“Se alla mensa della scuola ci sono patate fritte e prosciutto, il piccolo musulmano, che non mangia maiale in famiglia, prende doppia razione di patatine, é questa la Repubblica, le stesse regole lo stesso menu per tutti!“. “Double ration de frites” ecco il messaggio di Sarkozy agli elettori di centrodestra, la forzatura elettorale per rastrellare voti del FN e per apparire come quel leader fermo e carismatico che gli elettori invocano.
Patate e prosciutto… ma di che diavolo stiamo parlando! Mentre vecchi volponi del centrodestra pretendevano di imporre la loro figura, altri come François Fillon vedevano nelle primarie aperte del centrodestra la sola possibilità di ricompattare un’area politica che se unita ha sempre vinto, presentando un candidato credibile, scelto dagli elettori del centro-destra e non solo. Infatti, domenica ben quattro milioni di francesi hanno votato per queste primarie storiche. Mai così tanti per delle primarie, mai un risultato così inatteso.
Sarkozy, Juppé, Fillon, Le Maire, Kosciusko Morizet, Copé, Poisson, questi i sette candidati che hanno animato i tre dibattiti, che, contrariamente a ogni previsione dei media, hanno indirizzato l’esito del voto verso il candidato che meglio ha saputo esprimersi e presentare un programma chiaro e serio.
Come un calciatore che segna una tripletta e porta a casa il pallone, così Fillon, dopo essersi imposto come vincitore nei tre dibattiti, porta a casa nell’urna di domenica l 44,1% dei voti contro il 28,6 di Juppé e il 20,6 di Sarkozy. “double ration de frites“, che evoca lontanamente il nostro caro “deux fritures” di Gomorra.
Certo, manca ancora il secondo turno che vedrà lo scontro con Juppé, ma stando al vantaggio accumulato e al sostengo di Sarkozy e di Le Maire, la corsa sembra più che spianata. Eccovi dunque il campione della destra per le prossime présidentielles.
Da uno studio di Géneration Libre “analisi liberale del programma di Fillon” sui programmi di tutti i candidati alle primarie, quello di Fillon, su una scala da 1 a 100, dove 100 rappresenta un programma completamente liberale, si attesta a 60 ed é secondo solo a quello di Nathalie Morizet. Definito come thatcheriano, liberale in economia, conservatore suelle questioni sociali e putiniano in politica estera, cerchiamo di capire meglio chi è François Fillon e cosa propone.
Ex primo ministro del governo Sarkozy, già ministro nei governi Mitterand e Chirac nonché attuale deputato della seconda circoscrizione di Parigi, Fillon fa del suo programma l’arma migliore contro i suo concorrenti. Di seguito un’analisi dei punti principali.
Nello specifico, per quanto concerne il diritto del lavoro, il programma prevede di :
- portare le ore lavorative settimanali a 39. Attualmente la durata legale del lavoro è di 35 e le successive ore, fino ad un massimo di 48, sono retribuite – in mancanza di accordi d’impresa derogatori – con una maggiorazione del 25% per le prime 8 e del 50% per le successive;
- aggiungere alle cause di licenziamento economico il criterio della “reorganizzazione dell’impresa“. Attualemente i motivi per il licenziamento encomico sono quattro, di cui due previsti dal codice del lavoro ossia “le difficoltà economiche” e ” il mutamento tecnologico” e di creazione giurisprudenziale, cioè la “salvaguardia della competitività” e la “cessazione d’attività“;
- eliminare la regola in vritù della quale solo i candidati dei sindacati rappresentativi – per essere rappresentativo un sindacato deve aver raggiunto almeno il 10% dei suffraggi espressi al primo turno delle elezioni rappresentative precedenti- possano presentarsi al primo turno delle nuove elezioni. Se il quorum del 50% degli aventi diritto al voto non é raggiunto, si procede al secondo turno. Esclusivamente in questo caso, ogni dipendente può concorrere per diventare rappresentante. In pratica, Fillon vuole garantire questa libertà già dal primo turno.
