La coerenza è merce rara, si sa. E allora non dovremmo stupirci del silenzio colmo di imbarazzo di coloro che accusano Indro Montanelli di essere nientemeno che un pedofilo (…) quando si tira in ballo, a contraris, la vicenda ben più scabrosa di Pier Paolo Pasolini.
Pasolini – intellettuale organico al PCI, cineasta, insegnante, poeta, scrittore, giornalista – praticava, lui sì, assiduamente, la pederastia.
Alla fine degli anni Cinquanta venne processato per aver adescato tre ragazzi, dai 14 ai 16 anni. Scampò una condanna per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico grazie a cavilli giudiziari (il fatto avvenne in una proprietà privata) e foraggiando le famiglie dei ragazzi affinché non sporgessero denuncia. A seguito di questo processo, fu epurato dal Partito Comunista e non poté più ricoprire il ruolo di insegnante.
Sono acclarati i suoi rapporti sessuali con i ragazzi di via delle periferie di Roma; o con i ragazzi indiani procacciati durante un viaggio in loco con Moravia, su cui ha scritto Aurelio Picca; la sua stessa morte, a dispetto delle teorie complottiste, è dovuta alle pretese sessuali perpetrate nei confronti di un minorenne, che poi lo uccise in modo truce.
Se Montanelli viene tacciato di essere un pedofilo – e non lo era – per aver intrattenuto, in ossequio alle usanze locali, un’unione di madamato con una ragazza etiope, cosa dire di Pasolini? È evidente il doppiopesismo peloso, la faziosità acrimoniosa di quanti, a Sinistra, si scagliano contro Montanelli. Il merito della vicenda è solo un ignobile pretesto.
Pasolini era un intellettuale progressista, di sinistra, è stato (ed è tuttora) un riferimento culturale, dunque è intoccabile; Montanelli invece ha una colpa imperdonabile ai loro occhi: era un giornalista liberalconservatore, il più noto del 900; di Destra, e perciò stesso da considerarsi un reprobo, un individuo turpe, immorale. Stesso discorso, a parti invertite, per Churchill. Non rileva che abbia salvato il Regno Unito, succedendo all’imbelle Chamberlain, o che abbia dato un contributo determinante alla sconfitta del nazifascismo; causò una grave carestia in Bengala, era un conservatore, financo razzista, questo, e solo questo, è ciò che conta.
Oltretutto questi attacchi livorosi nei confronti di Montanelli, in realtà una vera e propria crociata con l’ausilio dei social, avvengono fuori tempo massimo. Questo perché, per un ventennio abbondante, Montanelli è stato adottato dalla sinistra in funzione antiberlusconiana: il modello di una Destra agli antipodi di quella arruffona e impresentabile incarnata da Berlusconi. L’immagine di un Montanelli “pedofilo, stupratore e razzista” evidentemente non si attagliava a questa narrazione. Ora che non è più utile alla causa, si può riprendere a sparare sulla sua figura. (Per inciso, l’uso di questi termini, pedofilo, stupratore, razzista se adoperati a sproposito, rischia di svuotarli di significato).
Tornando a Pasolini, ma si potrebbero citare altri come Roman Polanski, Kevin Spacey, Michael Jackson, anche laddove è difficile disgiungere i due aspetti, è opportuno scindere il giudizio sull’uomo e quello sull’intellettuale o l’artista; anche perché, come ha scritto Lorenzo Mottola, “le relazioni con questi ragazzi furono per il poeta ragione di letteratura, di vita e di morte, in un intreccio quasi indissolubile”. Se qualcuno intendesse rimuovere un monumento dedicatogli per meriti intellettuali – su cui si potrebbe discutere a lungo: la sua prosa era eccessivamente magniloquente, le sue posizioni sulla società consumista vetuste e anacronistiche già allora, per non parlare dei suoi lavori cinematografici, tutt’altro che dei capolavori – commetterebbe un gesto parimenti esecrabile, segno di profonda ignoranza e fanatismo ideologico.
Quello a cui stiamo assistendo è una forma perniciosa di revisionismo politicamente corretto, di riscrittura della storia in chiave morale (un’ondata di neo puritanesimo l’ha definita Angelo Del Boca), che sfocia, per coloro che ne sono bersaglio, nella damnatio memoriae. Perciò, chi non ha venduto il cervello all’ammasso del conformismo liberal ha il dovere di denunciare e contrastare questa deriva.
10 comments
Articolo teso solo ed esclusivamente a liberare Montanelli dal peso del madamato che ha commesso e di cui si è vantato, Pasolini non ci azzecca nulla, ed il paragone non è possibile, per tempi e situazioni.
