Il nuovo primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, si è impegnato a far uscire il paese dal blocco “come mai” entro l’attuale scadenza del 31 ottobre. Si è rifiutato di escludere una Brexit no-deal a meno che i leader dell’UE non gli permettano di rivedere l’accordo che avevano negoziato con la sua predecessore Theresa May – cosa che l’UE dice che è impossibile.
Due giorni fa, Sky News è venuta in possesso di un documento redatto nelle ultime settimane del mandato di Theresa May e contrassegnato come “official sensitive”, che descrive gli eventi il primo mese successivo ad una tragica No Deal Brexit. Il documento è uscito fuori dopo che il Cancelliere Sajid Javid (Chancellor of the Exchequer è l’antico titolo del ministro del governo britannico con responsabilità di Ministro delle Finanze) ha stanziato 2 miliardi di sterline di finanziamenti per un piano che supporti il “no deal”.
Lo scenario è a dir poco apocalittico degno di un “disaster movie” hollywoodiano. Il primo giorno si ritiene che “il commercio e il flusso di passeggeri dal Regno Unito verso l’UE rallenterà”, mentre “le navi britanniche non potrebbero più avere accesso alle acque dell’UE e viceversa”. Proseguendo, il governo di Theresa May ha previsto nelle prime due settimane un “panico potenziale per i consumatori ed rischio di carenza di cibo anche in zone che non sono direttamente interessate alla frontiera”. Concreta è anche la possibilità di un aumento del rischio di “grave criminalità organizzata, compresi il contrabbando di persone e l’immigrazione clandestina”. Durante il primo mese, si ritiene che le piccole imprese dell’Irlanda del Nord “devono affrontare difficoltà e potenziali problemi di ordine pubblico”. Il documento mostra anche come i cittadini del Regno Unito potrebbero tornare dall’UE se non soddisfano i “nuovi requisiti di residenza negli Stati membri dell’UE”. Last but not least è il rischio concreto di una sterlina che si svaluti del 25%. Questa è irresponsabile follia allo stato puro di scimmie al governo.
Ma sembra che non importi a Boris Johnson, che ha raddoppiato l’importo disponibile per garantire che il Regno Unito possa resistere a una rottura completa con l’UE il 31 ottobre, portandolo a 4,2 miliardi di sterline.
La sua iniezione di denaro includerà 1,1 miliardi di sterline per la spesa immediata per le guardie di frontiera supplementari, lo stoccaggio di medicinali vitali e un massiccio blitz pubblicitario rivolto a famiglie e imprese. Egli accantonerà anche un ulteriore fondo di riserva di 1 miliardo di sterline per coprire gli imprevisti di emergenza all’approssimarsi della scadenza Brexit.
Personalmente è da un anno, dopo le dimissioni di David Davis dalla carica di Segretario di Stato per l’uscita dall’Unione europea rassegnate l’8 Luglio 2018, che vedo evidente come le scimmie al governo si laveranno le mani con un secondo referendum (sono no binding in UK) e non ci sarà alcuna Brexit, pur questo non cambiando di fatto la sconfitta della libertà avendo nascosto ai cittadini la verità di questa follia. Questo buffo personaggio non fa altro che essere un altro segno, messo lì perché sacrificabile dai conservatori e dai laburisti.
1 comment
ovvio :)