Corsivi corsari

Lavorare come Matteo

Sarebbe il sogno di qualunque scansafatiche, una di quelle occasioni uniche a cui non poter dire di no.

Per gli amanti del cazzeggio esisterebbe qualcosa di meglio che frequentare l’università come passatempo, più per commentare le avventure notturne al centro sociale Leoncavallo che per studiare, e nel frattempo iscriversi alle giovanili del partito che ti dice che non è colpa tua se non lavori, ma di quelli nati 300 km più a sud.

E così finisci per trovare un impiego nella redazione della radio del suddetto partito prima, in quella del giornale poi, e grazie alla visibilità ed ai contatti diventi consigliere comunale di Milano.

Passi poi al parlamento italiano, a quello europeo, risultando sempre campione dell’assenteismo. Così tra presenze a sagre, stabilimenti balneari e buffonate varie, i tuoi datori di lavoro (i cittadini) decidono di premiarti e diventi così ministro dell’Interno e vice premier

“Posizioni di spessore” – pensa un osservatore esterno – “adesso si metterà a lavorare davvero”. Ed invece continui a darti alla pazza gioia, tra un piatto di minestra ed un tuffo in piscina, disertando praticamente ogni vertice europeo sui temi che dovrebbero esserti cari (l’ultimo oggi, per andare da Barbara d’Urso). Con che conseguenze? Più voti, più applausi, più lecchinaggi pubblici.

“Si” – pensa lo scansafatiche- “dev’essere proprio un sogno!”

Salvini

Lega

1 comment

Marco Zunino 07/06/2019 at 23:10

Ma che maligni che siete!

Sì, lui non passerà tutto il tempo in ufficio, ma si dà da fare comunque. Pensate a quante cene politiche, di partito, o fra amici ha dovuto affrontare il nostro. Celebri sono quelle con gli amici di Casa Pound (avvenuta prima di che diventasse ministro), quella con Salvatore Annacondia, noto anche come Manomozza, e, soprattutto, quella della sera del crollo del Ponte Morandi. Lui avrebbe voluto essere a Genova, ma che cosa doveva fare? Ormai era tutto programmato. E poi comunque la sua presenza a Genova non era necessaria. Potete forse dire che sarebbe servita a qualcosa?

La politica non si fa in ufficio. Lui deve rassicurare le masse e spaventare le perfide orde aliene che vogliono invadere l’Italia. Ed in effetti, da quando c’è lui comincio a pensare che scegliere un altro Paese sia una buona cosa, prima che i risparmi si trasformino in Bolívar soberanos, pardon in minibot sovranisti.

Poi Salvini è un vero stacanovista di Twitter. Dal mattino alla sera ci informa su tutto, spesso anche sul menu dei suoi pasti. I maligni potrebbero avere qualche dubbio sull‘importanza di queste informazioni—e sulla qualità del menu—ma sono cose che fanno sentire la gente vicina al suo Capitano. Anzi, da ieri dovremmo smettere di chiamarlo “Capitano” e cominciare a chiamarlo “papà.” Papà talora ci informa anche sui successi delle procure, che sono anche i suoi successi, anche se non sempre il suo contributo alle indagini sembra fondamentale. Qualche volta esagera un po’ dando informazioni su operazioni ancora in corso, i maligni dicono col rischio di comprometterle. Ma che cosa volete? lui è fatto così, pieno di entusiasmo.

E comunque potete dire in buona fede che il suo collega Viceministro sia migliore di lui?

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