA, è altrettanto probabile immaginare che il comportamento della FIFA consistente nel vietare la partecipazione alle partite di nazionali ai giocatori della Super League possa subire la stessa sorte.
  • Abuso di posizione dominante dell’UEFA –> Minacciando, di concerto con le federazioni nazionali, l’esclusione dei club partecipanti alla Super League dai campionati nazionali, l’UEFA pare abusare della sua posizione dominante al fine di escludere l’ingresso nel mercato delle competizioni europee del nuovo competitor.
  • Abuso di posizione dominante e intesa restrittiva della concorrenza da parte delle squadre fondatrici –> Qui la qualificazione di abuso di posizione dominante diventa un tantino più complessa in quanto, a differenza dell’ECA, la nuova Lega o chi per lei non sembra al momento fare pressioni ostative nei confronti delle federazioni nazionali e dei partecipanti alle altre leghe. Ciò non toglie però che la decisione di escludere, a priori, tutta una serie squadre e il relativo comportamento sul mercato da parte delle fondatrici non si traduca poi in abuso di posizione dominante. D’altronde si potrebbe anche discutere di un’eventuale intesa restrittiva della concorrenza ai sensi dell’Art. 101 TFUE.

Ad ogni modo le istituzioni europee sembrano non volersi immischiare troppo nelle questioni sportive lasciando alle parti in causa, mediante l’ausilio di arbitrati internazionali, la risoluzione delle controversie. Vedremo se questa tendenza iniziata col basket proseguirà anche col calcio. Certo, l’importanza mediatica del calcio è decisamente superiore e i governi europei si sono già espressi con toni duri nei confronti della Super Lega. Non è escluso, pertanto, un cambiamento di indirizzo delle istituzioni europee.

Ora, dopo un’analisi meramente fattuale lasciatemi anche esprimere un parare personale. Credo che l’attuale sistema di competizioni europee non sia all’altezza e che FIFA e UEFA non siano certo esenti da colpe, anzi sono sicuramente un ostacolo al progresso. Ciononostante, vedere solo un nucleo limitato di squadre che si i credono i padroni del calcio lanciare questo nuovo format da sole fa altrettanto male.

Il calcio è bello perché imprevedibile. Ridurre un palinsesto alle sole partite di cartello significa privare tutti i tifosi delle altre squadre del sogno di battere le grandi. Il gap si può ridurre con l’organizzazione, la tattica, la grinta. In partita secca tutto può succedere. Ma ora forse non più. Le prime della classe saranno prime della classe per discendenza divina e così non dovranno neanche più sporcarsi le mani giocando con le meno blasonate. Non sia mai che le prendano poi; non possono certo rischiare.

L’urlo THE CHAMPIONSSSSSSSSS oggi si strozza in gola e con esso i sogni e le passioni di tanti tifosi. Probabilmente vedremo partite bellissime, il che è un bene, ma dimenticate forse che lo spettacolo non è solo quello prettamente tecnico ma è anche e soprattutto quelli del tifo. Così facendo, infatti, state privando quegli stessi tifosi non solo del sogno di poter battere le grandi ma anche semplicemente di poter competere con loro. Insomma, questa lega sarà sicuramente pià ricca ma sarà indubbiamente anche più povera perché, sì, la passione conta!

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