Contribuente: “allora, quanto mi tocca pagare quest’anno?”
Commercialista: “Dunque, i redditi di cui al comma 2 dell’art. 49 del DPR 917/1986 sono computati a tassazione ordinaria; le minusvalenze di cui al comma 1 bis sono deducibili se realizzate ai sensi delle lettere a) e b) del medesimo comma; le spese sono deducibili nella misura del 20% ma se possono essere computate come ammortamento sono ammesse in deduzione quote annuali di ammortamento non superiori a quelle risultanti dall’applicazione al costo dei beni dei coefficienti stabiliti, per categorie di beni omogenei, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze; tuttavia ai fini del calcolo delle quote di ammortamento deducibili dei beni immobili strumentali, si applica l’articolo 36, commi 7 e 7-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248; tuttavia le spese relative all’acquisto di beni mobili diversi da quelli indicati nel comma 4 adibiti promiscuamente all’esercizio dell’arte o professione e all’uso personale o familiare del contribuente sono ammortizzabili, o deducibili se il costo unitario non e’ superiore a 1 milione di lire, nella misura del 50 per cento; inoltre….
Contribuente: “Hey frena, non ci sto capendo niente”
Commercialista: “Neanche io. Però se l’anno prossimo fai un figlio dicono che avrai un bonus fra 80 e 130 euro al mese”.
Contribuente: “Stai dicendo che per avere una certezza sul fisco devo farlo senza preservativo?”
Sipario
2 comments
Come affermano da anni tutti gli osservatori internazionali e molti autorevoli economisti italiani (da Alesina e Giavazzi, a Cottarelli e tanti altri), l’eccesso di normative e la loro poca chiarezza sono una delle palle al piede del ns. Paese. Problema mai affrontato, malgrado la deviante demagogia della politica. Ricordo in TV gli spot di Calderoli e Tremonti nel lontano 1994, davanti a pacchi di scartoffie, promettere riordini e riduzione del corpus legislativo. Abbiamo visto qualcosa?
Meritoria la denunzia recente della CGIA di Mestre (La burocrazia legislativa produce una montagna di carte: oltre 30.600 pagine all’anno) – Ufficio Studi CGIA, che richiama l’analisi realizzata dal The European House – Ambrosetti-.
A pensar male, uno immagina che il tutto sia in gran parte voluto, perché tanti professionisti, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, ingegneri, architetti, geometri ecc., siedono tra. transversalmente in Parlamento da destra a sinistra in tutto l’emiciclo. ma i commercialisti si sono uniti nella protesta. Fattore per me anomalo è la presenza in Italia di circa 250.000 avvocati, uno ogni 240 italiani (ovviamente, inclusi bambini , vecchi magari malati di Alzhimer), contro una media della vecchia Euriopa dei 15 di uno ogni 1000/1500 cittadini e 2500 in Svezia. Solo a Roma vi sono più avvocati che nell’intera Francia.
ovvio.