Una generazione di diffidenti che, per citare Platone, ha scelto di seguire la Dòxa e non la Scienza.
Da uno scambio ‘epistolare’ su What’s App (leggermente riveduto) e una bella conversazione stimolante avuta a pranzo con un amico tutt’altro che NO-VAX, è nata una riflessione tramutatasi poi in risposta ad uno scambio di messaggi -anch’esso stimolante- con una persona con cui mi trovo, su questo tema, in condizione di divergenza.
Nell’articolo vi ripropongo il mio punto di vista, nella speranza di ragionare sul perché la gente abbia smesso di pensare e sia diventata diffidente.
“I retori NO-VAX portano numeri senza dimostrarli. Datemi le ricerche, le pubblicazioni scientifiche con dati e rimandi a studi fatti; che chiariamoci, potrebbero essere sbagliate perché si sa, la medicina come altre scienze è una scienza inesatta. L’errore zero non esiste. Ma un conto è supportare le tesi con ricerche ed esperimenti (in questo caso di laboratorio) un conto è fare il medico e dire quello che si pensa personalmente.
Io capisco che la vostra generazione, quella che alimenta il mondo detto «complottista», ovvero la generazione dei «boomer» quelli vissuti durante il boom economico, siano la folta schiera di questo movimento rinnegatore. Lo capisco che si tenda ad essere più attratti dalle convinzioni di questi «sofisti» che ogni tanto, qua e là spuntano, in aperto dissenso nei confronti di una schiacciante maggioranza accademico/scientifica. E lo capisco, capisco che avete storicamente vissuto gli anni delle bugie, gli anni dell’etanolo nel vino, gli anni di Tangentopoli, gli anni di Ustica, e di tutte le menzogne dette e di fatti nascosti; capisco il crollo del muro di Berlino, e l’incertezza sul futuro che ha portato con se, l’accelerazione del cambiamento globale. Posso capire il vostro scetticismo nei confronti del sistema, la vostra sicurezza e certezza che vi siete dovuti creare per vivere o meglio sopravvivere in un mondo improvvisamente super-accelerato fidandovi solo più di voi stessi e per principio nell’andare contro a tutti e a tutti i costi.
Perché per voi «LORO» mentono, «LORO» ci nascondono la verità.
Anni di questi fatti vi hanno formato un modus operandi nel ragionamento, nelle connessioni argomentative, per le quali siete convinti che qualsiasi cosa arrivi dal sistema, sia marcio. Unito al problema delle classi più povere; avete vissuto gli anni in cui si desiderava sempre la ricchezza, si desiderava essere sempre come il vicino che aveva qualcosa in più di voi, ma no lo si poteva avere, gli anni delle enciclopedie in casa in bella mostra anche se non le si sapeva leggere, perché averle faceva tanto borghese e di classe più alta, perché la cultura in famiglie povere non la si aveva potuto avere, ma l’importante era mostrarla. Quegli anni in cui si moriva di fame durante i mesi del lavoro per permettersi le vacanze in Sardegna come la classe sociale sul gradino più alto, ma per giunta vivendole male perché senza soldi per potersele permettere davvero. Così si covava l’odio per chiunque guadagnasse di più, poiché, in un certo senso, lo faceva alle vostre spalle, alle spalle di voi lavoratori.
Tutto questo pensiero è rimasto anche per la storia dei vaccini, per questa vostra generazione c’è sempre un arricchirsi alle vostre spalle, qualsiasi forma di guadagno per voi è lucro.
Ma il problema alla base di questa mentalità (mi rifaccio ad un ragionamento del filosofo Galimberti) è che queste convinzioni spesso non si riescono a sradicare perché non siete disposti a mettere in discussione i vostri convincimenti. Non siete disposti assumere un atteggiamento critico verso le vostre idee, forti del fatto che «ah ma io ne ho viste tante, voi siete i poveri sciocchi ingenui e bamboccioni», «a me l’hanno messa già troppe volte nel c*lo» e queste vostre idee, mai messe in questione sono diventate le vostre abitudini mentali. Sono così poi diventate comode perché acquietano e con quelle siete sempre vissuti. Ma se non le mettete in questione, che autorità volete che abbiano queste idee? Nessuna. Sono solo abitudini difensive e pregiudizi.
