Negli ultimi cinquant’anni molti esperti di antisemitismo ne avevano dato per scontata la progressiva scomparsa negli Stati Uniti. Questo perché col passare degli anni le opinioni dei giovani americani, più tolleranti rispetto ai loro genitori, si sarebbero man mano imposte.
Ma un sondaggio pubblicato giovedì dall’Anti-Defamation League (ADL) ha riacceso le preoccupazioni dei ricercatori. Secondo questa survey infatti oggi negli Stati Uniti le idee antisemite sono molto diffuse anche tra i più giovani.
E proprio su questo importante sondaggio il Washington Post si è concentrato lo scorso giovedì, intervistando Matt Williams, vicepresidente del Centre for Antisemitsm Research dell’ADL.
“La nostra survey mostra come l’antisemitismo stia emergendo di nuovo nella società americana. Ed è un antisemitismo che si esprime nella sua classica forma fascista, una forma che ritrae gli ebrei come troppo riservati e potenti, come uomini immorali che lavorano contro gli interessi americani, come degli sfruttatori e degli usurai”.
Il Centre for Antisemitism Research dell’ADL è stato creato in risposta al picco di episodi di violenze e molestie antisemite verificatosi negli ultimi anni. Tra gli episodi di violenze troviamo la marcia neonazista a Charlottesville nel 2017, gli attacchi contro la comunità ebraica di Pittsburgh nel 2018, e quelli di Poway (California) e Monsey (New York) nel 2019.
Inoltre anche personaggi pubblici di alto profilo si sono recentemente resi protagonisti di un sempre maggiore utilizzo della retorica antisemita. Lo stesso ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è reso protagonista di commenti antisemiti lo scorso ottobre, quando ha attaccato gli ebrei americani in un post sulla sua piattaforma Truth Social. Secondo Trump gli ebrei americani sarebbero più fedeli ad Israele che agli Stati Uniti, e per il sondaggio dell’ADL ben 4 americani su 10 concordano con quest’idea.
Sempre in autunno poi il rapper e designer Ye (precedentemente noto come Kanye West) ha dichiarato che gli ebrei sfruttano le persone di colore per ottenere guadagni finanziari, e che sarebbero gli afroamericani i legittimi discendenti degli ebrei della Bibbia. Kanye West ha parlato anche dell’esistenza di una sorta di “ingegneria finanziaria” legata all’essere ebrei.
Il sondaggio ha poi rivelato come circa 7 americani su 10 credano che gli ebrei tendano ad intrattenere rapporti maggiormente intrasociali (con altri ebrei) rispetto al resto degli americani. Risulta inoltre che circa 4 americani su 10 pensino che gli ebrei non condividano i valori americani e che amino comandare. Infine circa 1 americano su 5 ritiene che gli ebrei abbiano troppo potere negli Stati Uniti e che siano disposti ad usare pratiche losche pur di ottenere ciò che vogliono.
Williams fa notare come le opinioni degli under 30 americani siano ormai molto simili a quelle del resto della popolazione.
“Si pensava che l’antisemitismo fosse diminuito negli anni ’90 e 2000 grazie all’imporsi di questa nuova generazione di americani più tolleranti. Ma oggi vediamo che i giovani su questo sono molto più simili ai loro genitori. Pensiamo quindi che sia in corso un cambiamento culturale generalizzato, alimentato forse dalla tecnologia e dai social media. Il divario sull’antisemitismo tra giovani e anziani sta scomparendo”.
Ha spiegato Ilana Horwitz, collaboratrice dell’ADL e professoressa di studi ebraici presso la Tulane University.
La ricerca dell’ADL ha poi approfondito anche il rapporto tra l’antisemitismo e il sostegno verso lo stato di Israele. La ricerca infatti mostra come l’antisemitismo americano si distacchi completamente dal sentimento anti-israeliano. L’antisemitismo americano è un antisemitismo classico e cospirativo, che richiama la forma classica dell’antisemitismo fascista.
Alvin Rosenfeld, direttore dell’istituto per lo studio dell’antisemitismo contemporaneo presso l’Indiana University, ha spiegato che l’antisemitismo non scompare, ma tende invece a trasformarsi in modi unici.
In Occidente l’antisemitismo trova le sue radici negli insegnamenti cristiani, dove si descrivevano gli ebrei come i satanici assassini di Cristo. Solo nell’era moderna il pregiudizio religioso lasciò il posto alle nozioni di inferiorità razziale o supremazia ebraica. Al culmine di questo processo giunsero la negazione dell’Olocausto e le critiche di stampo antisemita rivolte allo stato di Israele.
“Quindi in realtà il “nuovo” antisemitismo che vediamo oggi risale a molto tempo fa. Accuse di cospirazioni, di controllo dei media, della politica, dell’intrattenimento, e del mondo finanziario, risalgono tutte a molto tempo fa. E quando l’odio è così vario, è anche più potente e pericoloso”.
Ilana Horwitz
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