Mentre sto scrivendo il Family Day è in pieno svolgimento. Leggo che Massimo Gandolfini è appena salito sul palco per annunciare che la manifestazione ha superato il milione di partecipanti. Poco dopo alza il tiro, non uno ma ben due milioni. Come al solito nei prossimi giorni assisteremo al classico tira e molla tra questura, organizzatori e commentatori a vario titolo. Tra chi confermerà i numeri di Gandolfini, chi li ridimensionerà e chi, probabilmente nel giusto, sosterrà che non siamo neanche sopra al centinaio di migliaia. Insomma, ci sarà da annoiarsi parecchio. Tuttavia questo non è importante. Parliamo di un numero estremamente significativo di persone, punto. Sicuramente si tratta di una delle più grandi mobilitazioni del mondo cattolico degli ultimi anni. Negarlo sarebbe scorretto oltre che poco intelligente.
Ma ha davvero importanza che un consistente numero di persone abbia deciso di dedicare un’intera giornata del proprio tempo per dire no ai diritti dei conviventi e delle coppie omoaffettive? La risposta per quanto mi riguarda è no. Che i manifestanti fossero veramente uno, due o dieci milioni è irrilevante. I diritti delle minoranze, piaccia o non piaccia, non sono suscettibili di essere oggetto della sindacabilità del pueblo. Il legislatore italiano una volta per tutte sta cercando di ovviare a quelle gravi mancanze del nostro ordinamento che ci hanno reso, ormai da troppo tempo, gli zimbelli del mondo occidentale. Se poi ciò non aggrada ad una parte consistente del paese ce ne faremo una ragione.
Per carità che il ddl Cirinnà non sia perfetto è pacifico, anzi una seria criticità della norma, rilevata da Luca De Vecchi su Gli Stati generali, in materia di convivenza di fatto, ve l’avevamo segnalata nella rassegna stampa di una settimana fa. E allo stesso modo, per quanto personalmente ritenga che entrambe le cose siano auspicabili, non si può dare torto al neo Viceministro Zanetti quando lamenta la scarsa intelligenza del voler affrontare unioni civili e stepchild adoption assieme. Ma ciò non toglie che nel suo insieme il disegno di legge stia portando avanti un qualcosa che è semplicemente dovuto e su cui siamo in imperdonabile ritardo.
Proprio per questo, non se la prendano a male ma all’improbabile milione di persone che oggi hanno manifestato contro le unioni civili io rispondo con un milione di esticazzi. La vostra anacronistica battaglia, anche se non ve ne siete ancora accorti, l’avete già persa: il mulino a vento contro cui state lottando non è quello dei “disvalori laicisti” o del politicamente corretto, ma quello ben più inespugnabile del tempo e del progresso.
1 comment
Caro Umberto, posso solo ammirare l’ottimismo che traspare dalla tua chiusa finale! Magari le conquiste culturali e sociali fossero irreversibili, guarda le foto delle donne afghane negli anni ’50 e confrontale con quelle che sono scattate adesso: ok, qui non abbiamo avuto guerre, ma l’oscurantismo non è una forza che possiamo sperare di sconfiggere una volte per tutte, è una bestia feroce da tenere sempre a bada …