Siete ancora più schiavi del sistema Internet che vi ha affascinato perché mentre siete convinti di andare a scavare a fondo, in realtà diventate la perfetta vittima del sistema dei social, del sistema dei pop-up e della pubblicità del web, che vi ripropone sempre e solo un’unica tesi, quella che vi piace, quella in cui credete, radicalizzandovi e finendo così per ammazzare la capacità di giudizio analitico che nasce invece dal confronto, dallo scoprire idee e punti di vista nuovi, diversi; date retta solo agli articoli che appoggiano la vostra idea, e vittime dell’algoritmo di Internet che le alimenta in sovrabbondanza, continuate a guardare solo video o leggere articoli dello stesso genere. Vi rafforzate, certo, finite così nelle mani dei motori di ricerca che alimentano la specializzazione sul tema e quindi la polarizzazione. Rinunciate ad una trattazione sfaccettata e ricca di sfumature, di temi controversi, arrivando al punto di non riuscire neanche a domandarvi se magari, il 98% che non la pensa così scetticamente come voi, un po’ di ragione potrebbe averla, senza per forza essere considerata solo un gregge (enorme) di pecore.
Lasciate che questo sistema alimenti sempre e solo l’idea unica che difendete, in un vortice discendente di tesi, tesi, tesi, e ancora tesi senza mai scontrarsi con un’antitesi e quindi senza andare mai ad arricchirvi con altre idee. Perché come sai l’Internet funziona in modo che se cerchi un video su come si fanno i mocassini, inizieranno a comparire solo video sui mocassini, per accontentare il gusto del fruitore, fino ad inondarlo di un unico contenuto. Fino ad arrivare a sostenere che il mocassino è la scarpa migliore al mondo, (anche perché diversamente non potrebbero sostenere i venditori di mocassini), diventando così, a detta vostra « i migliori esperti in scarpe» e quindi indicando «la massa» come caproni che non conosce la verità, seppur, tra questi caproni guarda caso ci sono i più rinomati esperti di cuoio, manifattura e calzature.
E se invece il gregge di pecoroni foste voi?
Queste convinzioni sono però dei vissuti SOGGETTIVI vostri, la scienza è invece un sapere OGGETTIVO (e ci arriverò in chiusura) e valido per tutti, i cui esperimenti sono producibili da tutti da chiunque con i medesimi risultati, di fronte ad un fenomeno di questo genere c’è da chiedersi: queste convinzioni soggettive e personali, hanno ancora un valore? Oppure bisogna attenersi ai risultati oggettivi e universali? Che sono poi i risultati scientifici che questi millantatori NO-VAX, di cui mi vengono mandati video non hanno.
Non c’entra nulla l’informazione “che ci tiene nascosto qualcosa” è tutto lì, sotto i nostri occhi, nelle ricerche scientifiche perché l’informazione si attiene alle fonti e agli esperti, quelli veri, non alle opinioni del signor Paragone (tanto per citarne uno) o di un medico qualsiasi di un ospedale di città.
E poi non credo ci sia questione, come sui vaccini si tratta di dati scientifici, pubblicati e insindacabili solo una ricerca allo stesso livello di approfondimento può permettersi di metterne in dubbio un’altra.
Sarò forse pecora io a seguire i risultati provenienti dai centri di ricerca, di sperimentazione, e chi ci lavora dentro, e ancora a seguire le direttive degli organi di controllo, le commissioni di garanzia scientifiche sugli esperimenti e poi in ultimo Agenzie decentralizzate come l’EMA.