In tema di riduzione della spesa pubblica, pari al 57% del PIL, con una Francia in cui il debito pubblico é pari a 22000 miliardi di euro, lo sforzo è considerevole e consiste nel ridurre la spesa di 110 milardi di euro in 5 anni attraverso:
- una riduzione del numero di funzionari pubblici;
- una riforma degli aiuti all’alloggio ( per fare un esempio un canone di fitto mensile a Parigi di 1200 euro permette di benificiare di un aiuto di 200 euro circa);
- una riforma delle collettività territoriali riducendole da 4 a 2 e contestualmente inserire l’obbligo di non alzare le tasse;
- inserire nella Costituzione il pareggio di bilancio.
Il tasso di prelievo fiscale obbligatorio in Francia rappresenta attualmente il 47.7% del PIL. Pertanto, in materia fiscale, Fillone propone di:
- ridurre complessivamente il carico fiscale sulle imprese e delll’imposta sugli utili sociali dal 33% attuale a quello della media europa (22,7% circa) aumentando l’IVA di 3 punti percentuali;
- eliminare ‘ISF (imposta solidare sulla fortuna) per rompere con quest’eredità dell’Etat providence che obbliga colori i quali abbiano un capitale superiore a 1,3 milioni di euro a versare al fisco parte delle loro fortune.
In politica estera la questione inizia a diventare più spigolosa. Per “una Francia sovrana in un’Europa rispettosa delle nazioni“, il programma prevede di:
- limitaire di netto il potere della Commissione affidando la governance dell’eurozona ad un segretariato generale presieduto dai governi nazionali
- istituire una politica di immigrazione e di difesa comune con veri controlli ai confini esterni dell’UE;
- proporre un’alleanza UE-Russia e di porre fine ad ogni dialogo instaurato, dalla Merkel in primis, con la Turchia.
- Revisione del trattato di Maastricht e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La questione dei diritti civili si preannuncia altrettanto delicata in quanto, dalle dichiarazioni più e meno recenti, Fillon propone di :
- rivedere la loi Taubira concernente il matrimonio gay;
- opporsi alla procreazione medicalmente assistita e alla maternità surrogata
- una politica di repressione penale più severa con la creazione di nuove celle (anziché svuotarle con una depenalizzazione o legalizzazione della cannabis).
In Francia in queste ultime ore si scatena il dibattito per capire se e come Fillon possa portare alla ribalta le idee liberali. Molti, tra cui il Parti libéral démocrate, sostengono che questi rappresenti una “speranza liberale per la Francia” senza esimersi tuttavia da critiche profonde su Europa e diritti civili. Certo sarebbe un volano per altri, ma il suo programma rischia di paralizzare la Francia su temi molto scottanti.
In conclusione, si tratta sicuramente di un candidato serio con un programma preciso – da vedere quanto implementabile – che rappresenterebbe una boccata di ossigeno considerevole per l’economia e la crescita della Francia. Tuttavia, non me ne vogliate, io continuo a sostenere Emmanuel Macron, fresco di candidatura, liberale sulle questioni civili e maggiormente europeista. Prossimamente, aspettando anche il programma dell’ex ministro dell’economia, vi spiegherò meglio il perché. Intanto la campagna per le présidentielles entra nel vivo e non sono permessi passi falsi…
1 comment
[…] Siamo orami rassegnati al gioco spesso italiano di chi da una parte propone di aumentare le tasse e la spesa e dall’altra chi propone di diminuire le tasse senza però voler toccare alla spesa pubblica. Macron invece ha il merito di essere semplicemente razionale affermando che “bisogna essere chiari per poter abbassare le tasse bisogna tagliare la spesa“. Infatti, la proposta é di tagli per 60 mld che finanzieranno la diminuzione di 10 mld di tasse alle imprese, tra cui l’imposta sugli utili sociali che andrebbe dai 33,3 % attuali ai 25,6% della media europea – stessa riduzione proposta da Fillon. […]