Sabato 15 marzo 2014, Mosca, Russia.
Il cielo è coperto e il vento incessante. Dalla piazza Puškin lungo la prospettiva che porta il nome del fisico sovietico e premio Nobel per la Pace, Andrej Dmitrievič Sacharov, scorre una fiumana di gente; sfilano bandiere russe e ucraine, ma anche quelle sovietiche, europee, manifesti con la scritta no war, net vojne, e tanti striscioni, alcuni con su scritto “L’occupazione della Crimea è la vergogna della Russia”. Le persone si sono riunite per partecipare all’evento “Marcia per la Pace”. Il giorno successivo, in Crimea si terrà il referendum sull’autodeterminazione del territorio. Cronaca di un’autodeterminazione annunciata, verrebbe da dire, dopo aver appurato che a furor di popolo i linguisti russi hanno proclamato il neologismo krymnaš (letteralmente “crimeanostra”) come parola dell’anno.
Si tratta di una delle manifestazioni più grandi dal 2011, e che viene convenzionalmente raggruppata in quelle che vengono chiamate “proteste contro la guerra del 2014”: una serie di azioni pubbliche contro il governo Putin che hanno radunato migliaia di partecipanti in varie città della Federazione russa.
Alla Marcia per la Pace intervengono diverse figure del panorama politico e culturale del paese che criticano aspramente la politica belligerante putiniana. Il primo a parlare alla folla è Boris Nemcov, vice primo ministro durante il governo El’cin dal ’97 al ‘99, che verrà assassinato il 27 febbraio 2015 davanti al Cremlino. Qui riporto la traduzione del suo intervento integrale.
“Buongiorno carissimi! Ditemi, riuscite a sentire qualcosa? Super! Perfetto! Lo sapete, sono felice, sono felice perché siamo in 50.000! La propaganda ingannevole fa il lavaggio del cervello dalla mattina alla sera e dice che a Kiev ci sono banderiti e fascisti, che qui c’è la ‘quinta colonna’, Quanto si sbagliano oggi! Si sbagliano completamente! Oggi c’è così tanta gente: quanti visi luminosi, quanti occhi puri, era da tanto che non si vedevano in Russia, era da tanto che non si
vedevano a Kiev, era da tanto che si vedevano a Mosca. Mi complimento con tutti voi! Per tutto il tragitto mi hanno chiesto: “Perché sei venuto a questa marcia per la pace e la libertà? Per quale ragione?” e io rispondo: “Perché sono un patriota, perché sono contro la guerra, non voglio che arrivino i Carico 200 qui da noi a Mosca, a Jaroslav’, a Nižnij Novgorod, che le nostre madri, le nostre mogli e i nostri figli piangano, non lo voglio! Credo che non abbiamo il diritto di comportarci così nei confronti di un paese amico: è una meschinità, un’insolenza, ma soprattutto è un danno per la Russia!
Che cosa vuole ottenere Putin alla fine, ditemi! Cosa ci guadagna? Guadagna un nemico nelle vesti dell’Ucraina! L’Ucraina si ritirerà dal trattato sullo status di denuclearizzazione, in Ucraina potrebbero comparire delle bombe nucleari che avranno come obiettivo Mosca. Ditemi, abbiamo bisogno di tutto questo? Per quale diavolo di motivo ha pensato a tutto questo?
Passiamo alla Crimea: andavamo lì a fare le vacanze, io sono sempre andato a fare le vacanze lì con i miei figli, e molti di voi sicuramente ci sono stati. Ora cosa succederà lì? Tutto sarà più caro, non ci andrà più nessuno perché nessuno riconoscerà questo maledetto referendum, nessuno lo riconoscerà. E cosa ci guadagna? Chi ne uscirà vincitore? I crimeani perderanno, i russi perderanno, gli ucraini perderanno.
Andiamo avanti: cortina di ferro, sanzioni. Cosa significherà per la Russia? Povertà, inflazione, abbassamento dello stipendio, riduzione della pensione, disoccupazione. Ditemi, ne abbiamo bisogno o no?
Ho pensato a lungo a quali sono le argomentazioni di Putin alla base di questo comportamento, o almeno ad alcune di esse. La risposta più semplice è che è un uomo malato. È un uomo molto malato psichicamente. L’Istituto psichiatrico Serbskij, la clinica Kaščenko, medici, paramedici, iniezioni dalla mattina alla sera, ecco cosa serve. Ma poi ci ho ripensato: no, non è solo un uomo malato. È anche una persona cinica e meschina. Usando questa operazione per l’occupazione e l’annessione della Crimea vuole governarci per sempre finché non morirà la Russia. Capite? Ha deciso di passare apertamente a una dittatura, campi di concentramento, polizia inclusa. Ne abbiamo bisogno, ditemi?
E ancora una cosa, è con piacere che torno da un viaggio in Ucraina e letteralmente una settimana fa sono stato a Kiev. Ci dicono che lì ci sono i fascisti e banderiti, ho camminato per Kiev dalla mattina alla sera e sono stato al centro di Kiev e in Piazza Indipendenza, non ho visto neanche un banderito, e non ho visto neanche i fascisti, non li ho visti! Non li ho visti!. Ho visto madri che piangevano, che erano in lutto per i propri figli uccisi nella Piazza Indipendenza. Ho visto madri portare il lutto per i poliziotti, uccisi anche loro. Ho visto un mare di fiori. Ho visto la difficile situazione economica in cui versa la nostra nazione amica.
Dobbiamo dire No alla guerra! Dobbiamo dire basta a questo marasma! Dobbiamo dire Russia e Ucraina senza Putin! Russia e Ucraina senza Putin! E per ultimo: Gloria alla Russia! Gloria all’Ucraina! Gloria alla Russia! Gloria all’Ucraina! La Russia sarà libera. Vi ringrazio!“
Nemcov stava preparando un’altra marcia per protestare contro la guerra in Ucraina. Lo scriveva nel suo ultimo tweet. Si sarebbe chiamata “Marcia della Primavera”.
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1 comment
i russi sono merda. lo erano le russe alle olimpiadi di torino nel 2006, lo era putin quando si faceva le foto con berlusconi, lo erano quando hanno mandato affanculo Gorbaciov e si son tenuti il merdone ubriacone.
i russi devono essere sterminati.