Ora, un’ultima riflessione sulla scienza, su che cos’è per me e sul perché credo in Lei:
Interpretando voi negazionisti, è chiaro che la ricerca della verità sia il vostro fondamento, ma in greco «verità» è Alètheia che porta il significato «il non nascondersi», di conseguenza il manifestarsi, quindi qualcosa di incontrovertibile come le prove che escono da un laboratorio di ricerca, e non qualche realtà tenuta nascosta dall’ordine mondiale e guarda caso scoperta da un pugno di persone.
Per Aristotele la verità “non può stare altrimenti di come sta e si manifesta”. Ma questo verbo «sta», stare, è anche indicato con il termine Epistéme, con la radice «steme» indica lo stare ed «epi» significa ‘su‘ quindi “stare su, stare in piedi”. È di conseguenza arrivando da lì, la parola “scienza” porta il significato di unica cosa che è provata, che ‘regge’. La scienza deriva appunto da Epistéme traslitterazione del termine greco che vuol dire «conoscenza, scienza, stare in piedi» Platone la contrapponeva alla Dòxa ovvero «l’opinione» e credo che già questa opposizione sveli molto.
Ci troviamo quindi a confrontare, da una parte la Scienza che: «si intende un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi” (in cit. da Wikipedia) che sta in piedi che esprime un sapere universale, sicuro e certo. VS. “la dòxa” che è credenza, immaginazione, opinione, che non è altro che una convinzione formata in assenza di specifici elementi di certezza, potendo così solo avere la forza di avanzare opinioni personali, nella pratica: quello che fanno tutti i complottisti.
Ora, questo è quello che credo e penso sull’argomento.»
5 comments
Articolo molto interessante. Complimenti
La ringrazio molto per il complimento e per aver scritto.
sono pienamente d’accordo con te, soprattutto sulla questione algoritmica. Tipica causa della formazione di un pensiero complottista, sui temi più disparati, è proprio l’isolamento intellettuale causato dalla dipendenza da social e da web. chi passa più tempo della media in rete e soprattutto su social (carichi di fake news), senza cognizione di causa, sviluppa nella maggior parte dei casi pensieri divergenti e manie di persecuzione.
mi piacerebbe approfondissi quella parte, magari con un articolo ad hoc in futuro.
Salve Tommaso, il problema è molto ampio e complesso, la domanda della ricerca dovrebbe partire dalla considerazione del perchè circolano fake news. I giornali, i telegiornali o gli organi comuni di informazione filtrano le notizie; si possono certo rendere più allettanti nei titoli e nei sottotitoli facendoli diventare più provocatori o allusivi ma certo è, che essendo organi ufficiali di informazione, a partire dal direttore essi hanno responsabilità per ciò che viene detto e scritto oltre ad avere un obbligo morale di verifica e controllo. Sui social invece l’assenza di questo filtro permette a molti ideatori di fake news – politici compresi – di avere un contatto diretto con il fruitore. Quando una notizia ci arriva da un senatore, essendo una posizione di rilievo e di prestigio ci è difficile pensare che non possa che essere vera.
Ci adagiamo così a quello che ci viene dato in pasto fidandoci ciecamente, senza avere interesse e ancor peggio, senza sentire il bisogno di guardare l’etichetta del cibo di cui ci stanno imboccando.
C’è abbastanza sostanza da poter scrivere un libro più che un articolo.
Grazie. Un saluto.
Buona sera Dario, grazie per avermi scritto. La parola ‘boomer’ viene spesso intesa come “rintronato o bamboccione” spesso con l’aggettivo che utilizza lei di “idiota”, tanto che onde evitare fraintendimenti ho specificato usandola come riferimento a quella generazione che ha vissuto la prima età adulta nel periodo di boom economico. Non trova quindi nessun tipo di riferimento o di opposizione ad un altra categoria che viene genericamente indicata come i “ggiovani”, volendo anche in questo caso portare la generazione a cui ci si riferisce, “i millenials” probabilmente, in modo negativo.