Pubblichiamo insieme al gruppo giovanile di En Marche!, “Les Jeunes Avec Macron” queste righe per affermare la nostra solidarietà verso la Francia e l’Austria per i recenti attacchi terroristici. Vogliamo altresì ribadire la nostra comune visione di una Europa più forte e unita nella difesa della libertà di espressione e nella difesa dei propri confini esterni. La versione originale in francese la trovate qui.
Con queste prime righe, vogliamo esprimere con forza il nostro dolore a fronte di questi attacchi disumani, che hanno ferito ancora una volta il cuore della Francia, dell’Austria, e soprattutto il cuore della nostra società europea.
Vogliamo altresì riaffermare, insieme, i nostri valori comuni in quanto fondamenta di una civiltà europea che si ritrova ad affrontare, ancora una volta, le atrocità del terrorismo islamista. La libertà di espressione, la libertà di credere o di non credere sono tra i capisaldi della nostra civiltà europea. Dobbiamo difenderli insieme!
Ecco perché, come giovani italiani, come giovani francesi, come giovani europei, siamo uniti nella difesa di queste libertà, le nostre libertà! La lotta per un futuro che ci permetta di esprimere liberamente ciò che pensiamo, di esercitare o meno la nostra religione, qualunque essa sia, è anche e soprattutto la nostra.
Questa lotta, è importante sottolinearlo, è rivolta esclusivamente alle ideologie estremiste e liberticide ed in nessun caso verso una specifica religione o i suoi credenti. Siamo tutti francesi, italiani ed europei, qualunque sia o non sia la nostra religione. Difendiamo gli stessi valori. E questa stessa fraternità è la fonte della nostra forza, non dimentichiamolo mai!
Il 2 ottobre scorso, il presidente francese Emmanuel Macron ha presentato il suo programma per combattere il “separatismo islamista”, definito come l’indottrinamento politico-religioso che contraddice i valori repubblicani e il principio di laicità, quella neutralità dello Stato in materia di religione e spiritualità che il presidente definisce giustamente come “il collante che tiene unita la Francia [e aggiungeremmo, seppur nelle diversità, anche l’Europa, n.d.a.]”.
Queste dichiarazioni hanno portato a violente polemiche in parti dei paesi a maggioranza musulmana, dove alcuni capi di Stato dalla scarsa leadership hanno accusato la Francia e il suo presidente di stigmatizzare l’Islam, polemica che è ulteriormente peggiorata dopo l’assassinio del professor Samuel Paty – considerato “colpevole” di aver mostrato, durante una lezione sulla libertà di espressione, ai suoi studenti delle vignette del Profeta Maometto – con manifestazioni e annunci di boicottaggio che si sono moltiplicati in alcuni di questi paesi. L’ex primo ministro della Malesia si è spinto fino a rivendicare per i credenti musulmani il “diritto” di uccidere “milioni” di francesi in nome di “massacri” commessi in passato.
Il presidente Macron è tornato su queste polemiche durante un’intervista esclusiva con il canale televisivo Al Jazeera, denunciando una strumentalizzazione delle sue osservazioni e chiarendo che le sue posizioni sull’Islam radicale non vogliono in alcun modo stigmatizzare le credenze religiose o le pratiche dei musulmani, ricordando che questi ultimi sono da considerarsi come le principali vittime del terrorismo a matrice islamica nel mondo.
Il presidente ha inoltre precisato che, mentre i cittadini di uno Stato laico possono capire che determinate convinzioni religiose possano essere offese da vignette ritenute blasfeme, il ruolo della Repubblica non è e non può essere quello di sostenere o di condannare queste manifestazioni di libertà di espressione, ma solamente quello di garantire che tali espressioni vengano protette dalla nostra democrazia liberale. La laicità, infatti, non standardizza la società e i pensieri che in essa devono svilupparsi liberamente, ma piuttosto ne pacifica i disaccordi e ne consente la coesistenza.
Ma, per proteggerci meglio, dobbiamo agire insieme, a livello europeo. È oggi più che mai necessario dotarsi di una strategia comune per la difesa interna e il controllo delle frontiere esterne, con più risorse e più cooperazione in vista di un’autentica sovranità europea. Un tale approccio, tuttavia, richiede una fondamentale presa di coscienza circa la natura disfunzionale dell’attuale processo decisionale – l’unanimità in seno al Consiglio – che potrebbe portare ad evoluzioni significative in materia.
Questa atrofia decisionale si traduce evidentemente in un importante vantaggio per molti politici – si vedano la signora Le Pen, Matteo Salvini e altri loro omologhi europei – che continuano ad approfittare di questa situazione di instabilità. Non è certo un mistero che il loro tornaconto elettorale si basi principalmente se non esclusivamente sull’attuale situazione di incertezza e di caos. Non dobbiamo lasciar loro più alcuno spazio di manovra! È tempo di pensare e agire con un’unica voce europea!
Nello spirito di diversità e di amicizia tra i popoli che ci caratterizza, ribadiamo il nostro sostegno alla libertà, alla laicità e alla tolleranza religiosa e la nostra ferma e totale condanna di ogni gesto, parola o atto violento che possa minare il nostro progetto di pace, un progetto per la Pace Europea.
Umberto Di Francia, co-fondatore di Immoderati, responsabile delle tematiche europee
Marion Lupin, autrice presso Immoderati, responsabile delle tematiche europee
Sacha Halphen, portavoce e consigliere nazionale Jeunes Avec Macron, responsabile delle relazioni esterne
Sacha Benhamou, Coordinatore Regionale Auvergne Rhône-Alpes Jeunes Avec Macron