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25 aprile 1974: la rivoluzione dei garofani

Quando in Italia pensiamo al 25 aprile ci riferiamo agli eventi del 1945: quel giorno il C.L.N.A.I. (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia) aveva ordinato l’insurrezione generale di Milano e delle altre città del Nord ancora in mano alle truppe nazi-fasciste.

Il 25 aprile viene ricordato come il giorno in cui il nostro paese ha intrapreso quel percorso che l’ha fatto diventare la democrazia che è oggi.

In un altro paese dell’Europa Meridionale il 25 aprile segna la fine di un altro regime autoritario che era in carica da 48 anni. In Portogallo il 25 aprile 1974 ci fu la “rivoluzione dei garofani” che segnò il ritorno del paese alla democrazia. Questo evento viene ricordato come il dia de la libertade (giorno della libertà).

Il 28 maggio 1926 finisce l’esperienza della Prima Repubblica portoghese che travolta dalla corruzione e dai debiti viene rovesciata da un colpo di stato guidato dal generale Antònio Óscar Carmona dando il via a una dittatura militare.

Nel 1928, dopo aver rifiutato la carica due anni prima, viene nominato ministro delle finanze Antonio de Oliveira Salazar (1889-1970) docente presso la facoltà di economia a Coimbra.

Salazar accetta l’incarico dopo aver ottenuto dalla giunta militare la massima autonomia per il suo dicastero: adottando una politica fiscale che prevedeva una drastica riduzione della spesa pubblica e un successivo aumento delle imposte indirette, riesce a portare il bilancio dello stato prima in pareggio e poi addirittura in attivo risanando così un’economia che si ritrova in condizioni disastrose. I suoi risultati portano i militari a premiarlo e il 5 luglio 1932 diventa primo ministro.

Salazar instaura così un regime autoritario, denominato estado novo (stato nuovo), ispirandosi al fascismo italiano seguendo quindi il modello corporativo che proponeva.

Tra le caratteristiche principali del nuovo regime vi era innanzi tutto una forte riduzione delle libertà sia individuali sia collettive: la libertà di stampa viene abolita così come viene abolita la libertà di associazione e quella sindacale. Vengono quindi sciolte tutte le associazioni considerate libere.

Seguendo il modello corporativo, vengono istituite associazioni di massa direttamente ispirate alla dittatura. Tra queste, le più importanti sono la Legião Portuguesa (legione portoghese) organizzazione di tipo paramilitare che aveva il compito di promuovere i “valori spirituali del paese” che rispondeva direttamente al ministro dell’interno, la Mocidade Portuguesa (gioventù portoghese) associazione diretta ai bambini dai 7 ai 14 anni che si ispirava ai Balilla di stampo fascista o alla gioventù hitleriana di stampo nazista, e infine è opportuno menzionare l’ Acçao de Escolar Vanguarda (azione scuola d’avanguardia) organizzazione studentesca che aveva il compito di difendere i valori dello stato salazarista.

L’attività di censura su stampa e cinema era affidata al Secretariado de Propaganda Nacional (segretariato per la propaganda nazionale) mentre il ruolo di perseguitare gli oppositori politici era affidato alla PIDE (Polícia Internacional e de Defesa do Estado; polizia internazionale e di sicurezza dello stato).

Tutti gli oppositori venivano trasferiti nella colonia penale di Cascais, località nei pressi di Lisbona e nel carcere di Peniche.

Salazar sciolse tutti i partiti politici a eccezione dell’Unione Democratica che governerà il paese fino al 1974. Il suo regime riceve il sostegno sia dell’esercito sia delle alte sfere ecclesiastiche.

In chiave economica, dopo aver migliorato il bilancio del suo paese nel periodo in cui era ministro delle finanze, venne avviata una vasta campagna di costruzione di opere pubbliche con l’obiettivo di ammodernare il paese.

In politica estera i modelli di riferimento sono quelli dell’Italia di Mussolini e della Germania di Hitler, pur tuttavia non condividendo alcune caratteristiche del regime tedesco.

