Nella babele che è l’intrattenimento e l’informazione italiana, vi è un luogo di perdizione e di rovina morale, angolo che rappresenta un’immagine patologica e “mostruosa” (ma profondamente reale) del nostro Paese, e dove sentimenti e orientamenti si manifestano allo stato puro, senza filtri e o giri di parole.
Sto parlando della Zanzara, programma radiofonico in onda su Radio24, condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Fascisti, nazisti, razzisti, comunisti, erotomani, misogini, vegani militanti, camionisti, petomani, chiaroveggenti, alcolisti, tossicomani, psicotici, e persino qualche persona normale, telefonano per dire la propria sull’universo mondo a suon di urla e insulti a raffica.
Da amante del mezzo radiofonico e speaker alle prime armi, credo di aver sviluppato un certo fascino misto repulsione verso questa trasmissione, sentimento che è un po’ paragonabile all’avvicinarsi al corpo di un gatto maciullato da una macchina o all’osservare da lontano con macabra curiosità il luogo di un incidente (vi giuro sono gli unici paragoni che mi vengono in mente).
La Zanzara entra nella tua vita a gamba tesa, inizialmente la ripudi e quasi ti disgusta, poi ti seduce, dopo un po’ non puoi farne a meno. E’ un mondo parallelo, un angolo di follia e libertà in cui tutto è concesso, in cui OGNI opinione trova un contesto, un senso d’esistere e una rappresentanza, un circo ricco di belve urlanti assetate di qualunquismo e di opinioni folli e il più delle volte fuori dalla realtà, e di cui Cruciani e Parenzo ne sono i domatori ma alcune volte anche gli istigatori.
Ripudia il concetto di paradosso della tolleranza e crea una realtà in cui ogni opinione è legittima, e l’unico modo per combatterle è argomentare, non importano i modi, l’importante è farlo, e questa estremizzazione del concetto di democrazia è probabilmente uno dei motivi principali per cui amo alla follia La Zanzara. Questo, oltre al fatto che sia stata in grado (anche grazie al grande talento comunicativo dei due conduttori) di creare un vero e proprio vocabolario di meme, slang e modi di dire super identitari e riconoscibili.
La Zanzara è un elogio alla libertà, una zona franca per tanti, nemica della banalità e della cancel culture e che (seppur tremendamente divisiva) fotografa accuratamente alcuni tratti emotivi e culturali del carattere nazionale, sicuramente non rappresentativi della maggioranza (per fortuna), ma comunque diffusi.
La considero come un grande esperimento sociale e statistico, probabilmente unico al mondo, che aiuta parzialmente a capire da che parte vira l’opinione del popolo italiano riguardo la contemporaneità, una specie di bussola sociale.
Se proprio nella Zanzara non vogliate vederci tutto questo e pensiate che il mio sia un delirio di uno che ci è rimasto un po’ troppo sotto (molto probabile), comunque rimane una forma di intrattenimento probabilmente unica nel suo genere, un antidoto al moralismo e alla stagnazione intellettuale di cui il nostro Paese è purtroppo afflitto.
Quindi viva la Zanzara, tutto il resto è noia.
Leggi anche:
Orsini e il manifesto per la pace più pazzo del mondo
Yemen: conflitto di cui noi occidentali non abbiamo chiaro nulla
Le origini del filoputinismo italiano
1 comment
però meglio lo Zoo di 105, inclusa la sua parodia :D