Ad oggi circa il 78% della popolazione italiana è vaccinata. Molti sono gli esponenti della comunità medico-scientifica che hanno apertamente domandato l’obbligo vaccinale per diminuire la pressione sul nostro SSN, non ultimo Sergio Abrignani, immunologo e membro del CTS, che rammenta: “fossimo tutti vaccinati avremmo circa 200 persone ricoverate nelle terapie intensive. […] Non avremmo 120 morti al giorno, ma 20”.
Gli fa eco Carlo Bonomi (Presidente di Confindustria): “è difficile per qualsiasi democrazia spiegare la necessità dell’obbligo vaccinale, ma penso si debba fare” .
Sono diversi anche i politici che hanno richiesto l’obbligo vaccinale, ma dalle bozze trapelate all’ultimo CDM s’è fatta marcia indietro, l’obbligo non è stato disposto.
Non tanto perché, come qualcuno seguita imperterrito a sostenere, questo implicherebbe una responsabilità da parte dello Stato in caso insorgano gravi effetti collaterali causati dal vaccino, eventualità già estesa alla vaccinazione anti-covid dalla sentenza 210/1992 della Cassazione in materia di vaccinazioni raccomandate, ma non obbligatorie; bensì perché indire l’obbligo vaccinale implicherebbe anche saperlo imporre. E in questo periodo non vi sarebbe nulla di più grave del disporre una regola tanto stringente (e contestata) senza essere certi d’avere la forza per farla rispettare.
L’enforcement sarebbe tutt’altro che semplice. Parliamo di sottoporre circa 1/5 della popolazione a controlli incrociati e sanzioni. Proteste, scioperi ed elusioni della nuova legge sarebbero da conteggiare come normale amministrazione per mesi. Il rischio di un buco nell’acqua è sicuramente elevato e, al Governo lo sanno bene, potrebbe addirittura vanificare i progressi fatti fin’ora in materia d’osservanza delle regole.
È poi chiaro che uno strumento analogo al green pass sarebbe assolutamente necessario, ma di per sé insufficiente per andare a colpire tutti coloro che non intendono vaccinarsi.
E qui si apre un ventaglio di possibilità: c’è chi, come la Grecia, ha disposto sanzioni amministrative cumulabili mensilmente o chi, come la Germania, ha previsto un lockdown per i soli non vaccinati… Sull’altro fronte c’è invece chi, come Singapore, non ha in previsione particolari restrizioni per i non vaccinati, ma ha scelto di non sostenerne più la spesa sanitaria nel caso si ammalino; “saranno comunque curati” precisano, ma a proprie spese.
Difficile stabilire quanto la compliance degli italiani aumenterebbe senza la vaccinazione coatta, con prelievo dell’anima errante direttamente al domicilio.
Forse è questo che molti si auspicano quando violano la quarantena e infrangono le più basilari norme anti-contagio, credendosi più furbi della media: un rapporto 1 a 1 carabiniere:cittadino, dove per ogni persona v’è un gendarme che la segue h24, pronto a segnalare in Prefettura eventuali sgarri e, se proprio necessario, estrarre il manganello, ma solo negli assembramenti di 4 o più persone di cui il 50% almeno positive; dal 25 al 50% basterebbe un ceffone e sotto il 25 un’occhiataccia con nota sul diario.
Forse tutte queste restrizioni altro non sono che la documentazione storica della nostra inettitudine. Ed è tempo di accettare che lo Stato non possa sopperirvi con leggi sempre più stringenti e norme sempre più certosine, all’infinito.
A questo punto nemmeno l’obbligo darebbe i frutti tanto sperati, perché come scriveva Montanelli “anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole”.