Sebbene si fosse dichiarato neutrale durante la guerra civile spagnola, Salazar mandò a sostegno dei falangisti di Francisco Franco un gruppo di circa 12.000 uomini i viriatos. Durante gli anni del suo regime i rapporti tra Portogallo salazarista e Spagna franchista furono ottimi.

All’inizio della seconda guerra mondiale, nel 1939 il Portogallo decise di restare neutrale anche se nella prima fase del conflitto approva le azioni militari delle potenze dell’Asse. Ad esempio, si complimentò con Hitler quando questi nel 1941 invase l’Unione Sovietica dando il via all’Operazione Barbarossa, una mossa dettata secondo alcuni storici più dal suo anticomunismo piuttosto che da una simpatia vera e propria verso i nazisti.

Dopo il 1943 si avvicinò invece sempre di più agli Alleati a cui aveva concesso l’affitto per una base militare nelle Isole Azzorre. Sempre durante il secondo conflitto mondiale il paese continuò a mantenere relazioni commerciali con entrambi gli schieramenti importando tungsteno verso la Germania attività tuttavia sospesa nel 1944 per timore di sanzioni da parte di USA e Gran Bretagna.

Terminato il conflitto, Salazar sfruttando il suo anticomunismo diventò un importante alleato degli Stati Uniti durante la fase più dura della guerra fredda. Nel 1949 fu tra i fondatori della NATO mentre l’ingresso nell’ONU è datato 1955.

Salazar fu infine un convinto sostenitore del colonialismo. Rivendicava il diritto del Portogallo a difendere i suoi possedimenti d’oltremare in Asia (Stato libero di Goa, Macao e Timor Orientale) e in Africa (più conosciuta come Africa Portoghese che comprendeva gli attuali Capo Verde, Guinea-Bissau, Mozambico, Angola più l’isolotto di São Tomé e Príncipe).

Nonostante la decolonizzazione che gli altri imperi avevano intrapreso dopo il secondo conflitto mondiale, Salazar si comportò diversamente. Questo rifiuto di concedere l’indipendenza alle colonie portò il regime a un isolamento internazionale soprattutto da parte americana e sovietica, visto che le superpotenze del tempo finanziavano i movimenti indipendentisti dei vari paesi per cercare di attrarli nelle rispettive sfere di influenza.

Solo la minaccia di abbandono della NATO portò gli Stati Uniti a interrompere il sostegno ai movimenti indipendentisti.

Gli unici paesi con cui il Portogallo continuava a mantenere contatti erano il Sudafrica dove era in vigore l’apartheid e la Rhodesia di Ian Smith, altra nazione africana dove era presente un regime segregazionista e razzista ancora più estremo di quello sudafricano.

Il mantenimento dell’impero coloniale fu però anche causa del malcontento che iniziò a crearsi nella popolazione lusitana: la crescita economica che a lungo aveva garantito consenso al regime si estinse e il paese entrò in una fase recessiva. Nel frattempo iniziarono a calare moltissimo le iscrizioni alle accademie militari con i soldati che si rifiutavano di andare a combattere in Africa.

Anche all’interno dello stesso esercito iniziarono a esserci i primi segnali di dissenso con sempre più militari che non condividono più l’idea di dover difendere un impero anacronistico che costava la vita a milioni di cadetti.

Nell’estate 1968 Salazar venne colpito da un ictus che lo rese invalido permanente e che lo portò alla morte il 27 luglio 1970. Impossibilitato a svolgere il suo compito, il ruolo di primo ministro venne preso da Marcelo Caetano (1906-1980) che proseguì però sulla linea del suo predecessore. Le uniche riforme degne di nota sono l’abolizione della PIDE che però venne semplicemente rinominata DSG (Direcção Geral de Segurança) e una timida apertura verso le opposizioni a cui però non era permesso vincere le elezioni. Soprattutto Caetano prosegue la politica coloniale del suo predecessore in Africa aumentando sempre di più la rabbia e l’insoddisfazione tra le forze armate.

Iniziò così a farsi strada la possibilità che fosse proprio l’esercito a tentare un cambio di rotta: nel 1973 il generale Kaluza de Arriaga di orientamento conservatore organizzò un golpe senza però aver successo. Nel febbraio 1974 il generale Antonio Spinola (1910-1996) venne rimosso dall’incarico, a causa della sua contrarietà alla politica coloniale.