Gente che non ha nulla da fare se non cercare di fare revisionismo storico, per giustificare il proprio pensiero politico che ormai non esiste più. Se vi divertite così guardando al passato, le speranze sono davvero poche.
il commento di gio è un processo alle intenzioni e i processi alle intenzioni sono qualcosa che faceva la chiesa, il pcus e il fascismo (il nazismo manco ti faceva il processo…)
non va bene
il paragone ci sta tutto e la (mia) sinistra farebbe bene a liberarsi delle sue ossessioni, dei suoi riti, miti e detriti
che l’effetto sia di sgravare montanelli è vero e non va bene, che montanelli possa anche non essere stato tecnicamente pedofilo anche, ma questo non cambia l’orrore
sempre che ci sia stato, l’orrore: https://www.stradeonline.it/diritto-e-liberta/4244-la-sposa-bambina-di-montanelli-e-veramente-esistita
il che metterebbe montanelli un gradino sotto pasolini per rigore intellettuale
PS di sinistra come la mia bisnonna che odiava fortemente Garibaldi!
perfetto.
Se la prendiamo come un’opinione personale, va rispettata, ma che non sia, nello stile, una forma documentata delle scempiaggini che si leggono in questo articolo. In primis perché vengono richiamati solo pareri e scritture funzionali al pensiero di colui che scrive, e poi, soprattutto, perché è piena di inesattezze e luoghi comuni. già sfatati da fatti, atti giudiziari e indagini, sentenze e studi di magistrati compresi, di quella che fu la più grande persecuzione a un intellettuale mai messa in atto in Italia. Che chi scrive questa opinione, non abbia alcuna contezza della storia personale, giudiziaria e letteraria di Pier Paolo Pasolini, è cosa evidente sin dalle prime righe e si concretizza senza dubbio dove riferisce, malamente dei processi circa il suo omicidio definendoli come tesi complottiste. E accredita l’errore più mistificatorio che si sia fatto, avallando quelle persecuzioni in base a una mentalità, ancora esistente purtroppo, sull’identità su ciò che fa un uomo e ciò che è. usata anche oggi appunto, e in modo assurdo, per Indro Montanelli. Una strumentalizzazione con cui ancora si uccidono memorie e meriti. Definire poi le valutazioni sulla società dei consumi di Pasolini come anacronistiche, quando furono talmente avanti nel momento in cui solo di consumismo inconsapevole e nascente viveva l’Italia, senza capirne le dinamiche sociali e culturali a cui avrebbe portato, vedi l’attualità, significa mostrare pressappochismo. Il paragone tra i due personaggi accomunati come vittime, forse dello stesso metodo che si critica, sono rimasti vittima in questo scritto della stessa pratica qualunquista e superficiale. Nel complesso un cattivo modo di sceverare o dimostrare una tesi. Spiace, ma la lettura non aggiunge nulla al deja vù qualunquista.
Liberista di sinistra. Un ossimoro vivente…
Anche ammesso che Pasolini fosse stato pederasta e non solo omosessuale, ciò non toglie nulla alle accuse postume mosse a Montanelli. È stucchevole il richiamo alle usanze locali. Se un popolo pratica sacrifici umani non è detto che sia lecito farlo anche a me.
Anche ammesso che Pasolini fosse stato pederasta e non solo omosessuale, ciò non toglie nulla alle accuse postume mosse a Montanelli. È stucchevole il richiamo alle usanze locali. Se un popolo pratica sacrifici umani non è detto che sia lecito farlo anche a me.
Non ho mai scritto nulla sulla vostra bacheca. Evidentemente si tratta di un sito di mera propaganda politica senza dibattito reale.
Il ragazzo, all’epoca del delitto non ancora maggiorenne, unico condannato per l’omicidio di Pasolini, dopo aver scontato la pena ha fornito una versione dell’omicidio molto diversa da quella fino ad allora sostenuta. Non ci fu nessuna pretesa sessuale a scatenare la reazione di Pelosi, che non aveva nessun segno sul suo corpo di una colluttazione violenta, semplicemente perché non ci fu. Leggete il libro-intervista, non c’è nessuna teoria complottistica. Non a seguito del processo, ma immediatamente dopo che il fatto venne alla luce (fine anni Quaranta), Pasolini fu espulso dal provveditorato degli studi e dal partito comunista. Si trattò comunque di effusioni e non di rapporti sessuali. Bisogna essere precisi, i fatti sono fatti.
Personalmente non condivido né comprendo la ferocia moralistica che si è scatenata contro Montanelli, ma il suo peso nella cultura italiana del Novecento non mi sembra minimamente paragonabile a quello di Pasolini.
Rodrigo finalmente ha hablado usted con inteligencia. Es el único que tiene puesto el cerebro en la cabeza. Muchas gracias