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Speaker's Corner

La medicina anticomplottista settimanale – Prove efficaci

pillole

Eccoci di nuovo a scrivere di salute e buon senso. L’équipe medico immoderato, nel corso dei suoi esperimenti corsari, ha individuato una nuova cura in pastiglie, consigliata per chiunque voglia argomentare i propri discorsi in maniera credibile. La pastiglia ‘Prova 1.0’ è, da oggi, dispensata in tutta la nazione gratuitamente. La suddetta compressa permette di aumentare la meticolosità del paziente, in modo da facilitargli l’utilizzo delle regole di base volte a rafforzare il suo acume critico. Difatti i nostri medici, prendendo come base di ricerca numerose cavie complottiste di professione, hanno notato che la quasi totalità di esse afferma di avere ‘le prove’ delle loro teorie.

Una volta richiesta l’esternazione di queste cosiddette ‘prove’, i soggetti fornirono frasi sconclusionate, video iracheni su internet, testimonianze di amici fidati, collegamenti ipotetici poco plausibili, fotografie senza fonte, documenti di fonte dubbiosa. Dopo il bagliore dell’angosciante spettacolo, il primario dichiarò: ‘Queste persone devono essere aiutate.’ Qualche giorno dopo, il nostro laboratorio ‘Pirateria contro le malattie’ rese pubblico il medicinale contenente la quintessenza dei principi di base che rendono una prova efficiente.

  1. La fonte da cui si inizia l’argomentazione deve possedere un certo grado di affidabilità: l’affidabilità di una fonte si può verificare analizzando diversi fattori congiuntamente, ad esempio la sua rilevanza e notorietà, chi sono le persone che ci scrivono, se ha sovvenzioni e da chi, se le sue informazioni sono dettagliate o pressappochiste, ecc…
  2. Il riscontro con la realtà o con altre fonti affidabili: se si vuole ottenere un certo grado di veridicità per la propria argomentazione, è necessario mettere a confronto le informazioni che si hanno con la realtà dei fatti se questa è verificabile direttamente. Se non lo fosse, si possono cercare, per il confronto, documenti, sullo stesso argomento, di altre fonti ritenute ‘serie’.
  3. Tenore delle prove visive: Attenzione all’importanza che date a video, foto, ecc… trovati su internet. Di solito questi reperti mancano di data e luogo, o, quando queste sono presenti, non c’è modo di verificarne la corrispondenza reale. L’inquadratura temporale e spaziale sono fondamentali per non farsi imbrogliare. Inoltre, spesso, chi gira il video non è la stessa persona che lo carica sul web, che, a sua volta, è diversa da chi lo condivide propagandandolo. Tutti fattori contribuenti a rendere parecchio difficoltosa la ricerca dell’autore.
  4. L’esperienza personale non è così importante come, di solito, si crede: ciò che noi esprimiamo come  insegnamento derivato da una nostra conoscenza diretta di un fatto non costituisce, di per sé, evidenza scientifica. Ha bisogno di essere dimostrato e argomentato per essere in qualche modo rilevante. Prediamo come esemplificazione il caso di una persona il cui cuore, durante un’operazione chirurgica, smette di battere per qualche secondo, per poi riprendere. Se quest’uomo afferma che ci sia qualcosa dopo la morte perché lui la ha intravista, o sentita, è un po’ come se dicesse ‘Fidatevi di me’. Quello che si basa su fatti incerti o inverificabili, invece che su una solida struttura logica, è quasi sicuramente una fregatura. Bisogna bollare d’ufficio questo tipo di testimonianze come intrinsecamente inverificabili, confuse e, quindi, non sufficientemente credibili per essere prese in analisi.
  5. Sulle parole, il chiacchiericcio e il sentito dire: le dichiarazioni personali non hanno un alto tenore scientifico, ad esempio pensate alle parole di un amico fidato. E’ insindacabile che, come ogni essere umano, anche lui possa sbagliare, o mentire, o analizzare male i fatti. Certo la sua opinione vale qualcosa, ma ha bisogno di essere comprovata e rafforzata in modi simili a quelli già esposti nel punto uno. Nel momento in cui le personali dichiarazioni siano oscure e inverificabili, se non confuse e contrastanti con fatti ben più obbiettivi (dati statistici, avvenimenti realmente e certamente accaduti e così via), meglio non prenderle minimamente in considerazione.

 

 

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