Con estremo piacere abbiamo intervistato Barbara Gallavotti, biologa e divulgatrice scientifica nota al grande pubblico per il suo prezioso contributo in programmi come SuperQuark ed Ulisse nonché per il suo ultimo libro Le Grandi Epidemie come difendersi.
L’intervista muove su tre argomenti principali. Il primo riguarda la correlazione tra la propagazione degli agenti infettivi come i virus e l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali. Il secondo concerne lo stato attuale del virus SARS-CoV-2 anche detto CoVID-19. Infine, l’ultima parte è dedicata alla pericolosità delle fake news e dei presunti “rimedi” contro il virus.
Di seguito trovate il video completo dell’intervista. Ciononostante, ci teniamo comunque a riassumervene gli aspetti principali, molti dei quali saranno spunto per ulteriori approfondimenti e perché no dibattiti.
Rapporto tra agenti infettivi e incidenza dell’uomo sugli ecosistemi
“Abbiamo sottovalutato gli agenti infettivi perché nella nostra parte del mondo non rappresentano più (ahimè rappresentavano, ndr) una preoccupazione quotidiana” così esordisce Barbara Gallavotti che poi aggiunge “come umanità abbiamo sbagliato il nostro modo di interagire con gli ambienti naturali“.
A tal riguardo, si porta l’esempio di Ebola e HIV che sono nate in seguito ad una eccessiva presenza dell’uomo negli ambienti selvatici. Infatti, sia HIV che Ebola, così come il nuovo Coronavirus, sono delle zoonosi. Per zoonosi si intendono tutte quelle malattie che sono trasmesse all’uomo dagli animali. Nel caso dell’HIV la trasmissione all’uomo è avvenuta dalle scimmie delle foreste dell’Africa centrale. Tale fenomeno, e cioè il passaggio da una specie ospite ad un’altra, prende il nome di spillover.
Pertanto, i casi di spillover, che portano i virus a potersi adattare all’uomo, possono essere agevolati da alcuni nostri comportamenti. In tal senso possiamo citare la richiesta di carni di animali selvatici, spesso protetti, come nel caso delle scimmie o del pangolino, il prelievo di parti di animali selvatici per alcune medicine tradizionali, ma ancor più in generale l’eccessiva presenza in alcuni habitat e la deforestazione, che smuovendo gli habitat naturali, creano i presupposti per la diffusione di virus.
Quest’ultimo è un punto cruciale e sicuramente implica un ripensamento o meglio un ammodernamento della nostra economia anche perché “ci stiamo giocando la nostra sopravvivenza“. Non si tratta di mera ideologia ma di una combinazione di logica e scienza che si badi non per forza deve sfociare in un punto a favore delle teorie anticapitaliste, anzi! Data però la complessità dell’argomento ci prendiamo la libertà di trattarlo in un articolo correlato che a breve vedrete sul nostro sito. Stay tunded!
Sul come limitare questa incidenza, Gallavotti sostiene in primis di seguire la comunità scientifica e diffidare dalle voci isolate seppur autorevoli. In secondo luogo, a livello più personale e a titolo esemplificativo, potremmo sfruttare questo momento di lavoro da remoto per modificare sempre di più in tal senso le nostre abitudini con conseguenti vantaggi per l’ambiente.
Stato del virus SARS-CoV-2
L’idea che un po’ tutti ci siamo fatti è che il nuovo coronavirus sia nato nel mercato alimentare di Wuhan in Cina. Eppure, la questione non è così semplice per il ruolo giocato, probabilmente, dai pipistrelli prima e da una specie intermedia poi.
Quanto allo stato attuale è presto per dire se il virus stia mutando o meno anche se non sembra al momento avere una grande propensione. “E’ chiaro che più il virus è stabile più siamo contenti perché è più facile trovare un vaccino e anche forse che chi si è ammalato acquisisca una immunità di più lunga durata” il che induce comunque ad un moderato ottimismo.
Sul vaccino nonostante diverse compagnie stiano lavorando costantemente – in tal senso anche l’Unione Europea ha recentemente finanziato alcuni programmi – dovremmo aspettare molto probabilmente un anno. E’ più verosimile che arrivino prima “delle soluzioni farmacologiche“.
Psicologia e pericolosità delle fake news
“Una fake news ha una possibilità di propagarsi mille volte più velocemente di una notizia reale perché costruite per essere una notizia perfetta, intrigante“. Si prende l’esempio della vitamina C che secondi alcuni avrebbe protetto dal virus, situazione che potrebbe comunque sembrare innocua ma che in realtà non lo è affatto perché “se qualcuno si dovesse convincere di essere protetto dall’intenzione mangiando aranci e quindi dovesse violare le regole richieste e uscire rischierebbe di contagiare se stesso e gli altri. Quindi certo possono uccidere le fake news!“
“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia” così scriveva il Manzoni. Oggi, incredibilmente, quasi duecento anni dopo ci sembra di rivivere le stesse tragiche scene. Eppure come la stessa Gallavotti afferma adesso sappiamo come affrontare queste epidemie e in questa fase è fondamentale arginare. “Dobbiamo resistere” e noi resisteremo come italiani, come europei, insieme!
1 comment
Credo interessanti anche:
1) l’ipotesi fatta giorni fa da Ilaria Capua sul tasso di mortalità in Lombardia, maggiore che altrove, e sempre causa COVID-19. Si chiedeva se gli impianti di circolazione d’aria – calda e fredda – degli ospedali e non solo, fossero moderni, aggiornati, manutenuti adeguatamente perché potrebbero costituire un veicolo di diffusione.
2) Un articiolo per matematicio prof. Vincenzo Vespri di Firenze, su Next:
https://www.nextquotidiano.it/coronavirus-i-modelli-matematici-la-corea-e-gli-asintomatici/