Due giornali partito. Eugenio Scalfari ha sempre guardato alla stabilità del paese nell’area atlantica ed europeista, è morto il giorno in cui, un altro fondatore di giornale partito, Marco Travaglio, è riuscito a destabilizzare il paese, facendo gongolare i russi, ma consegnando anche all’irrilevanza politica il M5s e l’amato Conte. Quanto si può misurare del cambiamento dell’Italia guardando l’epoca di Repubblica e quella del Fatto? Può aiutare considerare che Barbara Spinelli è partita verso il Fatto, mentre Furio Colombo è tornato a Repubblica. Nel periodo della crisi greca, anche Repubblica aveva perso la bussola, a vantaggio dei populisti. La frana venne giù allora, fu la resa dei conti di un mondo che ha tirato avanti a debito.
Come faremo senza Mario Draghi? Sapevamo che avremmo dovuto rinunciare a un presidente del consiglio che è stato come deve essere un presidente del consiglio. Sarebbe accaduto, come nota qualcuno, dopo 4 anni e 6 mesi dall’inizio della legislatura, il tempo sufficiente per far maturare la pensione ai parlamentari.
Forse i 5S si aspettavano un bluff da parte di Draghi, ora si trovano però nei guai. Il presidente della Repubblica, per la verità, non sembra voler lasciare andare Draghi (qualcuno ha parlato di contrasti con Draghi, ma sembra essere un’altra balla populista). Le elezioni cadrebbero in un pessimo momento. Intanto, tutto il disagio etico politico italiano si raccoglie in una dichiarazione di Cacciari: “Governo europeista o l’Italia va in default”.
Non poteva funzionare il programma del M5* di guadagnare voti a spese del Pd, stando dentro e fuori dal governo, facendo quelli “che stanno dalla parte del popolo, non come il Pd”.
Insomma, la Repubblica di Scalfari è stata un’altra cosa e in tempi difficilissimi. La coscienza di aver fatto una salvinata si legge nel titolo del Fatto, che rovescia la frittata: “Il Papete di Draghi, si è sfiduciato da solo”. La linea difensiva del M5* si era intuita. Per la capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris: il M5S è stato provocato. “Colpa della situazione è di chi ha forzato sul termovalorizzatore”. Sarà quasi sicuramente la versione di chi la sa lunga, non come ce la raccontano il mainstream e i poteri forti. Il Fatto lapida e nasconde i lapidatori.
Senza cadere nelle dietrologie possiamo prendere direttamente le parole di Conte, che ha chiarito la linea: “alla camera abbiamo votato la fiducia; con coerenza lineare al senato non voteremo la fiducia”. Perplessità. Come nota Elio Truzzolillo, Conte si è anche lamentato che la Raggi non abbia avuto il via libera per il termo-valorizzatore, ma ha dimenticato che era lui il presidente del consiglio.
Grave ma non seria, la minaccia dei populisti è sempre attuale, perché è radicata nel paese. Mario Draghi non poteva cambiarla. “Il mio massimo impegno, ha detto, non è servito”. Negli Usa (ho letto da qualche parte), Draghi è considerato un italiano che non sembra italiano. Effettivamente doveva rendere credibile all’estero un paese che divora denari, ma che non può più indebitarsi. È una storia che va avanti almeno da Ciampi. AAA cercasi governo europeista, non perché siamo in europei, ma perché senza i soldi degli europei, finiamo nel baratro. Massima serietà.
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Giovanni Perazzoli
Giovanni Perazzoli, Ph.D in filosofia a Pisa, borsista dell’Istituto per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce e presso l’Albert-Ludwigs-Universität di Freiburg im Breisgau. Autore per la Rai, poi redattore per “MicroMega”, collaboro adesso con il Think Tank Stroncature e scrivo per “Critica liberale”, “Immoderati”, "Strade", “Filosofia.it”… Sono autore di Il Nulla e la Chimera. Il Sofista di Platone e la distinzione tra essere della copula e essere dell’esistenza (Novecento, 1999); Laicità e filosofia (Mimesis, 2010); Benedetto Croce e il diritto positivo. Sulla "realtà" del diritto (Il Mulino, 2011); Contro il nichilismo giuridico. Ricerca (e fallimento) della fondazione della "filosofia del diritto" del neokantismo giuridico italiano, (“Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici”, 2013); Contro la miseria. Viaggio nell’Europa del nuovo welfare (Laterza, 2014); Complottismo e cultura (NfA 2016). Vivo in Olanda, ma sto per trasferirmi in Francia.