L’ultima volta che abbiamo sentito parlare attivamente del CNEL è stato per la sua eliminazione: correva l’anno 2014 quando l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi presentò un disegno di legge di revisione costituzionale che, impattando su ampia parte della Costituzione, prevedeva l’abrogazione e la soppressione del Consiglio nazionale dell’economica e del lavoro.
Le motivazioni di questa decisione, riassunte nella relazione di accompagnamento al d.d.l., erano che «tale organo ha […] prodotto un numero ridotto di iniziative parlamentari e non appare oggi più rispondente alle esigenze di raccordo con le categorie economiche e sociali che in origine ne avevano giustificato l’istituzione».
Com’è noto, il referendum del 4 dicembre 2016 vide la prevalenza plebiscitaria dei contrari alla riforma, garantendo così la continuità del suindicato organo costituzionale.
Ma cos’è veramente il CNEL?
Se si legge l’articolo 99 della Costituzione si ricavano a prima vista tre elementi:
- è composto da esperti e da rappresentanti delle categorie produttive;
- ha funzione consultiva a favore del Governo e del Parlamento;
- contribuisce all’elaborazione della legislazione economica e sociale.
Se vogliamo andare oltre, all’art. 10 della L. 936/1986 scopriamo che esso tra l’altro «esprime, su richiesta del Governo, valutazioni e proposte sui più importanti documenti ed atti di politica e di programmazione economica e sociale» e «contribuisce all’elaborazione della legislazione che comporta indirizzi di politica economica e sociale esprimendo pareri e compiendo studi e indagini su richiesta […] del Governo».
Perché questa breve lezione sul CNEL? Forse di esso per un bel po’ non si sarebbe più parlato (se non per un d.d.l. dallo stesso presentato, con cui avrebbe assunto maggior voce in capitolo in tema di politiche europee), non fosse che il d.P.C.M. del 10 aprile 2020 ha nominato, per fronteggiare l’emergenza epidemiologica COVID-19 nella «fase due» un Comitato di esperti in materia economica e sociale.
Le analogie con il CNEL sono preoccupanti. Intanto, la materia di cui si occupano è letteralmente la stessa (economia e lavoro), ed anche la composizione non manca di analogie.
Oltre ai 54 rappresentanti delle categorie produttive, il CNEL conta dieci esperti («qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica»), mentre il Comitato di conta diciassette esperti, molti dei quali provenienti dal mondo del lavoro. Infine, entrambi – seppure con un diverso grado di indipendenza – svolgono una funzione servente nei confronti del Governo.
Con ciò non si vuole sostenere che il CNEL – che ha dato prova, se non altro, di una scarsa proattività – avrebbe potuto efficacemente dare man forte al Governo in questa delicata fase, in cui la necessità di risposte rapide e caratterizzate da un alto tasso di competenze in materie determinate mal si sarebbero conciliate con l’istituzione guidata dal prof. Tiziano Treu (che, per inciso, nel 2014-2016 era favorevole alla riforma Renzi-Boschi, e dunque alla sua soppressione).
Tuttavia è legittimo voler capire di più. Voler capire, ad esempio, qual è il senso di un organo rappresentativo degli interessi con una struttura sostanzialmente invariata negli ultimi trent’anni, quando alla bisogna se ne crea uno ad hoc, e se affiancare agli esperti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di carattere nazionale abbia ancora un senso.
Ce lo possiamo e vogliamo permettere? Se – parlando della riduzione del numero dei parlamentari – si obietta che questa riduce il costo della rappresentanza, e per tale ragione finisce col depotenziarla, l’argomento è valido anche in questo caso? Non sembra, posto che la soppressione del CNEL era uno dei pochi argomenti su cui anche i contrari all’ultimo tentativo di riforma convenivano.
Forse adesso non è il tempo, ma presto ci sarà da interrogarsi anche su questi aspetti.
3 comments
è pieno di strafalcioni grammaticali :D
“dell’economica” = dell’economia
ecc.
e pure nella Bio !!
totalmente condivisibile (e infatti l’ho condiviso..).
[…] sia il ritorno alla normalita’ non puo’ affidarsi all’ondivago barcamenarsi tra pletoriche commissioni e indici di gradimento nei sondaggi su un’opinione pubblica in nevrastenia indotta dal […]