Speaker's Corner

Opinione | Ritratto del PD di Zingaretti

Zingaretti si è giocato bene le sue carte.

Le elezioni in Emilia Romagna hanno scongiurato la crisi di governo e restituito un PD apparentemente più forte. Così come la Lega di Salvini aveva sottratto voti all’ala destra dell’alleato pentastellato, Zingaretti ha sottratto voti all’ala sinistra del Movimento attraverso una strategia di tipo passivo-aggressivo: non affrontare i temi più caldi per i 5 stelle, lasciarli dimenarsi nelle loro contraddizioni e ammiccare alle pulsioni guevariste.

L’esempio plastico viene dalla mancata candidatura di Federica Angeli nel collegio di Ostia (invisa alla giunta Raggi), dal non voler affrontare il nodo dei decreti sicurezza, dai palpeggiamenti all’ego del premier Conte che piace ancora molto alla base grillina.

Grillo dal suo eremo digitale ha benedetto questa strategia con buona pace della litania ripetuta per anni del’”e allora il PD?” La nascita di Italia Viva e di azione e l’uscita in polemica di Renzi e Calenda, l’uno identificabile nell’immaginario grillino col partito delle banche, l’altro con la borghesia industriale, l’hanno indubbiamente aiutato.

Che fra Movimento 5 Stelle e una parte del Partito Democratico ci fosse contiguità di idee o in alcuni casi che certe proposte fossero addirittura sovrapponibili non è una novità.

L’abbassamento dell’età pensionabile e il superamento della legge Fornero, l’assunzione di 500.000 nuovi dipendenti pubblici, l’introduzione del salario minimo universale sono temi cari ad entrambi gli schieramenti.

Zingaretti lo sapeva e ha lavorato silenziosamente al merger&acquisition per accrescere l’elettorato. Il resto l’hanno fatto le contraddizioni e l’incompetenza della classe politica grillina inesorabilmente votata al suicidio come i dodo delle Mauritius. Bastava aspettare.

2 comments

Silvia Tarquini 30/01/2020 at 16:30

non dimentichiamo che è un miracolato, senza sardine era morto.

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Aldo Mariconda - Venezia 01/02/2020 at 20:36

L’Italia è critica e una conquista dell’Emilia-Romagna da parte di Salvini avrebbe rafforzato quest’ultimo. Ben siano venute le Sardine e la tenuta i Bonacini. Quello che mi preoccupa ora è che la sinistra, più o meno affine e7o condizionata dal 5S, non abbia un Progetto di Sviluppo attraverso le riforme.
Peraltro il PD ha un problema di ubi consistam, è diventato un partito da ZTL e ha perso il consenso delle categorie più disagiate e delle periferie. Se non riesce a darsi una strategia e solo a far durare il governo per tutta la legislatura, non otterrà altro che aprire la strada alla destra populista/sovranista. E i 5S per me sono una disgrazia, con le loro teorie sulla decrescita (in)felice e l’ignoranza e inesperienza totale dei loro eletti.

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