Un pazzo uccide un avvocato, un imputato e da ultimo un magistrato. Già che c’è spara anche a un passante. Per l’ex Pm Gherardo Colombo c’entra un “clima ostile ai magistrati, che svilisce il ruolo della magistratura”. Per il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli l’omicidio del giudice Ciampi “ha un valore simbolico”. Il Presidente Mattarella ha convocato d’urgenza il Csm e ha detto: “Basta discredito sui magistrati”. Secondo Corradino Mineo “venti anni di conflitto tra politica e magistrati hanno lasciato il segno”. Per Gad Lerner invece è anche colpa della “follia violenta che dilaga in una società sempre più abituata a considerare le regole come intralcio per i fessi. Perché l’arricchimento è un terno al lotto, fare fatica è la sorte degli sfigati. Una malattia sociale, oltre che una malattia mentale”. Per Alessio Liberati, blogger del Fatto Quotidiano “delegittimare i giudici è un po’ come ucciderli”. Marco Travaglio invece migliora e nel suo delirante editoriale impiega ben 23 righe prima di citare Berlusconi. Questi i giustizialisti.
Poi ci sono i libbertari. Per loro bisogna capire che la gente è disperata e non ne può più. Insomma, troppe tasse, lo stato ladro, la burocrazia opprimente: poi finisce che la (sempre mitologica) gente va fuori di cotenna e ammazza qualcuno. Bisogna evitare che succeda di nuovo, quindi è meglio abbassare le tasse. D’altra parte questo omicidio plurimo è solo l’altra faccia degli imprenditori che si tolgono la vita. Capito. E se non avessimo il terrore di risultare politicamente scorretti, vorremmo anche citare qualche dato riguardante i cosiddetti “suicidi di Stato“. Tipo che Paesi come Svezia e Danimarca, economicamente solidissimi, hanno tassi di suicidi fra i più alti nell’Europa occidentale. Poco dopo c’è la Svizzera (probabilmente saranno anche lì le tasse troppo alte). In Italia nel prospero 1987 si toglievano la vita circa 4mila persone all’anno, mentre oggi, con la crisi, meno di 3mila. In Germania si suicidano il doppio che da noi, in Giappone quattro volte noi, in Grecia meno della metà. In Azerbaijan i dati sono bassissimi. Potremmo continuare. Ma se per sentirvi più liberali avete bisogno di attribuire genericamente le colpe di tutti questi suicidi allo Stato italiano, prescindendo dai singoli casi umani (esattamente come fanno i giustizialisti citati prima) allora apparteniamo a due diverse categorie di liberali. E se pensate che sia sensato paragonare un suicidio a una strage allora mi dispiace di avere in comune con voi un corredo cromosomico assai simile, ma spero solo quello. In compenso, per una volta, non abbiamo sentito dare la colpa ai videogame, ai siti internet e ai film violenti. Per ora.
Nel frattempo in Italia c’è un altro dato preoccupante: siamo fra i primi posti dell’OCSE come numero di “cervelli emigrati” ma agli ultimi posti per la capacità di attrarre cervelli. Vedi titolo.