Domenica scorsa si sono tenute le elezioni politiche in Spagna, e come ben sappiamo noi italiani, il lunedì successivo non potevano che aver vinto tutti! Oppure hanno perso tutti?
Il PP (Partido Popular) ha perso 5 milioni di voti, ma mantiene la maggioranza relativa attestandosi attorno al 28%. Il PSOE (Partido Socialista) raggiunge il suo minimo storico col 22%, ma si piazza al 2° posto dopo che i sondaggi delle ultime settimane avevano messo in dubbio quest’eventualità.
Al terzo posto troviamo Podemos, il partito che solo sei mesi fa, secondo i sondaggi, era dato vincente. Non ha ovviamente vinto, ma ha ottenuto un ottimo risultato, anche grazie ad una strategia elettorale arguta: in sé Podemos non somma infatti più del 15%, ma ha stretto alleanze con liste indipendentiste nelle 3 comunità autonome dove il sentimento di indipendenza è più forte.
Al 4° posto si piazza C’s (Ciudadanos), col 14% dei voti. I sondaggi di due settimane fa lo davano addirittura al secondo posto attorno al 20%, e per questo non si può che parlare di flop. E’ altrettanto palese che passare da 0 (erano le prime “generales” a cui si presentavano) a 3,5 milioni di voti, è difficile da definire un flop.
E adesso chi governerà? Il PP cercherà di formare un governo di larghe intese col PSOE; altre soluzione francamente non ne vedo; la somma delle sinistre potrebbe avere una maggioranza, ma queste sono eterogenee e sarà difficile vederli tutti assieme. Il PSOE non è un partito indipendentista, solo un mese fa firmò un patto anti-indipendentista con PP e C’s, difficile quindi trovarlo al fianco di Podemos ed al resto delle liste favorevoli alla formazione di nuovi stati.
Un’altra soluzione potrebbe essere un governo unitario che comprenda la totalità dei grandi partiti con lo scopo di riformare la legge elettorale e la Costituzione in senso maggiormente federale.
Una cosa è certa: il sistema a due partiti si è rotto, vedremo ora con che conseguenze.
2 comments
Bravo Saul!
Solo due appunti per completare quanto dici qua su:
1) Il caso di una coalizione tutta di sinistra è in questa occasione assolutamente da evitare, visto che comporterebbe non solo alleanze tra sinistre molto eterogene fra di loro (come tradizionalmente in Spagna è sempre stata la sinistra) ma anche patti con i partiti independentisti (tra i quali non c’è Podemos, faccio notare). Questi partiti sarebbero: i due catalani (Esquerra Republicana di Catalunya e Democracia e Libertà), i due vaschi (Partido Nacionalista Vasco e EH-BILDU, quest’ultimo erede della della frazione politica della banda terrorista ETA) e per ultimo i nazionalisti Canari (almeno quelli sono tranquilli e non indipendentisti!).
Come dicevi tu Saul, una grande complessità di alleanze, ma sopratutto il pericolo delle alleanze con i nazionalisti indipendentisti che sono pronti a ricattare l’eventuale governo con le loro esigenze.
2) Come secondo punto, dal tuo articolo si trasmette l’impressione che Podemos sia un partito indipendentista o qualcosa di simile. Non avrebbe senso che un partito di ambito nazionale fosse indipendentista a livello delle Comunità Autonome. Podemos è un partito federalista (come lo è IU ad esempio e in generale la sinistra). Il modello di Stato da loro proposto è uno federale che riesca a rappresentare la pluralità ed etereogeneità della nazione Spagnola. Pablo Iglesias ha detto in più di una occasione che vuole una Catalogna dentro della Spagna. Quello che però ha anche detto, è che il popolo catalano ha il diritto di decidere se vuole stare o meno dentro ad una Spagna Federale (questione sulla quale, come ben sai, sono assolutamente contro per diversi motivi). La questione delle liste indipendenti correlate ha una piccola sfumatura che mi permetto di aggiungere: queste liste non sono indipendentisti di suo, ma sì molto di sinistra e provabilmente vedono con buoni occhi la possibilità di fare il famoso referendum.
Comunque grazie come sempre per le tue goccie sulla politica Spangola!
PS: Scusate se ci sono errori in italiano… oppure “giri strani” nelle frasi! :-)