L’omicidio di George Floyd sta scatenando un odio incondizionato verso alcuni simboli del passato. Ma la civiltà non progredisce a picconate.
Le statue dedicate ai personaggi di rilievo della Storia rappresentano esseri umani, in quanto tali imperfetti. Eppure le proteste avvenute nei giorni scorsi non hanno risparmiato perfino una statua di Gandhi, come se i manifestanti ritenessero degni di essere ricordati solo uomini senza alcuna macchia. Questi atti palesano una visione della società -da parte di questi novelli guardiani della cultura- che ha bisogno di essere presa costantemente per mano e non lasciata crescere imparando a discernere la complessità della natura umana e delle vicende storiche. È stato questo lento processo a renderci consapevoli e a farci ripudiare l’odio razziale, quello religioso e le discriminazioni di ogni genere.
Cosa avremmo appreso se gli uomini avessero cancellato dalla storiografia filosofi come Aristotele e Platone perché pensavano agli schiavi come umani costituzionalmente inferiori? O Cesare, Cesare Augusto e Marco Aurelio in quanto conquistatori di altri popoli?
Ritornando alle cronache di questi giorni, Indro Montanelli è stato ritenuto degno di una statua proprio nel luogo in cui venne gambizzato dalle Brigate Rosse per aver onorato in modo straordinario il mestiere di giornalista e per essere stato un uomo libero quando ciò poteva comportare un prezzo pesante da pagare. Riconoscergli queste virtù non ci impedisce di riflettere sulla sua decisione di partire come volontario in Abissinia, di praticare il madamato e di aver riconosciuto solo in tarda età alcuni crimini commessi dalle forze armate italiane in Africa orientale, grazie ad una disputa con lo storico Angelo Del Boca.
Winston Churchill ha meritato più di una statua per la tenacia e la capacità dimostrate nell’ora più buia per il mondo libero. Riconoscerlo non ci impedisce di ricordare il suo disprezzo per Gandhi, la sua idea romantica delle colonie alimentata dai ricordi di gioventù ed altri aspetti controversi della sua carriera.
La civiltà non progredisce cancellando i simboli del passato ma studiandoli con curiosità. Solo viaggiando nel tempo e nello spazio si può migliorare come individui e di riflesso come società.