Dare i propri soldi allo Stato, certi quasi sicuramente verranno sprecati, non è mai un esercizio di piacere, pagare il canone Rai, tuttavia, è ancora più odioso. In giorni come ieri, lo è ancora di più. Su Rai2 è andata in onda uno spettacolo tristissimo durante la puntata quotidiana di Detto Fatto, presentato da Bianca Guaccero. La pole dancer Emily Angelillo ha mostrato come muoversi con i tacchi a spillo nelle corsie dei supermercati per sedurre gli uomini. Il caso, o forse no, ha voluto che fosse anche la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Il video è veramente sgradevole, ma l’aspetto ributtante è che sono stati usati i soldi dei contribuenti per realizzarlo. Esattamente come vengono utilizzati per pagare la produzione di fake news del Tg2, la propaganda del governo pro tempore del Tg1 o i programmi radical chic di Rai3. Per non parlare di Domenica In o della soporifera Rai Storia. Per dare una misura della qualità delle telecronache sportive di Rai Sport basti pensare che gli utenti, abituati alla qualità di Sky, Mediaset e Dazn, guardano le partite di Coppa Italia senza volume. Potremmo chiederci anche perché Rai Play è stato un così grande flop o del perché nessun prodotto Rai ha successo all’estero, a differenza di quello che accade per le altre piattaforme.
Il fatto che un’emittente produca per lo più spazzatura o comunque prodotti di livello basso, non è un problema di per sé. Il problema è se quest’emittente sta sul mercato perché obbliga coercitivamente i cittadini a pagare 1,8 miliardi di euro per un servizio a dir poco pessimo, di cui spesso nemmeno usufruiscono.
A questo punto del discorso, di solito, si levano le grida. “Il servizio pubblico serve!” oppure “Vuoi lasciare campo libero a Mediaset?”. I più arditi si azzardano a chiedere chi combatterà il populismo senza la Rai. Una Rai che è per definizione è gestita dalla politica, grazie alla Legge Gasparri prima e alla riforma voluta da Renzi poi, non può che essere populista, visto che la stragrande maggioranza dell’arco costituzionale lo è. Altri, invece, tornano al ritornello facciamo una riforma, l’ennesima, e “trasformiamo la Rai nella BBC italiana”. C’è un motivo se nessuno fa la BBC in Italia: nel mondo anglosassone il giornalismo è cane da guardia del potere, in Italia è il cane da riporto.
Non serve illudersi, la Rai fa schifo e non migliorerà mai abbastanza per diventare appena decente. Ma sognare è gratis, quindi eccoci qui. La mia modesta proposta è di radere al suolo gli uffici di viale Mazzini e sostituirli con il “Tempio del neoliberismo apolide turbo globalista”.
All’ingresso del tempio, che assomiglierà molto a un centro commerciale, la voce di Elisa Serafini vi accoglierà suadente “La madrina dell’Europa e paladina del bene ti dà il benvenuto nel Tempio del neoliberismo”. Un piccolo botteghino situato accanto all’ingresso affitterà degli smartphone e degli auricolare, in modo tale che, durante la visita, possiate ascoltare la puntata di Daily Cogito prodotta da Rick DuFer.
Camminando nella navata, dopo aver superato le statue di Milton Friedman e di Friedrich von Hayek, potrete accedere a una libreria, un cinema, un negozio vestiti e uno di antiquariato. Sull’altare in fondo alla navata, le quattro Belve officeranno la cerimonia ogni sabato mattina dalle 9:00 alle 11:00 via radio. Finalmente potremo risentire insieme le voci di Oscar Giannino, Mario Seminerio, Carlo Alberto Carnevale Maffè.
Presso la libreria “Libertà” potrete acquistare tutti i volumi cartacei dell’Istituto Bruno Leoni, Liberilibri e Rubettino, oltre a tutte le opere dei più importanti intellettuali liberali edite da altre case editrici. Al cinema potrete visionare una serie di film a tema, ad esempio “The Iron Lady” o “Richard Jewell”. Tutti i film verranno introdotti da un video di Liberi Oltre, votato a maggioranza da chi ha comprato il biglietto. Ovviamente, per la Chiacchierata del Mercoledì ci sarà una proiezione live a parte. Potrete acquistare vestiti nello shop di Milton Spritzman, che offre anche un servizio di tutoring per gli adolescenti che vogliono imparare a creare meme di qualità. Nel negozio di antiquariato, invece, potrete trovare in formato VHS, DVD e Blu-ray tutti i pochi programmi Rai che veramente hanno avuto successo, grazie a una partnership con Amazon Prime Video che li metterà a disposizione sulla propria piattaforma streaming.
Tutto questo ovviamente pagato da qualche miliardario, possibilmente ebreo con cittadinanza israeliana o svizzera. Niente tasse e niente imposte per il sostentamento. Solo libero mercato. Evviva il libero mercato!
5 comments
Quando il liberalismo si cristallizza e diventa un ‘modello’ con tanto di idoli, bibbie e feticci, è morto!
Pensavo fosse scontato, ma non è così a quanto pare: il mio pezzo è ironico, non vuole proporre soluzioni concrete.
Il liberalismo in Italia è quasi morto per altri motivi, che ho spiegato in questo altro articolo (https://immoderati.it/il-liberalismo-e-diventato-una-scatola-vuota/).
Grazie per aver letto il pezzo.
Caro Leonardo, capisco che si tratta di un paradosso ma è comunque sintomatico di un modo ‘dottrinario’ di vedere il liberalismo.
Comunque può anche morire il liberalismo, l’importante è che non muoia la libertà.
Caro Alberto, mi sembra di capire che solo in una cosa i liberali siano imbattibili: le polemiche.