Sono poche le serie TV che riescono a raccontare problemi attuali attraverso storie immaginarie, ma The Boys ci riesce su tutta la linea. Spaziando dal sottile confine tra giustizia e vendetta, dal monopolio della forza nelle mani di un solo individuo e fino al ruolo necessario della concorrenza nel mercato, la serie ci narra (tra il dramma e l’ironia) le avventure dei suoi protagonisti: un giovane ragazzo e degli ex-agenti della CIA (i The Boys) che in comune nutrono l’odio per i supereroi, di cui una società chiamata “Vought American” detiene il monopolio. È necessario fare una premessa: tutti (o quasi) i supereroi della serie sono delle nullità se messi a confronto con uno in particolare, Patriota. Caricatura del Superman DC, è il simbolo della Vought nonché il supereroe più amato dal popolo americano. La bandiera USA sul mantello e un narcisismo ai limiti dell’autoerotismo ne fanno un personaggio bizzarro e, al tempo stesso, terrificante. Terrificante non tanto per come tratta sia i comuni mortali che altri supereroi, ma per l’enorme potere a sua disposizione.
Nella serie Patriota commette i peggiori crimini: violenza gratuita, omicidi, finanziamenti a organizzazioni terroristiche e niente è in grado di fermarlo, tanto che il congresso degli Stati Uniti decide di assumerlo nell’esercito.
Certamente si tratta di una situazione irrealistica frutto della fantasia, ma cosa succederebbe se, al posto di un individuo con i superpoteri, ci fosse un individuo (o pochi) con il monopolio della forza?
Uno dei motivi che rendono necessaria l’esistenza dello Stato, di un “guardiano notturno” che garantisca la difesa dei diritti fondamentali (come il diritto alla vita e alla proprietà privata), è evitare concentrazioni di potere tali da rendere alcuni individui al di sopra della legge a discapito di altri. Per questo è lo Stato ad avere il monopolio della forza legittima.
Si potrebbe obiettare che anche gli Stati possono abusare della propria forza (e di esempi ve ne sono molti), ma per due motivi è un problema di minor gravità rispetto a un monopolio privato: gli Stati possono essere controllati e limitati nelle loro azioni sia dagli altri Stati (concorrenza) che dai propri cittadini (se in regime democratico), a differenza di un privato con il monopolio della forza.
Tuttavia, la mia proposta non è quella di nazionalizzare i supereroi, non auspico Stormfront sotto la guida di Luigi Di Maio. Quindi quale ruolo dovrebbe avere lo Stato in The Boys?
Il problema non è tanto il potere in sé, quanto il suo monopolio e l’assenza di un controllo pubblico. Pertanto, una soluzione potrebbe essere un’autorità anti-trust indipendente che controlli il mercato dei supereroi, in maniera tale da evitare eccessive concentrazioni di potere. Ovviamente tali autorità non sono estranee all’inefficienza e necessitano di particolari condizioni per svolgere in modo corretto le proprie funzioni.
È ora utile capire quali situazioni permettano alla Vought di rimanere monopolista, necessario per comprendere come il regolatore pubblico dovrebbe intervenire.
Una formula chimica in grado di alterare gli esseri umani e renderli dei supereroi, chiamata Composto V, viene mantenuta segreta alle autorità pubbliche e ai potenziali new-entrants, realizzando così un’asimmetria informativa. Quella che potremmo considerare una proprietà intellettuale di durata sostanzialmente infinita permette alla Vought di introdurre una barriera all’entrata insormontabile: in tal modo, nessun privato è in grado di costituire una nuova società di supereroi e fare concorrenza all’unico incumbent. Inoltre, corrompendo politici e funzionari pubblici, la Vought riesce a mantenere il proprio potere monopolistico inalterato nel tempo, grazie a delle tutele che potremmo considerare corporativiste.
A questo punto, un buon regolatore dovrebbe perseguire i seguenti obiettivi: limitare la durata della proprietà intellettuale sul Composto V, impedire comportamenti predatori dell’incumbent ed eventualmente dividere la Vought in diverse società per tramite dell’anti-trust (scelta che nei fatti potrebbe portare più problemi che benefici). In tal modo verrebbe incentivata la concorrenza nel mercato dei supereroi e diversi sarebbero i vantaggi garantiti dalla concorrenza a consumatori e società. Innanzitutto, potendo scegliere di stipulare i contratti fra più società in competizione, le istituzioni pubbliche che assumono tramite licenza i supereroi pagherebbero prezzi più bassi. In secondo luogo, una maggiore concorrenza garantirebbe un controllo più efficace sulla legittimità dei comportamenti delle società (e dei supereroi), perché le azioni dei vari players del mercato sarebbero poste sotto due diverse lenti: dell’anti-trust e di tutti i competitors reciprocamente.
Per concludere, non tutti i mercati tendono ad essere di tipo concorrenziale. Il livello di concentrazione del potere e il numero di players dipende anche da fattori estranei all’intervento pubblico, come appunto le asimmetrie informative sopra menzionate.
La concorrenza è sempre meglio del monopolio. Perciò, un consiglio utile ai The Boys è investire meno energie sulla vendetta privata, concentrandosi invece sulla concorrenza e perché no, si potrebbe iniziare copiando il Composto V.
Come ci insegna il prof. Boldrin, la proprietà intellettuale fa danno al mercato, e quello dei supereroi non è da meno.