Tra le forze armate crebbe di numero il movimento del MFA (Movimento das Forças Armadas; movimento delle forze armate) più conosciuto anche come il movimento dei capitani, dato che la maggior parte dei suoi membri ricoprono il grado di capitano. Questo gruppo di reduci dai combattimenti in Africa iniziò a gettare le basi per un Portogallo libero e democratico partendo dal superamento dell’Impero Portoghese.

La prima riunione si tenne a Bissau capitale dell’allora Guinea Portoghese, per poi proseguire in patria dove proseguirono gli incontri ovviamente clandestini: alla fine di marzo del 1974 venne fissata la data per l’inizio delle operazioni e venne scelto come giorno il 25 aprile.

L’organizzazione del colpo di stato fu affidata ai capitani Otelo Saraiva de Carvalho (1936-2021), Vasco Lourenço (1942) e Salgueiro Maia (1944-1992).

Il giorno prima del golpe, i militari si accordarono con il conduttore radiofonico Carlos Albino che dirigeva un popolare programma musicale di nome Limite trasmesso sulle frequenze di Radio Renascença di ispirazione cattolica. Alla mezzanotte del 25 aprile avrebbe dovuto trasmettere la canzone Grândola vila morena, il cui ascolto era vietato dal regime per il contenuto trattato.

Pur essendone vietato l’ascolto, era possibile acquistare l’album in cui la canzone è contenuta: così Carlos Albino, uno dei tecnici della radio che aveva il compito di mandare in onda la canzone, si recò ad acquistare Cantigas de maio in una libreria nelle vicinanze della sede radiofonica senza però informare i suoi superiori.

Dopo aver concordato tutto in ogni dettaglio, alla mezzanotte e venti del 25 aprile la radio trasmise la canzone che i capitani aspettavano: la macchina della rivoluzione si mette così in moto.

Partito il piano i militari si diressero verso gli obiettivi che gli erano stati assegnati e così già in piena notte vennero occupate la TV di stato, la Radio nazionale e tutti gli aeroporti del paese incluso quello di Lisbona.

Alle 5:45 del mattino le truppe sotto la guida di Salgueiro Maia occuparono il quartiere di Lisbona Terreiro do Paco dove si trovavano i ministeri più importanti: a sedare il colpo di stato in corso venne mandato un generale lealista Junquera dos Reis con il compito di sparare sui soldati rivoltosi. Tuttavia, le truppe si rifiutarono di obbedire agli ordini passando immediatamente dalla parte di Maia.

Alle 9 di mattina la fregata Gago Coutinho che stava partecipando ad un’esercitazione NATO venne richiamata dal ministro della difesa con il compito di fare fuoco sulla folla. Anche i soldati della marina rifiutarono di eseguire gli ordini e si ammutinarono, portando così anche la marina dalla parte degli insorti: restarono fedeli a Caetano soltanto alcuni reparti come l’aviazione e le truppe d’èlite come i paracadutisti e ovviamente la polizia politica.

Nel frattempo Caetano e i suoi ministri si rifugiarono all’interno del Comando Generale della Guardia Nazionale Repubblicana (Guarda Nacional Republicana). Ormai era chiaro che il piano avrebbe avuto successo e alle 11:45 il Movimento delle Forze Armate annunciò di aver preso il controllo del paese.

Alle 18 l’MFA incaricò il generale Spinola di intavolare trattative di resa con Caetano che alle 19:30 accettò l’offerta. Alla fine della giornata anche l’aviazione e i paracadutisti voltarono le spalle al regime che a questo punto ebbe solo l’appoggio della DSG (ex PIDE) che durante la giornata passerà il tempo a bruciare documenti e cercare di cancellare le prove delle sue attività. Gli unici morti e feriti di quel giorno furono opera loro (4 deceduti e 45 feriti). Alla fine sarà la marina ad avere la meglio sulla DSG costringendola alla resa che avvenne nel carcere di Cascais verso le 22.

