I dibattiti riguardanti le energie rinnovabili sono frequenti nei paesi sviluppati, poiché è chiara a tutti la necessità di ridurre il livello d’inquinamento. Purtroppo, però, certe tecnologie potrebbero essere troppo costose o in grado di generare ritorni economici solo nel lungo periodo. Solitamente esiste un compromesso tra costi e sostenibilità ambientale, che può risultare in massicci investimenti statali o nell’utilizzo da parte di aziende, cittadini ed enti pubblici di fonti di energia tradizionali. Ma non è sempre questo il caso; in particolare, quei paesi in cui l’energia è costosa e/o scarsa e la domanda alta devono ingegnarsi e capita che anche il settore privato abbia incentivi economici sufficienti da giustificare investimenti per la ricerca di energie alternative – senza contare il fatto che l’utilizzo di energia rinnovabile attrae una fetta di consumatori che in alcuni luoghi è piuttosto consistente. Un paese di questo tipo è la Svezia, che affronta inverni lunghi e rigidi e ha diminuito la sua dipendenza dal petrolio da più del 75 % nel 1970 al 21,5 % nel 2012 – dati in percentuale sul totale del consumo energetico.
Uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni è stato intrapreso da Jernhusen AB nel 2010 a Stoccolma. L’azienda, proprietaria della stazione centrale di Stoccolma, ha escogitato e integrato in essa un sistema per catturare energia dal calore corporeo rilasciato dai pendolari e trasferirla a Kungsbrohuset (nella foto), il loro nuovo edificio ubicato a pochi metri di distanza. Un sistema di questo tipo non era nulla di nuovo all’epoca, ma l’idea innovativa è stata quella di trasferire quest’energia da un edificio a un altro. In questo modo, ciò che altrimenti andrebbe sprecato può essere sfruttato. La stazione ha un numero medio di pendolari pari a circa 250.000, che si fermano, mangiano o semplicemente attraversano la stazione rilasciando una quantità non trascurabile di calore corporeo. In aggiunta, l’edificio gode del vantaggio di essere posizionato vicino alla stazione e a un lago, dal quale preleva l’acqua per il suo sistema di raffreddamento.
Il funzionamento del sistema non è nulla di particolarmente complicato: il calore – circa 100 W a pendolare – è catturato da un sistema di ventilazione che utilizza acqua calda. Quest’acqua è poi trasferita attraverso tubature a Kungsbrohuset e viene quindi introdotta nel sistema di riscaldamento. Jernhusen afferma che in questa maniera il costo dell’energia è stato ridotto del 20%, un buon risultato, specialmente per un edificio di 13 piani. L’investimento iniziale di circa 200.000 SEK (all’epoca circa 19.500 €) è risultato un ottimo affare, anche perché si trattava soltanto di una minima parte del costo totale dell’edificio. Un progetto così semplice, relativamente economico e di grande successo ha attirato l’attenzione di molti. Sistemi simili sono stati riprodotti al di fuori del paese e hanno ispirato diverse fantasie, come quella di trasferire calore da complessi residenziali a uffici e viceversa in momenti diversi della giornata.
Nel parlare di energia rinnovabile e Svezia, non si può fare a meno di menzionare Wallenstam. Wallenstam è la più grande azienda proprietaria di immobili nel paese ed è stata la prima azienda svedese a diventare completamente autosufficiente in termini di energia rinnovabile nel 2013. Con circa 60 turbine eoliche è in grado di fornire energia a 1.000 aziende e 8.100 famiglie che risiedono nei loro 250 edifici. In più, un piano per ridurre il consumo di energia viene implementato ogni volta che l’azienda costruisce o apporta modifiche alle sue strutture.
Come nell’esempio precedente, la strategia di Wallenstam per ridurre l’impatto ambientale è semplice, ma in questo caso articolata. Anzitutto, è importante pensare all’efficienza energetica già dall’inizio: un edificio ben progettato che tiene in considerazione l’importanza dello spazio ha un fabbisogno energetico medio di 74 KWh per metro quadrato, sotto il limite di 110 KWh imposto da Boverket, la commissione nazionale per le abitazioni, le costruzioni e la pianificazione. Questo fabbisogno è ulteriormente ridotto a 45-50 KWh per metro quadrato utilizzando ciò che la compagnia chiama “energismart teknik”, letteralmente “tecnologia dell’energia intelligente”, che consiste nell’installare termostati singoli. Infine, Wallenstam si occupa costantemente di ridurre il suo consumo di energia, anche con lo sviluppo di nuove e più efficienti tecnologie.
L’investimento effettuato da Wallenstam sembra aver avuto successo, non solo per quel che riguarda l’ambiente, ma anche dal punto di vista finanziario. L’azienda, quotata sul Nasdaq OMX della Borsa di Stoccolma ha visto il suo prezzo per azione crescere da meno di 40 SEK (poco più di 4 €) a più di 100 SEK (circa 11 €) negli ultimi 5 anni. Si può concludere che l’investimento nelle energie rinnovabili ha portato ad una sostanziale crescita, rivelandosi un’operazione di successo sotto ogni punto di vista.
La Svezia è chiaramente un paese all’avanguardia quando si tratta di energie rinnovabili, dato che investe molto in esse, ma ciò che appare chiaro è che certi paesi sviluppati non fanno abbastanza per salvaguardare l’ambiente per ragioni che possono variare da incentivi statali relativamente bassi o inefficaci a problemi di liquidità delle aziende che impediscono possibili progetti a lungo termine. La recente crisi ucraina e le primavere arabe, che hanno portato a un grado maggiore d’incertezza riguardo l’offerta di energia, potrebbero rappresentare un’opportunità per le aziende e gli enti pubblici di molti paesi europei di considerare la possibilità di sviluppo di piani energetici alternativi. In aggiunta, trascurare questi progetti a lungo termine potrebbe determinare in un futuro più o meno lontano la scomparsa di quelle aziende che non sono state in grado di ridurre i loro costi a sufficienza per riuscire a competere in un mercato popolato da imprese più lungimiranti.
Comunque sia, gli esempi sopra riportati mostrano come non sempre sia necessario sostenere spese ingenti per sviluppare qualcosa che beneficia le aziende stesse – attraverso una riduzione dei costi – e l’ambiente e la comunità locale, aumentando così le entrate dal momento che i consumatori sono sempre più interessati alle tematiche ambientali. A volte basta solo pensare di più o pensare meglio, o semplicemente tenere gli occhi aperti: certe fonti di energia o metodi per una maggiore efficienza energetica potrebbero essere più a portata di mano del previsto.
Articolo originariamente pubblicato su JIBS United Magazine in inglese nel numero di dicembre 2014. Traduzione e adattamento a cura dell’autore stesso.