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Notte prima degli esami: della maturità 2021 e di come salvare la scuola

Come ogni anno, anche in questo 2021 si avvicina per gli studenti del quinto anno di scuola superiore la data dell’esame di maturità. Quest’anno però si tratterà di un esame diverso, concentrato sulla valutazione delle competenze acquisite durante il ciclo scolastico più che sulla valutazione della prestazione vera e propria in termini di conoscenze. Che sia questa l’occasione per riformare il nostro sistema scolastico, rappresentazione plastica e al contempo momento originario del declino italiano?

Una narrativa imperante

Quella dell’esame di maturità è una data sicuramente rappresentativa per maturandi e insegnanti, spesso interpretata come il compimento di una fase formativa in cui i ragazzi stanno abbandonando il nido materno della scuola per affacciarsi al mondo del lavoro. Tuttavia, la conseguenza di questa premessa è che spesso, anziché affrontare la questione maturità in maniera asettica e ragionevole, si utilizza un atteggiamento quasi ridicolmente melenso e romanticheggiante. Così il nostro innato amore per lo storytelling, che ha portato più volte nella storia nazionale a prendere decisioni sconsiderate, sembrerebbe dare un senso a un certo tipo di narrativa che invece, guardando i dati, risulta del tutto irragionevole.

Così la memoria dei “bei tempi andati” spesso e volentieri si tramuta nella venerazione di un passato mai esistito, dando adito a certe ideologie che in Italia hanno sempre trovato un valido appiglio, dal Ventennio fino ad oggi. Abbandonandoci, volontariamente o meno, a questo genere di prospettive, sopprimiamo le poche energie creative del Paese e impediamo il progredire della nostra società, della nostra cultura e della nostra economia, dando spazio invece al lato più distruttivo e reazionario dell’Italia, quello che, nonostante le evidenti manie di grandezza, la vorrebbe sempre un piccolo Paese provinciale in Europa e nel mondo.

È proprio attraverso queste ideologie che viene spesso giustificata l’arretratezza della nostra scuola nelle classifiche internazionali, affermando che non ci si può concentrare esclusivamente sulle oggettive prestazioni degli studenti ma bisogna andare al di là delle statistiche, cosa che gli sconsiderati teorici di una scuola innovativa e all’avanguardia non sono evidentemente in grado di fare. La realtà però, a prescindere dalle nostre narrazioni, propone dati ben diversi: è sufficiente confrontare i risultati dei test PISA o INVALSI o ancora osservare i tassi di abbandono scolastico per capire che la situazione è molto più grave di quanto non sembri.

L’occasione della maturità 2021

Ci sono comunque delle buone notizie per chi, come me, sogna una scuola all’avanguardia e competitiva a livello internazionale: l’ultimo anno di crisi, infatti, ha spianato la strada all’opportunità irripetibile di rimettere al centro del dibattito pubblico una riforma dell’istruzione che sia intraprendente e – perché no – anche visionaria. Le ultime due rivisitazioni dell’esame di maturità sembrerebbero andare proprio in questo senso: riducendo l’esame a un colloquio orale in cui fare largo uso di collegamenti interdisciplinari e letture trasversali di temi comuni alle varie aree di insegnamento, si vorrebbe dare maggiore attenzione all’acquisizione delle competenze, utili a scuola come nella vita.

Difatti, in un mondo in continua evoluzione, sembrerebbe paradossale utilizzare un metodo d’insegnamento che si ponga l’obiettivo di impartire una conoscenza dall’alto verso il basso, che abbia come focus lo studio mnemonico di fatti ed eventi. Viviamo in un mondo fluido, strabordante di informazioni e dati che potrebbero potenzialmente essere tutti utili: nel XXI secolo la sfida della scuola dovrebbe essere quindi quella di dare gli strumenti ai giovani per essere in grado di filtrare le informazioni che li coinvolgono personalmente, in modo da creare individui indipendenti, agili e intraprendenti all’interno della società. Questo obiettivo però non è raggiungibile attraverso un’educazione ancora di stampo gentiliano, abituata a fornire quasi esclusivamente conoscenze che sono naturalmente molto affascinanti, ma che rimangono pur sempre poco spendibili all’interno del mondo del lavoro e della cittadinanza.

In questo contesto, la nuova versione dell’esame di maturità è stata osservata con interesse dal mondo scolastico, perché presenta l’opportunità di migliorare l’approccio didattico, quantomeno per l’ultimo anno. In effetti, ci sono già alcune avanguardie in questo senso: qualche insegnante è stato in grado di cogliere la necessità di apportare dei cambiamenti all’interno dell’istruzione e sta cercando di dirigere il quinto anno di scuola superiore verso una dimensione più onnicomprensiva, progettando una didattica che abbandoni il nozionismo più limitante e che invece apra le porte a iniziative più di ampio respiro. In quest’ottica, l’esame potrebbe essere in grado di forzare i tempi e imporre una linea condivisa, preparando il terreno per una vera e propria riforma anche del percorso formativo per la quinta.

Il futuro costruiamolo noi

Certo, c’è ancora molto da fare, ma la scuola stessa, nella sua totalità e anche indipendentemente dall’ambiente ministeriale, deve necessariamente riflettere sull’opportunità che questo momento storico ci sta offrendo, non dimenticando la sua missione: offrire pari opportunità a tutti per un futuro migliore. Solo in questo modo, ritrovando il suo scopo e la sua vocazione e avendo la capacità di prendere scelte coraggiose, anche se azzardate, la classe docente italiana troverà la forza di rilanciare gli italiani e l’Italia e di costruire una società migliore, più progredita e più giusta.

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