Ragazzo muore di Covid-19 senza poter salutare la mamma. A Madrid malati ammassati nei corridoi. Questi sono i dettagli atroci che i giornali sbattono in faccia al lettore, che non resterà indifferente. È una scelta, ma discutibile.
Dai primi casi a Wuhan i giornalisti sgomitano per diffondere notizie sconvolgenti. Certo, informare è un dovere. Burioni l’ha detto subito: non dobbiamo trattare chi legge come un bambino di cinque anni. La realtà va raccontata tutta, anche quando non ci piace. Chi ha detto che gli asintomatici non siano contagiosi o che i giovani non possano morire avrà anche rassicurato qualcuno, ma ha diffuso fake news. Non è questo il punto, per fortuna non siamo più ai tempi della censura di guerra contro la spagnola e i dati in qualche modo vengono diffusi.
Molti, però, hanno scelto di spettacolarizzare il dolore: massimizzare l’audience terrorizzando la popolazione. Così abbiamo sentito che negli ospedali, quando un paziente sta per morire, gli portano il tablet per l’ultima chiamata alla famiglia. Tutti abbiamo visto i camion militari trasportare le bare.
Qualcuno si spinge nelle terapie intensive per mostrare i pazienti intubati, rendendo pubblica la loro sofferenza. L’elenco potrebbe essere ancora più lungo, ma ci fermiamo, per non predicare bene e razzolare male. La domanda è semplice: serve davvero tutto ciò?
Se in un primo momento poteva servire a responsabilizzare la gente a stare a casa, adesso anche i muri sanno che la situazione è drammatica. Perché infierire aggiungendo dettagli inutilmente angosciosi? È vero che la Schadenfreude fa audience, perché, finché colpisce gli altri, la tragedia in fondo ci affascina. Anzi, godendo della sofferenza altrui speriamo di allontanarla da noi: senza morte e desolazione i cinema sarebbero vuoti.
Il giornalista, però, dovrebbe combattere questi sentimenti e allevare lettori razionali, che conoscono il mondo e agiscono di conseguenza. Ci si riesce raccontando i fatti in modo neutrale, dicendo solo quel che è necessario. Per tutto il resto ci sono gli sciacalli. In Italia ve n’e’ eccesso di offerta.
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