Sono passati ormai 3 mesi dalle elezioni nazionali (ne scrivemmo qui), ma la Spagna è ancora senza governo. Proprio ieri il PSOE ed il suo candidato alla presidenza Sanchez non sono riusciti ad essere investiti, nonostante servisse solo la maggioranza semplice. Fondamentale è stata l’astensione di Podemos, il partito di Pablo Iglesias. Ma come si è arrivati a questo punto?
Sanchez fino a 10 giorni fa ha parlato di governo di minoranza del solo PSOE, chiedendo il voto a favore di Podemos e l’astensione di Ciudadanos e Partido Popular; solo nell’ultima settimana ha deciso di negoziare un governo congiunto con Podemos, a patto che il suo leader non ne facesse parte. L’attitudine non è piacita a Pablo Iglesias, che nonostante tutto ha deciso di accettare, chiedendo però ben cinque ministeri (di peso), giudicati troppi dal partito socialista.
Partito Popular e Ciudadanos si sono invece sempre rifiutati di discutere di astensione e programmi, chiudendosi in una becera opposizione che li ha squalificati davanti a gran parte del voto moderato. Se dal PP non ci si poteva aspettare altro, i toni e le decisioni del partito di Albert Rivera non sono piaciute ad una buona parte dell’opinione pubblica ed hanno completato quella svolta a destra che da mesi era sempre più evidente.
Ben 4 membri della direzione nazionale della formazione arancione si sono dimessi, uno ha addirittura abbandonato il seggio, ma questo non sembra aver fatto perdere vigore alla parte più radicale del partito, nella quale si è ascritta, purtroppo, Ines Arrimadas, da molti giudicata come possibile figura moderata capace di portare alla ragione i vertici.
Se è vero che Podemos ha chiesto la luna e Ciudadanos ha preferito darsi al populismo piuttosto che cercare un accordo come fatto in passato con lo stesso PSOE prima e con il PP poi, è certo che quando tutti i partiti, anche quelli “amici”, decidono di coalizzartisi contro, qualche domanda dovresti fartela.
Il comportamento e la superbia di Sanchez e del partito socialista sono stati deplorevoli: da subito si sono autodefiniti l’unico partito degno di governare, definendo estremista Podemos (non a torto) e fascisti PP e C’s. Eppure con meno del 30% dei voti e con meno di 130 seggi (la maggioranza è di 176) si deve avere la consapevolezza che i patti fra forze diverse saranno necessari.
Non sono stati fatti nemmeno gesti di distensione verso PP- C’s in Navarra, dove per la presidenza della regione si è preferito cercare un accordo con Indipendentisti navarri e Podemos con l’astensione degli indipendentisit baschi piuttosto che astenersi per far governare la coalizione di centro destra “Navarra Suma”.
Nel 2015 proprio Sanchez, dopo il fallimento di Rajoy nel formare un governo ed il conseguente ritorno alle urne, disse che la responsabilità era tutta di chi aveva vinto le elezioni. Oggi penserà la stessa cosa?