Loro sanno tutto di noi, inutile negarlo. Noi non abbiamo il men che minimo controllo sulle nostre vite. C’è forse ancora qualcuno tanto ingenuo da credere di vivere in un mondo libero? Eppure dovrebbe sapere che non è così, la verità è sotto gli occhi di tutti: George W. Bush che ordina la demolizione controllata delle Torri gemelle; Big Pharma che diffonde virus fra la popolazione per trarre profitti dai vaccini; la NASA che ‘trucca’ le foto dallo spazio per nascondere la forma piatta della Terra; George Soros che trama nell’ombra per una sostituzione etnica dell’Europa. E molto, molto altro.
Di sicuro l’immaginario complottista non pecca di scarsa fantasia. Quando un grande avvenimento politico, economico o sociale sconvolge l’opinione pubblica, state pur certi che negli oscuri recessi del web – o nelle discussioni al bar dello sport, fa lo stesso – prenderà piede una spiegazione complottista degli eventi. Molto spesso si tratta di narrazioni controverse, per non dire folli; e tuttavia le teorie del complotto non smettono di affascinarci. Come nascono le teorie del complotto? Per quale motivo si diffondono così facilmente? A quale bisogno psicologico o sociale rispondono? Ma soprattutto, che cos’è davvero una teoria del complotto?
Quelli che abbiamo appena menzionato sono solo alcuni dei quesiti che affronteremo nella nostra nuova rubrica immoderata: il “Complottedì”. Si tratta infatti di una nuova sezione a tema dedicata alle teorie del complotto più famose e a tutto ciò che vi è connesso: dai bias cognitivi alle fake news, dal rapporto con le ideologie estremiste alla storia delle società segrete, fino ad arrivare al problema della comunicazione online. Di seguito spieghiamo un po’ più nel dettaglio cosa intendiamo fare.
We live in a society fondata sullo storytelling. La falsa consolazione che il linguaggio o il pensiero determinino la realtà piuttosto che leggerla e interpretarla è l’evasione che a molti serve per credere che il mondo sia più intrigante, avvincente o misterioso di così. Ma l’idea che non esista una realtà oggettiva fuori di noi da comprendere, e che anzi siamo noi a produrla, mapparla e cambiarla con la narrazione che ci facciamo di essa, porta dritti dritti sulla via del costruttivismo, della post-verità e della dissonanza cognitiva.
Non importa ciò che è, importa come lo vedi, e se le tue convinzioni sul reale diventano più importanti del reale stesso, è un attimo che passi da insoddisfatto a revisionista, da realista a negazionista, da scettico a complottista. E come scrive Donatella Di Cesare nel suo libro “Il complotto al potere”, “Chi ricorre al complotto non sopporta l’inquietudine, la domanda aperta. Non tollera di abitare in un paesaggio mutevole e instabile, non accetta l’estraneità”. La dietrologia dà quel brio che crediamo manchi al mondo reale e, ignorando il metodo con cui si fa scienza, si finisce per elaborare teorie distorte e folli. Il Complottedì è il modo che abbiamo scelto per raccontarvi tutto questo.
Sulla scia del nostro Manifesto, il Complottedì è la rubrica che vi darà spazio alle teorie del complotto più disparate, da quelle serie e sistemiche a quelle più assurde e deliranti, da quelle meno note a quelle reali, ma anche per inanellare un discorso scientifico sul pensiero complottista e su questa mentalità dietrologica che ha convinto tanti che la scienza sia democratica ed opinabile, pur senza adeguata preparazione e strumenti metodologici.
Cercheremo di fare una solida divulgazione sul tema interpellando ogni disciplina utile a esaminare questo fenomeno, dall’epistemologia alla psicologia, dalla sociologia alla filosofia, fino alle stesse scienze vittimizzate dalla post-verità. Dagli articoli più scanzonati e leggeri, a quelli più analitici e accademici, fatti, scienza e argomentazione saranno la nostra stella polare.
Non vi intratterremo, però, unicamente con teorie del complotto e sette bizzarre: saranno presenti articoli anche su argomenti affini e, in particolare, approfondimenti dedicati alle fake news. Quando sono nate le notizie false e come si diffondono? Sono state generate dal web oppure anche questa credenza è una fake news? Con il Complottedì cercheremo di rispondere a queste e a numerose altre curiosità sull’argomento, attraverso il racconto di come civiltà, nazioni, governi e singoli cittadini hanno affrontato il mondo dell’informazione in passato e di come questo si stia evolvendo oggi con lo sviluppo del digitale. Non mancheranno anche interviste ad esperti e contributi autorevoli per potersi districare al meglio nella giungla dell’informazione. Chissà che da queste testimonianze non si possano ricavare anche consigli su come relazionarsi con la disinformazione e su come intervenire per arginare il fenomeno – sempre che sia possibile.
Non vi resta quindi che levare le ancore e imbarcarvi con noi, la ciurma vi augura buon viaggio! Sarà un caso, però, che il Complottedì nasca di venerdì? Non doveva essere pubblicato ogni due giovedì? C’è qualcosa sotto e loro non ce lo dicono…
La rubrica sarà curata da Simone Conversano e Maurizio Mascitti.