Cresce la violenza a Hong Kong dopo cinque mesi di protesta contro le autorità di Pechino. Un ragazzo di 21 anni è stato ferito ieri in modo grave da un agente di polizia in centro. Ora la famiglia dell’agente è minacciata.
Venerdì scorso c’era stata la prima vittima delle manifestazioni, ‘Alex’, 22 anni, morto in un parcheggio durante gli scontri. Qualcuno, apparentemente un attivista pro Hong Kong, sempre ieri durante un litigio ha invece dato alle fiamme un uomo che accusava i manifestanti di essere dei “britannici”. Le immagini del video non aiutano a capire.
Per il presidente cinese Xi Jinping il ritorno all’ordine è prioritario per la città. Giù la Borsa, una delle piazze nevralgiche del pianeta, spaventata dagli scontri. “La violenza non darà soluzioni ai problemi di Hong Kong”, ha detto la governatrice della città definendo gli attivisti dei “nemici del popolo”. “E’ doloroso vedere la città trasformata in uno stato di polizia”, ha twitttato invece Joshua Wong, leader del movimento degli ombrelli criticando la violenta repressione. Wong è stato invitato in Italia dalla Fondazione Feltrinelli, sarà a Milano il 27 novembre, ma questo ha scatenato la reazione del governo cinese.
“Ci opponiamo al tentativo di fornire piattaforme o di creare le condizioni per le attività indipendentiste di Hong Kong”, fanno sapere dal ministero degli esteri cinese all’indirizzo dell’Italia. “Vorrei sottolineare che gli affari di Hong Kong sono affari interni. E nessun Paese, organizzazione o individuo ha il diritto di interferire”, dice il portavoce del ministero degli esteri cinese.
In Italia, però, non sono previsti incontri di Wong con le nostre istituzioni. Anche perché l’Italia non prende posizione sulla escalation di violenze a Hong Kong. Il ministro degli Esteri Di Maio, nella sua recente visita a Pechino, ha rivendicato che l’Italia non interferisce nelle vicende di altri Paesi. Di Maio insomma sposa la linea cinese. L’autoritarismo. La mancanza di democrazia. Il mancato rispetto dei diritti umani. Ma giacché c’è, per blandire l’amico Xi, perché Di Maio non nega a Wong la possibilità di venire a raccontare la repressione a Milano, in Italia? Dai! Così sicuro facciamo la via della seta.
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