In occasione del dibattito parlamentare sulla riforma del MES, Matteo Renzi ha tenuto un discorso molto duro nei confronti di Conte e della sua maggioranza. L’impressione era di sentir parlare un leader dell’opposizione, tanto è vero che il centrodestra lo ha applaudito diverse volte e Salvini gli ha detto di aver condiviso alcuni passaggi del suo intervento.
“È arrivato il momento di dirsi le cose in faccia, guardandosi negli occhi. Non scambieremo il nostro sì alla governance in cambio di ‘aggiungi un posto a tavola”. Ha esordito così il fondatore Italia Viva, che ha criticato aspramente il metodo del premier, che ha accentrato sulla sua persone tutto il potere decisionale possibile e sta tentando di aggirare la discussione in Parlamento sul Recovery Fund. “Non va bene che ci arrivi alle 2 di notte un emendamento alla manovra una proposta con manager al posto dei ministri”, ha chiosato il senatore fiorentino.
“Qualcuno pensa che si può fare tutto per Dpcm – ha proseguito Renzi – ma ho letto le carte del Recovery Plan. Chi ha deciso che mettiamo solo 9 miliardi sulla sanità anziché i 36 del MES ? Perchè sono stati allocati solo 3 miliardi per il turismo? La Germania della Merkel ne mette 35. […] Io glielo dico con molta chiarezza – ha dichiarato rivolgendosi al premier – noi siamo pronti a discutere su tutto, ma non siamo disponibili a usare la legge di bilancio come veicolo attraverso cui si introduce tutto.”
L’attacco di Renzi, tuttavia, non si è limitato alla gestione dei fondi europei. Ha affondato il colpo anche sulla vergognosa vicenda dei pescatori italiani detenuti in Libia e sulla gestione dei servizi segreti. L’ex premier, infine, si è scagliato contro Casalino, pur senza citarlo. “Se i suoi collaboratori telefonano ai giornali per dire che vogliamo una poltrona in più, sappia che se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre, due da ministro e una da sottosegretario, nostre a sua disposizione. Se invece vuole ragionare sul serio spieghi che questo non è un talk show, non è il Grande Fratello ma la politica.”
Dai canali social, inoltre, Italia Viva ha alzato ulteriormente i toni, accusando Conte di aver inserito una norma nel Decreto Rilancio in modo da far revocare al suocero la sentenza patteggiamento a un anno e due mesi di reclusione per l’accusa di peculato. Si imputa a Conte di aver fatto una norma ad personam, esattamente come il tanto vituperato Berlusconi da PD e M5S. Luciano Nobili, deputato fedelissimo di Renzi, ha dichiarato in un’intervista al Dubbio che “la ragione sociale di questo governo è esaurita”.
É ormai evidente che Italia Viva è rimasta intrappolata al governo dalla tanto declamata “mossa del cavallo” di sedici mesi fa, visto che, a causa del COVID, non ha potuto sganciarsi dopo la scorsa finanziaria. Dopo aver assistito, quasi impotente ma complice, ai disastri di questi 10 mesi, l‘obiettivo dei renziani sembra essere diventato disarcionare Conte, il peggior Primo ministro della Repubblica.
Al di là dei tatticismi politici, che appassionano poco i non addetti ai lavori, il problema vero è che questo governo, come i tecnici di cui si avvale, non è plasticamente in grado di guidare la ricostruzione post pandemica. Per il bene del Paese è necessario trovare un’alternativa, anche senza passare dalle urne. L’opzione migliore, almeno per chi scrive, sarebbe un governo tecnico con la più ampia maggioranza possibile, in cui un Primo ministro di indiscutibile statura scelga personalmente i suoi colleghi, come Ciampi nel 1993.
Vista la solidità dell’alleanza, ormai culturale prima che politica, tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, tutto è nelle mani di Italia Viva. Nelle ultime ore sembrano delinearsi diversi scenari. Un governo Conte-ter (sob!) o addirittura un governo Di Maio, che però ha smentito, con Renzi ministro e, di conseguenza, un maggior peso di Italia Viva. L’alternativa un esecutivo di unità nazionale che traghetti il Paese fuori dalla pandemia e poi al voto. In questa eventualità, stigmatizzata da Giorgia Meloni ma non da Berlusconi e Salvini, i quirinalisti hanno fatto intendere che Mattarella avrebbe pensato a Marta Cartabia, attuale presidente della Corte costituzionale vicina a Comunione e Liberazione, per sostituire l’avvocato del popolo. In gioco c’è anche la possibilità, rivelata da La Stampa, di costruire una nuova maggioranza PD-IV-FI-Lega che sarebbe guidata da Lorenzo Guerini, attuale Ministro della Difesa, e avrebbe il pregio di escludere i grillini dal governo.
Sceglierà Renzi, con un altro colpo di coda, di far cadere il governo e dare una seppur flebile speranza agli italiani di invertire il declino, oppure, come ha sempre fatto finora, preferirà continuare a fare opposizione da dentro l’esecutivo?
P.S. A prescindere dall’opinione che si ha riguardo a Renzi, è assolutamente indubbio che sia l’unico politico in vista con un eloquio degno di questo nome. Oltre a lui, nessuno è in grado di essere, allo stesso tempo, tanto duro quanto efficace ed elegante. Negli ultimi decenni il Parlamento ha perso progressivamente centralità, culminando nella bulimia di Dpcm di Conte, i quali non prevedono nessun tipo di discussione. Ci siamo abituati a non aspettarci nulla dai discorsi dei politici, forse è il momento di cambiare paradigma anche su questo.
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Complimenti. Articolo interessante, comprensibile ai non adetti ai lavori.