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Governo Meloni, a che punto siamo?

Tra divieti inutili, figure barbine sui migranti e gravi ritardi sul PNRR, non sembra andare tutto rose e fiori per il team di governo che prima delle elezioni con grande vigore promuoveva lo slogan “Pronti” su diversi manifesti. Un periodo di grave difficoltà per la Premier Giorgia Meloni, che dopo il triste episodio avvenuto a Cutro (Calabria), deve fare il possibile per non perdere i preziosi fondi del Next Generation EU.

Ma andiamo per ordine: è da poco passata (come diversivo) la legge che vieta la sperimentazione e la produzione di “carne sintetica”, così chiamata trionfalmente dal ministro della “Sovranità Alimentare” Francesco Lollobrigida. Questo sovranismo alimentare da quattro soldi nuocerà molto non solo alla salute del pianeta, ma anche all’economia italiana, che, cavalcando l’onda green su cui l’Europa ha deciso di investire ingenti risorse, poteva essere il paese pioniere di questa nuova biotecnologia. In questo modo sì che si sarebbe realizzato “l’interesse della Nazione” di cui la nostra premier si riempie la bocca. I membri di questo esecutivo invece dimostrano un attaccamento alla poltrona e alle associazioni di categoria, che dominano il mercato italiano con le loro posizioni di rendita.

Le scuse poi sono state ancora più ridicole della legge stessa. I danni alla salute e alla biodiversità non sono assolutamente suffragati da fatti e sono inventati. Anzi, ci siamo forse dimenticati che il consumo di carne rossa oltre ad uccidere la biodiversità, se consumata per certe quantità, provoca danni alla salute? Di cosa si ha paura? Ebbene dopo la farina di grilli, si sfodera un altro specchio per le allodole, nascondendo invece questioni enormi. Ad esempio, che ne sarà dei fondi europei, dei quali l’Italia è stata maggiore assegnataria con un fondo di ben 191 miliardi di euro?

La situazione sui fondi PNRR

La situazione, per quanto riguarda il PNRR, non è affatto rosea dato che si rischia seriamente di perdere parte dei fondi. Il motivo è che non si riescono ad effettuare modifiche al sistema nepotistico e di rendita garantita. L’Italia è riuscita ad ottenere fondi ma per spese esigue e modeste: dei 67 miliardi di euro già incassati (ai quali vanno aggiunti i 21,8 miliardi di euro della terza tranche, richiesta dal Governo lo scorso 30 dicembre 2022), sono stati spesi solo 23 miliardi di euro.

La Corte dei Conti ha infatti evidenziato questa mancata programmazione, trovando alcuni punti di forte ritardo rispetto alle attese: esempio eclatante quello degli asili nido, per non parlare della mancanza di bandi e progetti al Sud nonostante sia l’area che beneficia del 40% del totale di 191 miliardi.

Altro punto di debolezza è Il Sistema Regis, il quale dovrebbe monitorare lo stato d’attuazione del PNRR, ma essendo troppo diversificato fra i vari ministeri non riesce nell’obiettivo.

Ovviamente è partita la gara per accaparrarsi i fondi del PNRR non utlizzati, come se fosse semplice spostare miliardi promessi per la realizzazione di infrastrutture. Ad esempio, in prima linea troviamo i balneari, i quali già godono di un trattamento benevolo visto che in Italia la direttiva Bolkestein rimane inapplicata e le tassa da pagare allo stato è costantemente troppo esigua, lo dice lo stesso Briatore, proprietario dello stabilimento Twiga.

Qui sono in ballo i 27 obiettivi del primo semestre 2023, per un valore di 16 miliardi. A preoccupare è soprattutto il ritardo delle riforme di sistema: dalla giustizia alla concorrenza passando per gli appalti, con la controversa svolta di questi giorni. Il cambio di rotta voluto dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, getta molte ombre sull’adeguamento dell’Italia agli standard europei.

Il nostro paese continua a rivivere quel sogno del boom economico degli anni 70-80. Mi duole ricordare che quei tempi sono finiti e il governo dovrebbe dimostrare anzi capacità organizzativa e profondità intellettuale superiore a quella della classe politica di quel periodo. Questi 200 miliardi possono rappresentare una vera svolta per l’Italia, quale migliore occasione per essere nazionalisti e patrioti se non quella di spendere questi fondi per far rinascere il Paese?

Un sunto di questi primi mesi

I comportamenti di questo governo non stupiscono: i finanziamenti alla ricerca sono minimi, il progresso è visto di cattivo occhio, il futuro si guarda con paura vista la crisi demografica e sul tema delle pensioni si tergiversa quando invece è un nodo sempre più cruciale da risolvere nel nostro paese.

Un governo che privilegia e ricerca il consenso solo delle fasce più anziane della popolazione ignorando e stigmatizzando noi giovani: dipinti come fannulloni, costretti all’emigrazione o ad una permanenza qui con stipendi da fame.

Non si parla di come aumentare la produttività delle imprese, non si discute di politica industriale né di una riforma del mercato del lavoro. A livello di diritti umani il ministro Piantedosi si è dimostrato una figura non adeguata al ruolo che ricopre: non solo per il caos avvenuto a Cutro, ma anche per i fatti di Napoli-Eintracht Francoforte. La gestione dei grandi eventi passa per il ministro dell’interno, dunque non sarebbe una novità se l’Italia perdesse il treno di Euro 2032, vista l’incapacità strutturale e organizzativa.

Infine occorre fare una menzione d’onore per il tema della sanità, che il governo non ha minimanente menzionato da inizio legislatura nonostante la sua rilevanza e i suoi evidenti problemi: carenza di personale, liste d’attesa di mesi e a volte anni, profonde diseguaglianze nella qualità ed efficienza del servizio fra le varie regioni. La notte è ancora lunga ma le torce a nostra disposizione iniziano ad esaurirsi.

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