Sempre verso le 22:00 Caetano e i suoi ministri vennero scortati dalle truppe di Salgueiro Maia verso l’aereoporto di Lisbona dove li aspettava un volo che li portò in esilio in Brasile, dove Caetano morì nel 1980.

Alle 23:20 il generale Spinola firmò la legge numero 1 del 25 aprile 1974 denominata “destituzione dei dirigenti fascisti” che decretò la destituzione del presidente della Repubblica, del primo ministro, dell’Assemblea nazionale e del Consiglio di Stato e approvò il passaggio dei poteri alla Giunta di Salvezza nazionale che emanò i decreti legge numero 170, 171 e 172. Questi decreti destituirono i governatori civili delle province e dissolsero il partito Unione Democratica diventato nel frattempo ANP (Acção Nacional Popular). Tutte le organizzazioni corporative appartenenti al regime vennero sciolte chiudendo di fatto l’esperienza del Estado novo.

Come primi atti la nuova giunta militare, il 26 aprile tutti i prigionieri politici detenuti nel carcere di Cascais e di Peniche vennero liberati con effetto immediato. Dopo 48 anni, il 1°maggio torna a essere festa nazionale. Infine, numerosi poltici e leader di opposizione rientrarono dall’esilio.

Si aprì così una fase di transizione democratica con l’inizio dei lavori di un’assemblea costituente convocata per il 25 aprile 1975, un anno dopo la Rivoluzione: il periodo transitorio fu difficile ma alla nella primavera del 1976 si tennero le prime elezioni libere nella storia del paese.

La Rivoluzione dei Garofani ebbe un effetto positivo anche per le colonie: nel 1975 infatti Angola, Mozambico, Guinea-Bissau, Capo-Verde e l’arcipelago di São Tomé e Príncipe divennero stati indipendenti. Lo stesso accadde in Asia con Timor Est che diventò uno stato indipendente per solo 20 giorni, prima di essere invaso dall’Indonesia. Lo Stato Libero di Goa era stato ceduto all’India nel 1961.

Anche l’Impero Portoghese giunse così al termine della sua esistenza (con l’eccezione di Macao che seguì un processo simile a quello di Hong-Kong diventando una regione amministrativa speciale cinese nel 1999).

Nel 1986 il Portogallo fece il suo ingresso nella CEE assieme alla Spagna riuscendo quindi a uscire definitivamente dall’isolamento internazionale: ormai il paese era diventato a tutti gli effetti una democrazia completa.

La Rivoluzione dei garofani ha alcune caratteristiche che lo rendono un colpo di stato anomalo: innanzi tutto è un colpo di stato incruento che si concluse con solo 4 morti. Inoltre, i militari che lo guidarono erano di orientamento progressista e molto vicini alle cause della sinistra, come ad esempio l’opposizione al colonialismo.

Infine un altro elemento che fa degli eventi del 25 aprile 1974 un unicum è il fatto che i militari si attivarono per rovesciare un regime autoritario filo-fascista per instaurarne uno democratico, contrariamente per dire a quanto accaduto in Spagna nel 1936, in Cile (1973), o in Argentina (1976).

Per concludere una menzione particolare va proprio al nome rivoluzione dei garofani: contrariamente a quello che si può pensare non c’è nessun riferimento al socialismo. Il nome deriva da un gesto fatto da Celeste Caeiro fioraia di Lisbona, diventata poi famosa nel paese con il soprannome di Celeste dos cravos (Celeste dei garofani). Caeiro aveva donato dei garofani rossi a dei militari incrociati in città i quali come segno di non-violenza infilarono i fiori nelle canne dei loro fucili.

Agli eventi di quel giorno è dedicato il film lusitano Capitani d’aprile, uscito nel 2000 con Stefano Accorsi nel ruolo di Salgueiro Maia, il protagonista principale del film.

Il Portogallo del XXI secolo è oramai un paese moderno e pienamente democratico, perfettamente integrato nel panorama europeo e sicuramente parte del merito va a quel gruppo di militari che ha deciso di porre fine a un lungo periodo di isolamento e di oscurità.

Per questo motivo concludo l’articolo augurando un buon 25 aprile al popoli italiano e a quello portoghese, uniti da questo giorno di festa e di libertà.

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