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Salvini dovrebbe chiedere scusa ad Elsa Fornero

Salvini

“La signora Fornero dovrebbe solo vergognarsi e stare zitta, perché è incivile dire che si dovrebbe arrivare a 67 anni per andare in pensione. […] L’impegno che mi prendo stasera a Capitello – e poi ci rivediamo fra un anno e se ci avrete dato il voto e avremo vinto alle elezioni e non avremo fatto quello che ho detto stasera siete titolati a spernacchiarmi – è azzerare la legge Fornero e avviare quota 41.

Questa è la trascrizione di uno stralcio del discorso tenuto da Matteo Salvini il 25 agosto 2022 in una delle tante piazze gremite durante la campagna elettorale, prima della nascita dell’attuale governo di cui fa parte.

Tuttavia la nuova riforma delle pensioni presente nella legge di bilancio (come ci si aspettava), si presenta in forma decisamente più austera rispetto alle mirabolanti promesse all’epoca sbandierate del leader della Lega. Ma andiamo con ordine.

La “riforma Fornero”

Il 6 dicembre 2011 viene votato il cosiddetto “Decreto salva Italia”.

Lo chiama così Mario Monti, presidente del consiglio di un governo tecnico che si è trovato ad operare in uno dei periodi più bui della storia della Repubblica italiana.

Il suddetto decreto conteneva alcune importanti novità, una tra tutte la drastica quanto necessaria riforma delle pensioni attuata dall’allora ministra del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero.

Quest’ultima, aveva l’obiettivo di bilanciare in modo strutturale la spesa pubblica per le pensioni e assicurare la stabilità finanziaria del pesantissimo sistema pensionistico, tramite alcuni cambiamenti ben specifici.

Uno tra tutti era quello del passaggio dal sistema retributivo rispetto a quello contributivo, oltre all’estensione dell’applicazione del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita dei requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici, che comportava un ulteriore aumento dell’età pensionabile per tutti. Questi due sono solo alcuni dei tanti cambiamenti che la riforma Fornero apportava alla macchina pensionistica italiana, notoriamente in cerca di una medicina immediata per far fronte alla crisi economica.

Inutile aggiungere che non era certo avulsa da difetti e problematiche, anche perché il tempo a disposizione per costruirla e imporla a regime si rivelava molto scarso. Dato il delicatissimo stato di salute dei conti pubblici era una manovra drastica, che dava una batosta non indifferente a molte famiglie italiane.

Elsa Fornero di questo ne era ben consapevole e la toccante scena delle lacrime strozzate durante la conferenza stampa in cui veniva descritta la riforma ne era la chiara dimostrazione.

Gli attacchi verso Elsa Fornero

Da allora sull’ex ministra si è osservato un accanimento senza fine da parte di varie frange politiche e più precisamente proprio da Matteo Salvini.

Il leader leghista infatti più volte ha attacato senza mezzi termini Elsa Fornero, con tratti quasi persecutori come le proteste organizzate proprio sotto casa dell’economista italiana.

Gli attacchi personali e gli insulti da parte di Salvini (oltre che di una parte limitata ma comunque rumorosa della politica) hanno costretto le istituzioni a prendere provvedimenti radicali. Elsa Fornero usufruisce ancora oggi di un servizio di scorta, causa continue minacce giunte sia a lei che alla sua famiglia.

Avvenimenti, quelli appena citati, che non appartengono a un Paese civile quale dovrebbe essere l’Italia, e che dimostrano quanto la propaganda e la ricerca spasmodica di elettorato possano nuocere al dibattito pubblico e alla vita privata di chi è costretto, per dovere civico, a prendere decisioni impopolari nei ruoli di potere.

Per Salvini il tema delle pensioni è sempre stato, chiaramente per meri fini elettorali, molto caro. Fu nel governo giallo-verde che, in veste di ministro degli interni, riuscì a portare a casa la tristemente celebre “Quota 100”, che appesantì i già acciaccati conti pubblici, con una manovra folle sollevando di due punti percentuali la già insostenibile spesa pensionistica.

Era chiaro a tutti (o almeno a chi conosce la drammatica situazione economica dei bilanci statali) che le promesse di “Quota 41”, che permetterebbe di lasciare il proprio posto di lavoro con 41 anni di contributi versati, non erano che fumo negli occhi e bieca propaganda, e che mai si sarebbe potuta attuare una riforma di quel tipo.

La nuova riforma delle pensioni

Le bozze circolate sulla seconda manovra del governo guidato da Giorgia Meloni prevedono uno switch dall’iniziale “Quota 104” ad una “Quota 103” ma con alcune limitazioni tecniche che approfondire in questo articolo richiederebbe troppo tempo.

La cosa importante da considerare è però che non cambierà nulla per quanto riguarda l’età pensionabile minima, che rimarrà all’incirca sui 67 anni di età, esattamente come istituito dagli standard della riforma Fornero.

La populista e tanto sbandierata “Quota 41” non è che una fumosa illusione, un sogno venduto sulla pelle di Elsa Fornero che, invece, si è purtroppo dovuta trovare a raccontare agli italiani la triste verità addossandosene le conseguenze.

Salvini dovrebbe fare mea culpa delle promesse non realizzate o, almeno, chiedere scusa ad Elsa Fornero e ai suoi elettori.

2 comments

dario greggio 12/11/2023 at 19:59

chi vota lega si merita tutto il peggio.
come i carabbimerda e i giornalai mafiosi ;)

e la consolazione è che per i giovinastri non c’è NESSUN futuroi!!

Reply
dario greggio 30/12/2023 at 01:50

siete morti, facce di merda? :D ;)
CANCRO AI CARABINIERI MORTE AI GIORNALAI LECUEMIA AI BAMBINI ITALIANI!

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