Il 25 settembre si vota, e per esprimere la nostra preferenza in modo efficace è importantissimo conoscere la legge elettorale. Quella in vigore in questo periodo storico è denominata Rosatellum (per via del suo relatore, Ettore Rosato), successiva al Mattarellum e al Porcellum, tutte creative, contorte e bislacche non solo nel nome ma anche nelle loro caratteristiche. Cerchiamo di approfondire il funzionamento dell’attuale legge elettorale, le sue caratteristiche e il modo migliore per non buttare il nostro voto.
Parlamento
Partiamo chiarendo un fatto fondamentale: in Italia non si elegge il Presidente del Consiglio ma il Parlamento, che poi andrà a formare il governo. Dopo il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari nella prossima legislatura esso passerà dagli attuali 945 a 600, 400 per la Camera e da 315 a 200 per il Senato. Sarà quindi nostro compito eleggerli, differenziando il nostro voto tra i due rami del Parlamento.
Come funziona la legge elettorale
Per capire come funziona il Rosatellum, è importante sapere che le leggi elettorali in generale si differenziano tra quelle a sistema proporzionale e quelle a sistema maggioritario, oltre ad alcune eccezioni (per esempio proprio il Rosatellum) che si definiscono a sistema misto. Il sistema proporzionale mira a fare in modo che la distribuzione dei parlamentari tra i diversi partiti sia appunto proporzionale ai voti espressi dai cittadini nei vari collegi. Il sistema maggioritario invece fa in modo che l’eletto di un collegio sia assegnato alla forza politica (o alla coalizione di forze politiche) che in quello specifico collegio ha preso la maggioranza dei voti. Il numero dei seggi conseguiti dalle diverse liste e coalizioni andrà poi a formare l’intero Parlamento.
Come vedremo più avanti, l’Italia è divisa in tante microzone chiamate collegi elettorali, e a seconda del collegio in cui andremo a votare sceglieremo il nostro/i nostri rappresentanti. Essi sono di due tipi, uninominali (collegati al sistema maggioritario),e plurinominali (collegati a quello proporzionale).
Rosatellum
Il Rosatellum, come dicevamo prima, è un sistema misto. Infatti circa i 5/8 dei parlamentari verranno votati con il sistema proporzionale, la parte rimanente con quello maggioritario. I collegi maggioritari sono 74 per il Senato e 147 per la Camera. Al Senato sono assegnati 122 seggi nei collegi plurinominali con metodo proporzionale, alla Camera 245. Al Senato sono assegnati 4 seggi nella circoscrizione estera, alla Camera 8.
Nel caso del sistema maggioritario ogni partito o coalizione designa un solo candidato (per questo i collegi relativi a questo sistema vengono chiamati uninominali) e il suo nome viene riportato in cima ad ogni sezione della scheda elettorale, e all’interno di ogni collegio vince un unico candidato.
In questo caso il gioco delle alleanze tra partiti è fondamentale, dato che i voti delle compagini politiche alleate e che quindi si uniscono sotto lo stesso candidato si sommano, e ciò dà chiaramente a quel candidato più possibilità di vincere il collegio.
Dai 49 collegi plurinominali della Camera (quindi collegati al sistema proporzionale) devono venir fuori 245 deputati, dai 26 del Senato 122 senatori. Verranno assegnati proporzionalmente ai voti ricevuti dalle forze politiche di cui fanno parte. Si conteranno letteralmente tutti i voti provenienti da tutte le schede elettorali di tutti i collegi, e a seconda dei risultati finali i 245 deputati e i 122 senatori si distribuiranno in Parlamento proporzionalmente ai voti ricevuti dalle liste che li hanno candidati.
Sono comunque imposte delle soglie di sbarramento sotto la quale un partito o una coalizione non potranno eleggere i propri rappresentanti: il 3% per i partiti, il 10% per le coalizioni. Perché una coalizione di più partiti acceda come tale al riparto dei seggi deve contenere al proprio interno almeno un partito che ha superato il 3% dei voti. In ogni caso tutti i partiti che superano il 3% dei voti accedono al riparto dei seggi anche se non fanno parte di una coalizione o se fanno parte di una coalizione che non ha superato il 10% dei voti.
Come votare
Se vi sembra un caos, state tranquilli! Non è colpa vostra. Però non è che possiamo farci abbattere. Per questo motivo, ecco qui spiegato cosa dovrete fare praticamente in cabina elettorale, non vorrete mica buttare il vostro voto per una X messa in modo sbagliato vero?
Ci verranno fornite due schede: una per la Camera dei Deputati e una per il Senato. E saranno comprensive sia della parte uninominale che di quella plurinominale, con il nome del candidato unico in cima al riquadro, mentre nello spazio del voto proporzionale c’è l’elenco dei candidati della/e lista/e (tecnicamente bloccata, non è ammesso il voto di preferenza) proposti nel plurinominale.
Il voto è valido nel momento in cui la X viene posta sul nome del candidato in cima alla lista o sul logo del partito o di uno dei partiti sotto il nome del candidato nel collegio uninominale: si possono anche fare entrambe le cose, l’importante è che non si pongano le due X su due liste differenti, oppure una X su un candidato uninominale collegato a una o più liste e un’altra X su una lista non collegata a esso: in quel caso il voto sarebbe nullo. Insomma, non è ammesso il cosiddetto voto disgiunto tra proporzionale e maggioritario.
Se si vota solo per una lista il voto si trasferisce automaticamente al candidato uninominale a cui la lista è collegata. Si può votare anche solo per il candidato uninominale. In tale caso il voto verrà ripartito fra tutte le liste che fanno parte della coalizione, proporzionalmente alle preferenze espresse dagli altri elettori.
Detto ciò vi auguro buon voto, e attenti a non sprecarlo.
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